Tecniche di Nostradamus

martedì 20 novembre 2018

La quarta chiave

Riepilogando, vediamo quali chiavi conosciamo finora, delle quattro dalle quali siamo partiti.
 
- il nome “Caesar Nostradamus Chiren”;
- i tre fratelli dell’epistola a Enrico II;
- gli angeli di cui alla quartina VIII, 69;
- la “tavola del traduttore di Bourc” di cui alla quartina IX, 1.
 
Abbiamo esaminato a fondo la chiave dei tre fratelli. Sono i tre numeri 1242, 1080 e 1350 della cronologia biblica (epistola a Enrico II). Sono 1080 le quartine riordinate; sono 1242 le lettere valide delle frasi latine, da ricondurre a 1080; è il 1350 l’ultimo numero di una tavola da 1080 caselle.
La quartina IX, 1 stabilisce che nella casa del traduttore di Bourc (2-4173) le lettere saranno trovate sulla tavola. Senza questa quartina, non sarebbe stato possibile ipotizzare l’esistenza di una tavola nella quale disporre le lettere. Il concetto di frasi latine da abbinare alle quartine si ricava ripetutamente da altre fonti; la necessità di disporle a matrice si ricava solo dalla IX, 1. Purtroppo, una cosa è sapere “cosa” bisogna fare. Tutta un’altra è sapere “come”.
La terza chiave, definita dalla quartina VIII, 69, riguarda il riordinamento delle Centurie; gli “angeli” che cambiano posizione. Qui davvero è buio totale. L’alterazione preventiva della numerazione delle centurie comporta, come effetto necessario, l’alterazione dei numeri d’ordine delle quartine (da 1 a 942, con esclusione dei presagi). Forse, questa specifica complicazione sarebbe superabile, ma solo a condizione che superassimo prima le altre. Nelle condizioni attuali, ogni piccola incertezza moltiplica esponenzialmente le difficoltà.
 
La quarta chiave, che finora abbiamo trattato marginalmente, è il nome “CAESAR NOSTRADAMUS CHIREN”. A meno che non stia prendendo un grosso abbaglio, è la più impegnativa di tutte. In un certo senso, è la chiave delle chiavi. Quella che apre il portone principale del palazzo. Se sapessimo usare questa, tutto il resto verrebbe a cascata. Vedremo nel prossimo post di cosa si tratta.
 
Precisazione importante. In questo contesto, parlando di chiavi, intendo dei grimaldelli che ci permettano di scardinare il sistema di Nostradamus. Sotto il profilo rigorosamente crittografico, per chiave si intende solo la lunga frase da 1080 caratteri alfabetici. Forse, un’altra è appunto il nome “Caesar Nostradamus Chiren”.



9 commenti:

  1. Scusi una domanda, da dove deduce che "CAESAR NOSTRADAMUS CHIREN" e' una chiave? O e' solo una sua percezione? Un abbraccio

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  2. Nessuna percezione. Le devo chiedere di non farmi anticipare il contenuto dei prossimi due post. Intanto può ridare un'occhiata a questo:

    http://codicenostradamus.blogspot.com/2018/09/temurah.html

    A presto.

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  3. Grazie mille. Adesso ricordo. Scusi se la porto sempre a post successivi, vado troppo di fretta... Un abbraccio

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    1. :-) Chissà perché in questo blog non si possono mettere le emoticon.

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  4. POST DI PHOEBUS CANCELLATO PER ERRORE

    Signor Lanza, questa che le chiedo è più una mia curiosità personale, spero non se la prenda. Mi chiedevo se avesse scelto di non dedicare più alcun articolo sui destinatari dell'opera di Nostradamus e sulle questioni collegate e se, nel caso, lo avesse fatto per semplici prudenza o se ci fossero altre ragioni.

    Ancora mi ricordo dell'articolo sul davvero singolare Noel Nostredame. Immagino avrà trovato molte altre cose singolari sotto questo riguardo, o sbaglio?

    Poi avrei un altra domanda, quante quartine che non fanno parte della chiave ha individuato? Tre centurie dovrebbero esser dedicate al Grande Monarca un numero indefinito a "previsioni" varie ed il resto per la chiave, vero?

    (Spero mi conceda una piccola divagazione, le quartine dove viene menzionata la Città nuova fanno parte della chiave secondo lei?)

    Adesso non ricordo, magari glielo avrò già chiesto, ma dopo la legis cantio, quale dovrebbero essere le prime quartine "ordinate"?

    Come sempre la ringrazio.

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    1. Mi scusi per la cancellazione del suo post. Per inavvertenza ho pigiato sul link sbagliato. Sono mortificato.

      Iniziando questa serie di articoli, mi sono ripromesso di attenermi rigorosamente al codice. Faccia conto che stia traducendo un testo da una difficile lingua straniera all’italiano. Faccio quel che posso, qualche volta sbaglio, ci sono dei pezzi che non so tradurre, ma il contenuto è irrilevante. Una traduzione può anche prescinderne.
      Lo stesso è per Nostradamus. Dobbiamo rassegnarci. Non sappiamo cosa ha scritto. C’è un solo modo per avere la speranza di arrivare in fondo, ed è quella di non lasciarsi condizionare dai possibili contenuti che ci portino fuori strada. E’ l’errore che hanno commesso Loog, Frontenac, Ruzo, Ramotti: gli unici che in 4 secoli e mezzo hanno sospettato l’esistenza di un codice, ma hanno proseguito come nulla fosse. Ogni frammento del mosaico, ogni quartina, assume un significato solo se inquadrato in un contesto più ampio. Vista così, so solo che alcune quartine contengono del codice. Quante altre ce ne sono che contengono pure del codice? Alcune o tutte? Ha considerato che tutto possa essere un mostruoso gioco dell’oca il cui traguardo è semplicemente la ricostruzione di tutto il percorso? Ha visto in quanti simbolismi e metafore ci siamo imbattuti?
      Prendiamo pure in considerazione la possibilità che una parte delle centurie non contenga codice, ma racconti, ricette di cucina, barzellette o, se preferisce, predizioni. Per il codice già scoperto abbiamo dei riferimenti certi: un mosaico in parte già ricostruito, nel quale i nuovi pezzi si incastrano alla perfezione. Per le quartine che non hanno rivelato del codice non abbiamo assolutamente nulla. E vale anche per la “città nuova”.
      Il grande monarca? E’ una leggenda che risale al IV secolo. Nostradamus non ne parla. Lo so che tutti i libri in circolazione dicono il contrario, ma sto aspettando che qualcuno mi indichi in quale quartina se ne parli. La I, 4 e l’epistola parlano del Monarca universale, che è tutta un’altra cosa. Dalla risoluzione dell’enigma delle “3 centurie che completano il migliaio” scopriamo che è Enrico II di Valois, che Nostradamus beffeggia apertamente scrivendogli, dopo che è morto in un torneo, una bella lettera dove lo chiama “Invittissimo”.
      Per quanto riguarda i destinatari, gli indizi venuti fuori sono pochi, pochissimi per garantire una valutazione veramente attendibile. Con tutte le riserve del caso, ho esposto le mie scarse idee al riguardo nei primi post di questa serie. Vale quanto detto prima: se prima non si rimette ordine, possiamo dire tutto e il contrario di tutto. Ne è prova lampante l’immensità di opinioni che esiste in giro.
      Infine, “Noel Nostredame”. E’ indubbiamente una singolarità. Ce ne sono altre. Ma sono pronto a scommettere che, se mi metto a cercare, trovo delle quartine che riguardano lei o qualunque altro lettore di questo blog. Praticamente, è impossibile non trovare qualcosa che, all’occasione, faccia al caso nostro.
      Se non ho dimenticato nulla, resta solo la questione della “Legis cantio”. Diversi indizi mi portano a concludere che vada al primo posto. Anche la logica lo esige, visto che è una specie di preambolo indirizzato a “chi legge questi versi”. Ciò che viene subito dopo, francamente, non lo so. Non è necessariamente detto che siano le quartine 1 e 2, come si legge dappertutto. Quelle sono quartine che introducono l’astrolabio, erroneamente scambiate per quartine introduttive delle centurie.

      Mi scusi se la sto deludendo. So bene che, in fondo, non sto negando né ammettendo niente. Ma non è una questione di furbizia. E’ solo che ci tengo a fare un lavoro diverso da quello fatto finora da altri e, in parte, anche da me stesso. Prima si traduce il testo dal cinese all’italiano. Poi si studia il contenuto. Anche al rischio di non poterlo studiare mai.

      Saluti e buona serata.

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    2. Rileggo e rischio di essere frainteso. Il grand Monarque citato da qualche parte da Nostradamus non è assolutamente visto in quella luce che gli attribuiscono le profezie.

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    3. Ma si figuri, non c'è mica bisogno di scusarsi.

      Comunque non mi sta affatto deludendo, anzi. Credo che questo suo atteggiamento nei confronti di questa materia sia più che encomiabile, magari la sola furbizia sta nel fatto che così alimenta la voglia dei suoi lettori a risolvere gli enigmi del codice.

      Potrei chiederle solamente di approfondire su quanto ha scritto nel suo ultimo commento? In che luce è visto il grande Monarca?

      La ringrazio nuovamente e le auguro una buona giornata.

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  5. Be’, sì. Certo. Vorrei coinvolgere più lettori che sia possibile nello studio del codice. Non ne ho mai fatto mistero.
    Sul Grande Monarca non somolto. So solo che, dal IV secolo in avanti, si è fatta strada l’attesa di un grande uomo o di due grandi uomini (i veggenti non si sono messi d’accordo su questo) che avrebbero reso grande la Chiesa, immediatamente prima della fine dei tempi. In alcuni ambienti, quest’attesa è viva ancora oggi. Non dimentichiamo che, da San Paolo in poi, mistici e veggenti attendono da un giorno all’altra la fine del mondo. Sono praticamente 736.000 giorni che l’attendono. Una delle grandi mistiche che prevedevano l’IMMINENTE arrivo del Grande Monarca è stata Santa Brigida (XIV secolo, cioè ben sette secoli fa); colei che ha contato le gocce del sangue versate da Cristo e ha deciso che sono state 30.000. Non contenta, ha contato i colpi di frusta ricevuti da Cristo e ha deciso che sono stati 5480 – cinquemilaquattrocentottanta. Facendo una media di due al minuto, sarebbero occorse 45 ore di seguito (quasi due giorni interi, giorno e notte), senza interruzioni. E questo senza tener conto che neanche un esercito di uomini avrebbe potuto mantenere questo ritmo. E ancora senza contare che Cristo non sarebbe arrivato vivo alla crocifissione dopo un simile supplizio che neanche Mel Gibson ha osato immaginare. Santa Brigida (assieme a Santa Caterina) è anche colei che convinse il buon Gregorio XI a riportare a Roma la sede papale da Avignone, sotto mirabolanti promesse divine. Se non avesse ubbidito…. castighi divini a gogò.
    Impressionato dalle messaggere divine, Gregorio XI ubbidisce e si trasferisce a Roma.
    Purtroppo, impotente di fronte all’ingovernabile marasma, non sa poi che pesci pigliare. Le sommosse e i conflitti non si contano, l’odio dilaga, il sangue scorre a fiumi, i cardinali non collaborano, le promesse di Brigida e Caterina non si avverano, i romani vogliono un papa italiano, preferibilmente romano. Disperato e moribondo, Gregorio detta le sue ultime volontà. Riferendosi a Caterina e Brigida, che lo hanno trascinato in quella trappola, invita a diffidare di: “…queste persone che, millantando presunte rivelazioni, propongono le loro visioni come regola della condotta che si deve tenere nel governo della Chiesa”. E muore.
    Per farla breve, Santa Brigida è una delle maggiori “sponsor” del Grande Monarca. Una pallonara di serie “A”. Dovrebbe essere eletta patrona dei pallonari. Oggi batterebbe perfino i nostri politici di professione. E’ certo che, visto quel che è successo all’altro protetto da Santa Brigida, Gregorio XI, sfido che questo Grande Monarca abbia enormi reticenze ad apparire sulla scena. Cito a memoria e posso sbagliarmi, ma mi pare che sia stata proprio Santa Brigida a prevedere l’iniziale del nome del grande Monarca; dovrebbe essere la lettera “P.”.
    E Nostradamus? Non ne parla. Non parla affatto, da nessuna parte, di questo grande Monarca che deve fare grandi cose. Al solito, però, ne sfrutta il filone per i suoi fini. Chiama “Monarca Universale” Enrico II che, diciamo volgarmente, gli stava sulle scatole. Poi menziona il grande monarca in quattro quartine (I, 99 – II, 12 – IV, 97 – V, 38). In realtà, si guarda bene dall’esaltarne le gesta. Solo qualche parola di sfuggita, salvo la V, 38 nella quale lo indica come colui che “avrà vita illecita e lasciva”. Non proprio quel grand’uomo che dovrebbe essere.
    Confermo quanto detto ieri; magari detto male perché andavo di fretta. Lei pensa che quest’uomo menzionato di sfuggita, e male, da Nostradamus sia davvero quello delle profezie? Non pensa che, come al solito, possa essere una metafora che sfrutta un diffuso sentire popolare dell’epoca? Gli esempi di tali strumentalizzazioni non ci mancano. In ogni caso, io sono l’ultimo che possa nutrire curiosità verso questo fantomatico personaggio all’interno delle centurie; non fosse altro che per non tradire la linea di condotta tenuta finora e della quale sono pienamente ed assolutamente convinto: se prima non si scopre il codice, tutto è il resto è illazione.

    Salutoni.

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