C’è un aspetto del quale, finora, non ho mai parlato. Ne
ho fatto un fugace accenno nel libro “Il vero codice di Nostradamus”, ma poi ho
lasciato cadere la questione che ritenevo, e ritengo tuttora, prematura. Ora
però la devo riprendere velocemente, perché ci riguarda da vicino per la
dimostrazione in corso.
Non di rado gli enigmi e le
quartine di Nostradamus si prestano a una soluzione multipla. A volte le
diverse soluzioni convergono, nel senso che l’enigma ammette spiegazioni
plurime per descrivere una stessa cosa. Altre volte le soluzioni divergono, nel
senso che lo stesso enigma si propone di descrivere due cose diverse.
Ad esempio, il brano relativo al
“settimo millennio profondamente calcolato” si presta anche a una soluzione
diversa (sempre a carattere non temporale) e addirittura più elegante di quella
che abbiamo esaminato. Forse ne parleremo in futuro.
Adesso, invece, dobbiamo
affrontare la doppia soluzione dell’enigma della quartina I,48. Vedremo che le
due soluzioni conducono a risultati diversi ma complementari. E vedremo anche
che le spiegazioni sono talmente obiettive e indiscutibili da non consentire
alcun sospetto sulla possibilità che una spiegazione sia corretta e l’altra
sbagliata. E’ la genialità di Nostradamus a produrre questi capolavori che non
possono che lasciare a bocca aperta per lo stupore. Peccato davvero che la
conoscenza dell’opera di quest’uomo sia stata diffusa da ciarlatani
incompetenti, che hanno fatto ricadere su di lui le conseguenze delle loro
deliranti visioni. Seguitemi e giudicate voi stessi.
Cominciamo riepilogando
brevemente la prima spiegazione della quartina, così come l’ho già data in
passato.
Passati
vent'anni del regno della luna
Settemila
anni un altro terrà la sua monarchia:
Quando il
sole prenderà i suoi giorni lasciati
Allora si
compie e termina la mia profezia.
Nei suoi ingannevoli riferimenti temporali, Nostradamus si
ispira alle ciclicità di Roussat, un astrologo del suo tempo che, partendo dal
5200 a.C. (presunta data della creazione del mondo, secondo Eusebio di
Cesarea), va avanti per cicli di 354 anni e 4 mesi, associando un pianeta ad
ogni ciclo.
Arriva, così, al 1533 d.C., che segna la fine del ciclo di
Marte e l’inizio di quello della Luna.
Prosegue con il 1588 d.C., fine
del regno della Luna e inizio di quello del Sole.
Va ancora avanti fino al 2242
d.C., con la fine del regno del Sole e l’inizio di quello di Saturno.
Ricordiamoci la successione Marte-Luna-Sole-Saturno,
perché ci servirà presto per una tra le più inaspettate decodifiche.
Per il momento, vediamo che il
regno del Sole finisce nel 2242 d.C. Come abbiamo verificato più volte in
passato, Nostradamus fornisce una sua cronologia biblica, secondo la quale il
mondo sarebbe stato creato nel 4758 a.C.
Partendo da quest’ultima data,
anziché dal 5200 a.C. di Roussat, dal 4758 a.C al 2242 d.C., fine del regno del
Sole, sarebbero trascorsi esattamente 7000 anni.
Di conseguenza, il terzo verso
della quartina I,48 (“quando il Sole prende [conclude] i suoi giorni
lasciati”) non fa altro che ribadire i 7000 anni del secondo verso (“7000
anni un altro terrà la monarchia”).
Se il regno della Luna inizia nel
1533 d.C., allora il brano “passati vent’anni” del primo verso ci porta
al 1553, anno in cui Nostradamus scrive la quartina, che poi pubblica nel 1555
(ed. Bonhomme).
La frase chiave del quarto verso
è “si compie e termina la mia profezia”. Se, anziché pensare al
risvolto temporale, andiamo semplicemente al “termine delle profezie”, cioè
all’ultima quartina (X,10), ritorniamo alla stessa soluzione emersa in
occasione dell’analisi del “settimo millennio profondamente calcolato”
(LxLxGxL = 7000).
Riepiloghiamo!
Ricordando che, secondo il
dizionario di Nostradamus, la parola “monarchia” del secondo verso è uno dei
termini usati per designare le Centurie, gli ultimi 3 versi della quartina I,48
significano che le “profezie sono complete e terminano” dopo 7000
(anni), quando il sole completa il suo
ciclo. Fuor di metafora, esse terminano con l’ultima quartina (X,100), dalla
quale ricaviamo il numero 7000 per moltiplicazione delle iniziali dei versi.
Come ho già detto in altro post,
la quartina I,48 è sostanzialmente una riproposizione in versi del brano in
prosa relativo al “settimo millennio”.
La prossima volta esamineremo la
spiegazione alternativa, che integra il quadro della distribuzione delle
Centurie. Tale soluzione trova il suo fondamento nell’epistola al figlio
Cesare, dalla quale estraggo il brano che segue. Sembra ricalcare la
successione ciclica di Roussat appena esposta e, invece, ci dà tutto un altro
messaggio. Ammesso che possa essere rimasto qualche piccolo dubbio
sull’inesistenza di un vero aspetto temporale, la nuova spiegazione lo spazzerà
via.
Car encores
que la planette de Mars paracheue son siecle, & à la fin de son dernier
periode, si le reprendra il: mais
assemblés les vns en Aquarius par plusieurs années, les autres en Cancer par
plus longues & continues. Et maintenant que sommes conduicts par la lune,
moyennant la totale puissance de Dieu eternel, que auant qu’elle aye paracheué
son total circuit, le soleil viendra, & puis Saturne.
Allorché il pianeta Marte completerà la sua era, e alla
fine del suo ultimo periodo, se lo riprenderà: ma congiunti gli uni in Acquario
per parecchi anni, gli altri in Cancro per più lunghi e continui. E adesso che
siamo governati dalla luna, tramite l'onnipotenza di Dio eterno, e prima che
essa abbia compiuto il suo circuito totale, verrà il sole e poi Saturno.
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