Dopo aver esaminato la possibilità di un collegamento tra
i misteri di Nostradamus e quelli di Dante, affrontiamo la possibilità di un
analogo collegamento tra Nostradamus e Malachia, presunto autore delle profezie sulla successione dei Papi.
L’argomento non è del tutto nuovo, essendo stato già
affrontato in passato su questo blog. Però, adesso, voglio concentrarmi sulla
possibilità che, nonostante le apparenze, anche le profezie di Malachia
contengano un codice. Non so ancora se il mio ragionamento è esatto, ma spero
che risulti ugualmente interessante. Posso solo dire che è esso confortato da
elementi che si estendono ben oltre quanto sto per trattare qui.
Malachia, come molti sanno, propone 111 motti in latino,
ciascuno dei quali caratterizzante un Pontefice dal 1143 (Celestino II) in
avanti. Alla fine della lista aggiunge una lunga espressione, che descrive le
tribolazioni della Chiesa degli ultimi tempi.
Non è chiaro per gli studiosi se quest’ultima espressione
sia essa stessa un motto predittivo; a mio avviso non lo è, ma è solo un atto
di furbizia del “profeta”, per ragioni che in questo momento non ci
interessano.
Se le cose stanno come penso, il conteggio delle
“profezie” (vere per chi ci crede, false per gli altri) si è concluso con
Benedetto XVI e adesso, con Papa Francesco, siamo già “oltre”. Ho messo in grassetto la parola "conteggio", perché la mia analisi prescinde dalla natura predittiva del contenuto.
La lista dei Papi è stata pubblicata nel 1595, nel libro
“Lignum vitae” di Arnoldo Wion, e comprende l’elenco dei motti (e dei nomi) dei
Papi e di alcuni antipapi dal 1143 al 1595, nonché l’elenco dei motti
successivi, relativi ai Papi futuri.
Ciò che mi ha indotto a riflettere è che nessuno (profeta
o storico) mischierebbe Papi e antipapi; in particolare, di questi ultimi sono
nominati solo alcuni e non tutti. Mi viene difficile pensare a un’entità soprannaturale
che, nel suggerire il “futuro” a un profeta, gli confidi delle cose sbagliate.
Mi viene altrettanto difficile pensare a uno storico che non sappia fare le
debite distinzioni.
Allora, mi sono detto, forse il mistero non sta nei motti,
o non solo nei motti, ma nel numero.
Indagando sotto questo aspetto, sono venute fuori diverse
cose singolari, delle quali ne anticipo qui solo un paio. Però, il post è già
lungo e, perciò, dovete aspettare il prossimo.
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