La più lunga delle ciclicità prese in considerazione da Roussat è quella dei 7000 anni, al termine dei quali dovrebbe esserci la fine del mondo. L'inizio di questi 7000 anni è collocato da Roussat nel 5200 a.C., lo stesso inizio calcolato da Eusebio di Cesarea.
Stando così le cose, il mondo sarebbe dovuto finire nel 1800 d.C., ma sono quasi sicuro di non sbagliare se sostengo che ciò non è avvenuto.
Sono invece sicuro che quel 7000 è ripreso diverse volte da Nostradamus con significati che, agli occhi del decifratore, assumono aspetti di volta in volta diversi e, per quanto possa sembrare inverosimile, sempre privi di qualsiasi implicazione temporale; tant'è vero che non sarebbero poche le contraddizioni insanabili qualora si accettasse una spiegazione letterale.
Mi limito a trattare solo uno di questi casi, giusto per dare un'idea di come si possa avere una spiegazione alternativa perfino quando sembra impossibile che possa esisterne una. Mi riferisco alla quartina I,48 che, come vedremo, racchiude ben 3 riferimenti ai cicli di Roussat:
Vingt ans du regne de la lune passés
Sept mil ans autre tiendra sa monarchie:
Quand le soleil prendra ses iours lassés
Lors accomplir & mine ma prophetie.
Passati vent'anni del regno della luna
Settemila anni un altro terrà la sua monarchia:
Quando il sole prenderà i suoi giorni lasciati
Allora si compie e termina la mia profezia.
Per il momento limitiamoci a verificare che l'ultimo verso pone una scadenza alle profezie di Nostradamus: "Allora si compie, etc…".
Notiamo anche che il secondo verso contiene un riferimento ai 7000 anni. Ovviamente non si tratta dell'arco temporale delle profezie ma, apparentemente, del grande ciclo del mondo mutuato da Roussat.
Lascia un po' perplessi il termine "monarchia", come se quei 7000 anni fossero dominati da un monarca. Gli interpreti hanno sempre ritenuto che Nostradamus si riferisse al "principe di questo mondo" che governa la nostra esistenza; come al solito, sono stati gabbati. La soluzione corretta verrà svelata prestissimo.
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