Se ricordate, l’analisi della
ultime due quartine (la II,97 e la V,62) aveva lo scopo di dimostrare che,
accanto a delle quartine di struttura, che contengono delle indicazioni sul
codice di decifrazione, esistono anche delle quartine profetiche di difficile
contestabilità.
La II,97 è piuttosto esplicita tanto che, subito dopo l’attentato
del 13 maggio 1981, ha fatto il giro del mondo; l’attenzione che ha richiamato
dimostra la sua rispondenza all’evento.
Romano Pontefice guardati dall’avvicinarti
Alla città bagnata da due fiumi,
Lì vicino schizzerà il tuo sangue,
Tu e i tuoi quando fiorirà la rosa.
La corretta spiegazione è quella
che io ho fornito ma, se mi mettessi nei panni di un detrattore, potrei forse
sostenere che si tratta di una visione generale, sotto la quale è casualmente
ricaduto l’evento storico dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II.
A questa possibile, quanto
fragile obiezione, potremmo tranquillamente contrapporre la quartina V,62,
nella quale il dinamismo della scena e la ricchezza dei dettagli smontano
definitivamente e inesorabilmente qualsiasi tentativo di contestazione.
Sangue sulle rocce si vedrà piovere,
Sole a Oriente, Saturno a Occidente:
Guerra presso Orgon, a Roma si vedrà grande
male,
Navi affondate e preso il Tridentale.
Queste considerazioni non vanno a
beneficio degli scettici, che non ho alcuna intenzione di convincere, ma sono
dirette esclusivamente a coloro che seguono questo blog con sincera volontà di
studio e di ricerca.
Servono a mostrare che solo
metodo e rigore possono evitare di cadere nella trappola delle conclusioni
affrettate e approssimative, nella quale sono finora caduti tutti
indistintamente gli studiosi di Nostradamus.
La mia indagine su Giovanni Paolo
II, visto come “uomo delle profezie”, è unica nel suo genere. Per quanto è a
mia conoscenza, solo Antonio Socci ha tentato qualcosa del genere nel suo
bellissimo libro “I segreti di Karol Wojtyla – ed. Rizzoli), nel quale sviluppa
una ricerca di natura rigorosamente religiosa su aspetti da me non trattati o
trattati solo superficialmente (collegamenti con Fatima, Padre Pio, Medjugorje,
Faustina Kowalski, etc.).
In sostanza, forte delle sue
conoscenze giornalistiche, Socci ha avuto accesso a fonti di informazione
religiosa che a me sono precluse. Da parte mia, da studioso delle profezie, ho
fatto ricorso a fonti che, salvo prova contraria, nessuno ha mai saputo leggere
e integrare correttamente, in chiave di testimonianza del pontificato di
Giovanni Paolo II.
Si tratta perciò di due ricerche
concordanti solo in piccolissima parte, ma totalmente convergenti su un’unica
convinzione, per la quale mi piace sposare le parole di Socci: “La vita e il
pontificato di Papa Wojtyla sono stati caratterizzati, dall’inizio alla fine,
dall’irrompere del soprannaturale, da segni mistici”.
Al riguardo, uscendo fuori dal
tema “Nostradamus”, vorrei raccontare una mia personale esperienza.
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