Tecniche di Nostradamus

lunedì 18 marzo 2013

Quartina I,48 - prima spiegazione


C’è un aspetto del quale, finora, non ho mai parlato. Ne ho fatto un fugace accenno nel libro “Il vero codice di Nostradamus”, ma poi ho lasciato cadere la questione che ritenevo, e ritengo tuttora, prematura. Ora però la devo riprendere velocemente, perché ci riguarda da vicino per la dimostrazione in corso.

Non di rado gli enigmi e le quartine di Nostradamus si prestano a una soluzione multipla. A volte le diverse soluzioni convergono, nel senso che l’enigma ammette spiegazioni plurime per descrivere una stessa cosa. Altre volte le soluzioni divergono, nel senso che lo stesso enigma si propone di descrivere due cose diverse.

Ad esempio, il brano relativo al “settimo millennio profondamente calcolato” si presta anche a una soluzione diversa (sempre a carattere non temporale) e addirittura più elegante di quella che abbiamo esaminato. Forse ne parleremo in futuro.

Adesso, invece, dobbiamo affrontare la doppia soluzione dell’enigma della quartina I,48. Vedremo che le due soluzioni conducono a risultati diversi ma complementari. E vedremo anche che le spiegazioni sono talmente obiettive e indiscutibili da non consentire alcun sospetto sulla possibilità che una spiegazione sia corretta e l’altra sbagliata. E’ la genialità di Nostradamus a produrre questi capolavori che non possono che lasciare a bocca aperta per lo stupore. Peccato davvero che la conoscenza dell’opera di quest’uomo sia stata diffusa da ciarlatani incompetenti, che hanno fatto ricadere su di lui le conseguenze delle loro deliranti visioni. Seguitemi e giudicate voi stessi.

Cominciamo riepilogando brevemente la prima spiegazione della quartina, così come l’ho già data in passato.

Passati vent'anni del regno della luna
Settemila anni un altro terrà la sua monarchia:
Quando il sole prenderà i suoi giorni lasciati
Allora si compie e termina la mia profezia.

Nei suoi ingannevoli riferimenti temporali, Nostradamus si ispira alle ciclicità di Roussat, un astrologo del suo tempo che, partendo dal 5200 a.C. (presunta data della creazione del mondo, secondo Eusebio di Cesarea), va avanti per cicli di 354 anni e 4 mesi, associando un pianeta ad ogni ciclo.
Arriva, così, al 1533 d.C., che segna la fine del ciclo di Marte e l’inizio di quello della Luna.
Prosegue con il 1588 d.C., fine del regno della Luna e inizio di quello del Sole.
Va ancora avanti fino al 2242 d.C., con la fine del regno del Sole e l’inizio di quello di Saturno.

Ricordiamoci la successione Marte-Luna-Sole-Saturno, perché ci servirà presto per una tra le più inaspettate decodifiche.

Per il momento, vediamo che il regno del Sole finisce nel 2242 d.C. Come abbiamo verificato più volte in passato, Nostradamus fornisce una sua cronologia biblica, secondo la quale il mondo sarebbe stato creato nel 4758 a.C.
Partendo da quest’ultima data, anziché dal 5200 a.C. di Roussat, dal 4758 a.C al 2242 d.C., fine del regno del Sole, sarebbero trascorsi esattamente 7000 anni.
Di conseguenza, il terzo verso della quartina I,48 (“quando il Sole prende [conclude] i suoi giorni lasciati”) non fa altro che ribadire i 7000 anni del secondo verso (“7000 anni un altro terrà la monarchia”).
Se il regno della Luna inizia nel 1533 d.C., allora il brano “passati vent’anni” del primo verso ci porta al 1553, anno in cui Nostradamus scrive la quartina, che poi pubblica nel 1555 (ed. Bonhomme).
La frase chiave del quarto verso è “si compie e termina la mia profezia”. Se, anziché pensare al risvolto temporale, andiamo semplicemente al “termine delle profezie”, cioè all’ultima quartina (X,10), ritorniamo alla stessa soluzione emersa in occasione dell’analisi del “settimo millennio profondamente calcolato” (LxLxGxL = 7000).

Riepiloghiamo!
Ricordando che, secondo il dizionario di Nostradamus, la parola “monarchia” del secondo verso è uno dei termini usati per designare le Centurie, gli ultimi 3 versi della quartina I,48 significano che le “profezie sono complete e terminano” dopo 7000 (anni),  quando il sole completa il suo ciclo. Fuor di metafora, esse terminano con l’ultima quartina (X,100), dalla quale ricaviamo il numero 7000 per moltiplicazione delle iniziali dei versi.
Come ho già detto in altro post, la quartina I,48 è sostanzialmente una riproposizione in versi del brano in prosa relativo al “settimo millennio”.

La prossima volta esamineremo la spiegazione alternativa, che integra il quadro della distribuzione delle Centurie. Tale soluzione trova il suo fondamento nell’epistola al figlio Cesare, dalla quale estraggo il brano che segue. Sembra ricalcare la successione ciclica di Roussat appena esposta e, invece, ci dà tutto un altro messaggio. Ammesso che possa essere rimasto qualche piccolo dubbio sull’inesistenza di un vero aspetto temporale, la nuova spiegazione lo spazzerà via.

Car encores que la planette de Mars paracheue son siecle, & à la fin de son dernier periode, si le reprendra  il: mais assemblés les vns en Aquarius par plusieurs années, les autres en Cancer par plus longues & continues. Et maintenant que sommes conduicts par la lune, moyennant la totale puissance de Dieu eternel, que auant qu’elle aye paracheué son total circuit, le soleil viendra, & puis Saturne.

Allorché il pianeta Marte completerà la sua era, e alla fine del suo ultimo periodo, se lo riprenderà: ma congiunti gli uni in Acquario per parecchi anni, gli altri in Cancro per più lunghi e continui. E adesso che siamo governati dalla luna, tramite l'onnipotenza di Dio eterno, e prima che essa abbia compiuto il suo circuito totale, verrà il sole e poi Saturno.

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