Tecniche di Nostradamus

lunedì 1 aprile 2013

L'uomo delle profezie: II,97


All’elenco dei messaggi che annunciano o che accompagnano “l’uomo delle profezie” restano da aggiungere quelli del “ragno nero” e di Malachia. Ce ne occuperemo trattando la quartina V,62. Intanto, vediamo la II,97:


Romano Pontefice guardati dall’avvicinarti
Alla città bagnata da due fiumi[1],
Lì vicino schizzerà il tuo sangue,
Tu e i tuoi quando fiorirà la rosa.

Questa è la prima delle due quartine che descrivono l’attentato a Giovanni Paolo II. Tuttavia, più che una previsione, le parole di Nostradamus sembrano un grido di allarme, un ammonimento:

Romano Pontefice, stai attento! Non avvicinarti alla città bagnata da due fiumi!

Queste semplici parole, questa implorazione, creano un grosso problema allo studioso di profezie, in quanto pongono l’enorme dilemma dell’ineluttabilità del destino.

E’ davvero inevitabile ciò che è già scritto? Se lo è, allora a che serve l’ammonimento? E se non lo è, come è possibile ignorare la contraddizione tra la visione di un evento futuro e l’ammonimento che può impedirne la realizzazione?

II dilemma non è privo di risposte che, peraltro, si riflettono sostanzialmente sulla questione ancora più grande del libero arbitrio. Qui, però, non stiamo sviluppando un problema filosofico, bensì l’analisi dei versi di un grande veggente. Leggiamo perciò le sue parole come un grido di allarme, un urlo del “mastino” che, ormai, ci ha abituati ai suoi sentimenti di dolore quando, forte della capacità di penetrare nel cuore degli eventi, piange e si dispera per ciò che vorrebbe evitare senza averne la possibilità.

La città dei due fiumi non è Valence o Lione, come qualcuno ha creduto. Essa è Roma, al cui interno scorrono le acque del Tevere e dell’Aniene. Il Papa infatti non vive a Roma; egli vive all’interno del Vaticano che, benché collocato geograficamente al centro di Roma, costituisce uno Stato sovrano, indipendente ed autonomamente organizzato. E’ perciò giustificato l’invito a non avvicinarsi a Roma.

Estraggo dal sito ufficiale del Vaticano: www.vaticanstate.va:

Lo Stato della Città del Vaticano è sorto con il Trattato Lateranense, firmato l’11 febbraio 1929 tra la Santa Sede e l’Italia, che ne ha sancito la personalità di Ente sovrano di diritto pubblico internazionale, costituito per assicurare alla Santa Sede, nella sua qualità di suprema istituzione della Chiesa cattolica, "l’assoluta e visibile indipendenza e garantirle una sovranità indiscutibile pur nel campo internazionale", come indicato nel preambolo del suddetto Trattato.

La Città del Vaticano si estende poco lontano dalla riva destra del Tevere, su una modesta altura, parte dei Montes Vaticani (Colle Vaticano) dell’antichità, su cui, nell’epoca precedente alla nascita di Cristo, vennero costruite alcune ville…

Il territorio dello Stato, che copre una superficie di 0,44 km2 (44 ettari), è circoscritto in parte dalle mura e si estende, sulla Piazza San Pietro, sino ad una fascia di travertino che congiunge al suolo le estremità esterne del colonnato, segnando il confine dello Stato al limite della piazza, alla quale d’ordinario si accede liberamente. Essa, pur facendo parte del territorio della Città del Vaticano, è soggetta, di norma, al controllo delle forze di polizia della Repubblica Italiana.
Si accede all’interno dello Stato da cinque ingressi, la cui custodia è affidata alla Guardia Svizzera Pontificia ed al Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano.

E’ evidente come non si possa e non si debba fare confusione tra Vaticano e città di Roma. Se non bastassero le citazioni appena riportate, il brano che segue (sempre estratto dal sito ufficiale del Vaticano) segna una esplicita e inequivocabile separazione tra le due entità politiche e territoriali:

Per la dimensioni assai ridotte del territorio della Città del Vaticano, molti enti ed uffici della Santa Sede sono situati in immobili della città di Roma (soprattutto in edifici esistenti in Piazza Pio XII, Via della Conciliazione, Piazza San Calisto, Piazza della Cancelleria, Piazza di Spagna). Tali immobili, secondo quanto stabilito nel Trattato Lateranense, godono delle immunità riconosciute dal diritto internazionale alle sedi degli agenti diplomatici di Stati esteri (Ambasciate). Le zone su cui sorgono i suddetti immobili sono comunemente chiamate "zone extraterritoriali".

Per tornare a Nostradamus, chiunque si muova all’interno dello Stato del Vaticano in direzione dei confini che delimitano Piazza San Pietro non fa che “avvicinarsi” letteralmente a Roma, la città bagnata dai due fiumi. E’ ciò che fece Giovanni Paolo II quel pomeriggio del 13 maggio 1981.


La Papamobile è uscita dall’Arco delle Campane, “avvicinandosi” a Roma; ha costeggiato i confini di Piazza San Pietro e, prima che riuscisse a completare il secondo giro, è diventata bersaglio dei colpi esplosi da Ali Agca. Una lapide ricorda il luogo esatto dell’attentato, a qualche metro del colonnato di confine con la città di Roma che, appunto, si estende “lì vicino”:


 Romano Pontefice guardati dall’avvicinarti
Alla città bagnata da due fiumi,
Lì vicino schizzerà il tuo sangue.

Ali Agca spara due colpi: la prima pallottola colpisce il Papa all’addome, perfora il colon, lacera in più punti l’intestino tenue e poi esce cadendo nella jeep.
Ma il Papa non è l’unico ad essere colpito. La seconda pallottola, dopo aver sfiorato il gomito destro e fratturato l'indice della mano sinistra, ferisce due turiste americane: l’americana Ann Odre, alla quale viene poi asporata e la milza, e la giamaicana Rose Hall.

Te e i tuoi”, dice il quarto verso della quartina. Forse le due turiste sono estranee all’ambiente che circonda il Papa? No! Esse fanno parte di coloro che, in quel momento, affollano Piazza S. Pietro per assistere all’apparizione pubblica del Pontefice. Di Ann Odre in particolare si sa che, in qualità di fedele, era venuta a Roma proprio per partecipare a un’udienza del Papa. Certamente ci si può riferire ad entrambe le donne come “ai tuoi”.

Quando fiorirà la rosa” è il fotogramma che chiude la quartina. Il riferimento a maggio, mese dell’attentato e mese di fioritura delle rose, parla da solo. E, tuttavia, c’è anche un altro particolare sconcertante.
Quante volte abbiamo parlato dell’anagramma giusto al posto giusto: un anagramma di poche lettere che racchiude un riferimento di dettaglio della quartina. Troppe volte ci siamo imbattuti in una situazione del genere per poter pensare che si tratti di casualità. Anche adesso il riferimento esiste e non è un anagramma, ma una parola già correttamente predisposta: “rose”!
Il riferimento al mese di maggio, sì, ma anche il nome di una delle due fedeli ferite, Rose Hall: esempio delle doppie soluzioni di Nostradamus delle quali ho già svelato l’esistenza. Se vogliamo esagerare, prendendo per buono il collegamento con il segreto di Fatima, possiamo prendere in considerazione anche un riferimento a Lucia de Jesus Rosa dos Santos, la pastorerella delle apparizioni diventata suora.
Visto che ci siamo, segnalo un’ennesima coincidenza, che non c’entra nulla con Nostradamus: un’altra suor Lucia (Lucia Giudici), a piazza San Pietro, ha bloccato Ali Agca dopo gli spari.

Suor Lucia Giudici (oggi Suor Letizia)

Rileggiamo nuovamente la quartina, alla luce della corretta interpretazione:

Romano Pontefice, guardati dall’avvicinarti
Alla città bagnata da due fiumi,
Nei suoi pressi verrà sparso il tuo sangue,
E anche quello dei tuoi fedeli, nel mese di maggio.

Se tutto questo non vi sembra stupefacente, chiudete qui. In caso contrario vi assicuro che, ancora, non avete visto nulla. Aspettate la traduzione della quartina V,62:
 




[1] Più propriamente, il verso dice: “la città che bagna due fiumi”. 

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