Tecniche di Nostradamus

giovedì 26 giugno 2014

Graal: storia e mito (6)

Per ragioni ignote, l’oggetto della nostra ricerca viene chiamato “Graal”. Inizialmente, però, la questione deve essere stata piuttosto confusa, tanto è vero che Chrétien de Troyes ricorre indifferentemente a nomi diversi, anche se simili: Gréail, Graal, Grail, Gréal. Eschenbach e Boron, invece, sembrano prendere coscienza del significato cabalistico della parola: “Gral” per il primo e “Graal” per il secondo. E’ impossibile dire se tale significato sia solo il frutto di una straordinaria coincidenza o di una espressa volontà; è tuttavia probabile che non sia sfuggito ai due scrittori. Infatti, come vedremo, “Graal” assegna alla parola una connotazione cristiana che “Gral” non ha.
Del resto, che esista una evoluzione del concetto, parallela ad una evoluzione della parola, è testimoniato anche da un grande narratore del Graal, Nostradamus, nella quartina X,72 (cfr. “Il vero codice di Nostradamus”):

L’an mil neuf cens nonante neuf sept mois
Du ciel viendra un grand Roy deffraieur
Resusciter le grand Roy d’Angolmois

Non ripeto qui ciò che può essere verificato nei miei precedenti lavori. Ricordo solo che il primo verso “decodificato”, con la sua data apparente di 1999 e sette mesi, dice solo che si sta parlando del “Grande Monarca”, la cui attesa ha dominato tutto il medioevo e sopravvive tuttora.
La leggenda di questo Grande Monarca, che meriterebbe un discorso a parte, ha finito con l’essere strettamente legata alla questione del Graal, proprio per quel fenomeno che tende a far ruotare qualsiasi mistero irrisolto attorno a questo favoloso oggetto.

Come sappiamo bene dai numerosi esempi mostrati in passato, un metodo adottato da Nostradamus con ricorrenza è quello dell’anagramma che, all’interno di un verso, sintetizza l’intero significato della quartina.

Ebbene, anagrammando parte del terzo verso (…usciter le grand roy…), si ottiene “roy crestien du Gral”, cioè “re cristiano del Gral”. Non scandalizzi la forma “crestien”, perfettamente consentita dallo stile del francese arcaico di Nostradamus. 
Se il veggente sente il bisogno di specificare che esiste un “re cristiano del Gral” (cioè il Grande Monarca del primo verso “decodificato”), allora si può dedurre l’esistenza di un parallelismo non cristiano.  
Acquista quindi ulteriore forza l’idea, portata avanti finora, di due concetti di Gral: uno ateo e  uno cristianizzato o, più propriamente, uno egocentrico ed uno cristocentrico. Stiamo per vedere come il ricorso alla Cabala, e in particolare alla Gematria, ne fornisca conferma.

…segue…

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