Per ragioni ignote, l’oggetto
della nostra ricerca viene chiamato “Graal”. Inizialmente, però, la questione
deve essere stata piuttosto confusa, tanto è vero che Chrétien de Troyes
ricorre indifferentemente a nomi diversi, anche se simili: Gréail, Graal,
Grail, Gréal. Eschenbach e Boron, invece, sembrano prendere coscienza del
significato cabalistico della parola: “Gral” per il primo e “Graal” per il
secondo. E’ impossibile dire se tale significato sia solo il frutto di una
straordinaria coincidenza o di una espressa volontà; è tuttavia probabile che
non sia sfuggito ai due scrittori. Infatti, come vedremo, “Graal” assegna alla
parola una connotazione cristiana che “Gral” non ha.
Del resto, che esista una
evoluzione del concetto, parallela ad una evoluzione della parola, è
testimoniato anche da un grande narratore del Graal, Nostradamus, nella
quartina X,72 (cfr. “Il vero codice di Nostradamus”):
L’an mil neuf cens nonante neuf sept mois
Du ciel viendra un grand Roy deffraieur
Resusciter le grand Roy d’Angolmois
Non ripeto qui ciò che può
essere verificato nei miei precedenti lavori. Ricordo solo che il primo verso
“decodificato”, con la sua data apparente di 1999 e sette mesi, dice solo che
si sta parlando del “Grande Monarca”, la cui attesa ha dominato tutto il
medioevo e sopravvive tuttora.
La leggenda di questo Grande
Monarca, che meriterebbe un discorso a parte, ha finito con l’essere
strettamente legata alla questione del Graal, proprio per quel fenomeno che
tende a far ruotare qualsiasi mistero irrisolto attorno a questo favoloso
oggetto.
Come sappiamo bene dai numerosi
esempi mostrati in passato, un metodo adottato da Nostradamus con ricorrenza è
quello dell’anagramma che, all’interno di un verso, sintetizza l’intero
significato della quartina.
Ebbene, anagrammando parte del
terzo verso (…usciter le grand roy…), si ottiene “roy crestien du Gral”, cioè
“re cristiano del Gral”. Non scandalizzi la forma “crestien”, perfettamente
consentita dallo stile del francese arcaico di Nostradamus.
Se il veggente sente il bisogno
di specificare che esiste un “re cristiano del Gral” (cioè il Grande Monarca
del primo verso “decodificato”), allora si può dedurre l’esistenza di un
parallelismo non cristiano.
Acquista quindi ulteriore forza
l’idea, portata avanti finora, di due concetti di Gral: uno ateo e uno cristianizzato o, più propriamente, uno
egocentrico ed uno cristocentrico. Stiamo per vedere come il ricorso alla
Cabala, e in particolare alla Gematria, ne fornisca conferma.
…segue…
Nessun commento:
Posta un commento