Tecniche di Nostradamus

sabato 11 luglio 2015

Fatima: Dal secondo al terzo segreto

Quando ho iniziato le mie ricerche su Fatima, l’ho fatto con intenzioni di massima obiettività e senza pregiudizi. Al limite, se pregiudizio c’era, questo era a favore delle apparizioni.
Man mano che andavo avanti nell’indagine, scoprivo purtroppo che era stato costruito un castello di carte nel quale non c’era carta che poggiasse su base solida.
E’ convinzione diffusa che, di fronte ad eventi come quello di Fatima, bisogna avere fede. Ci si dimentica di dire che la fede si accorda a cose che non si vedono e delle quali non si hanno prove. Quando, invece, queste prove esistono, allora si esce dal campo della fede per entrare in quello della ragione. Nel nostro caso, le prove ci sono; eccome! Sono le prove della mistificazione.
Quand’anche così non fosse, la fede resterebbe comunque una scelta intima e personale, indipendente dai ricatti delle varie Lucia o dai comportamenti delle masse.
C’è da mettersi le mani ai capelli quando perfino un vaticanista come Vittorio Messori, riferendosi a Medjugorje, considera inspiegabilmente la frequentazione di un luogo di culto come legittimazione dei presunti eventi miracolosi che vi si sarebbero verificati. Infatti, intervenendo alcuni giorni fa al 34esimo anniversario della prima apparizione ai veggenti nella cittadina dell'Erzegovina, il giornalista dice che "se si sconfessassero le apparizioni, addirittura temo qualcosa come uno scisma, perché Medjugorje ha rappresentato in questi anni il maggior movimento di masse di una cattolicità malridotta, dopo il Concilio".

Per Messori non è dunque la verità a dover trionfare, ma ciò che molta gente, quella che la pensa come forse la pensa lui, percepisce come verità. Non ho parole. La storia religiosa del mondo è ricca di falsi déi che non cessano di essere tali per il fatto di formare oggetto di adorazione delle masse. Questa non è fede, ma il peggior servizio che si possa rendere alla fede. Un servizio già ripetutamente proposto negli anni anche a sostegno dei fatti di Fatima.

Da parte mia, certo della falsità di quei fatti, non posso essere privo di pregiudizi nel trattare il terzo segreto. Di conseguenza, non mi ritengo in grado di affrontare l’argomento con spirito obiettivamente critico, alla ricerca di una verità alternativa a quella che considero ormai acclarata. Per questo motivo, non sento neanche il bisogno di insistere nella confutazione delle contorsioni mentali alle quali hanno fatto ricorso certi autori di interi libri sul terzo segreto, pur di sostenere le loro tesi. Sarebbe come confutare l’esistenza di Babbo Natale. Mi atterrò perciò all’essenziale, cominciando col chiarire succintamente un equivoco piuttosto diffuso.

Nella quarta memoria, scritta nel 1941,  alla fine della descrizione del secondo segreto, Lucia aggiunge: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, ecc.”

In molti hanno interpretato questa frase come un’introduzione al terzo segreto, restando poi delusi quando il testo reso noto nell’anno 2000 ha rivelato di non avere alcun legame con la presunta premessa. Da qui, la deduzione che il terzo segreto, nella forma divulgata, è un falso; convinzione avallata anche dall’abbreviazione “ecc.”, incompatibile con un testo che, anziché proseguire il discorso, inizia ex-novo proponendo delle visioni.

Per me è evidente che la questione del Portogallo chiude il secondo segreto e non vuole essere l’inizio del terzo, che Lucia stessa afferma di non voler rivelare. Né c’è da meravigliarsi di questa frase strana, visto che tutte le vicende di Fatima, come abbiamo visto in passato, presentano delle forti connotazioni nazionalistiche, con dei ricorrenti riferimenti al Portogallo, anche laddove sono fuori tema.
Se ricordate, si pretende addirittura che la Madonna abbia inviato per vie indirette una profezia specifica sul Portogallo anche al sacerdote Formigao. Prima delle visioni della Madonna, a Lucia sarebbe apparso l’Angelo del Portogallo. E potrei continuare.
Mi pare ovvio, e soprattutto necessario, che il Portogallo venga presentato come beneficiario di una speciale predilezione, visto che tutto l’imbroglio si fonda sul connubio tra sistema politico e sistema ecclesiastico nazionale, in funzione anticomunista. Impossibile, quindi, che un occhio di riguardo per questo Paese possa essere assente nei segreti, che costituiscono il punto culminante di tutta la manifestazione.
Il secondo segreto, come abbiamo visto, è in effetti una lista della spesa, ricca degli articoli più disparati; il Portogallo è semplicemente un articolo in più. C’è da dire che il riferimento al Portogallo manca nella descrizione del secondo segreto della terza memoria, ma appare nella quarta. Perché questa strana aggiunta? Anziché fare sofismi su un presunto legame col terzo segreto, sarebbe più logico prendere in considerazione la più verosimile ipotesi che, in un oceano di bugie, qualcuno abbia detto a Lucia:

-         Dài, su! Fai la brava! Nella quarta memoria, arricchisci il secondo segreto con qualcosa di bello per il nostro Paese e salirai di un gradino nella scala del Paradiso. La Madonna di Fatima è sempre stata presentata come la Madonna del Portogallo; ricordalo alla gente anche in questa circostanza.

Ancora più ridicole le obiezioni su “ecc.”, secondo le quali la successiva descrizione del terzo segreto non mostra continuità col discorso interrotto.
In effetti, l’abbreviazione non è l’interruzione di un discorso, ma sta semplicemente a significare che c’è dell’altro: cioè, quel terzo segreto che, in quel momento, non viene rivelato. Dov’è la stranezza?
A prescindere dalla valutazione che si vuol fare del personaggio, è una constatazione obiettiva che Lucia non sia una letterata dalla penna fine. Andare a sofisticare sulle modalità formali ed espressive è veramente ridicolo, quando poi si sorvola sulle gigantesche contraddizioni di sostanza che dissemina a getto continuo.
C’è da aggiungere che la suora completa la stesura del segreto alcuni anni dopo le memorie; è perciò inimmaginabile che possa riprendere il discorso proseguendo dall’interruzione. E’ del tutto logico che cominci la nuova narrazione con delle espressioni di senso compiuto. Non so proprio come avrebbe potuto fare diversamente. Tra tutti quelli che protestano, mi piacerebbe incontrarne uno che scriva nel suo diario:

Stamattina, quando sono uscito di casa, pioveva….

E poi, dopo alcuni anni, volendo proseguire col racconto, aggiunga nell’ultima pagina del diario:

…ed ho preso l’ombrello.

Non vi racconto le idiote elucubrazioni che sono state fatte sui due punti appena  trattati. E’ già tanto se ho cercato di sintetizzare, forse male, le mie confutazioni; troverei mortificante per il mio senso logico sprecarci sopra ulteriore tempo.
   








1 commento:

  1. E’ convinzione diffusa che, di fronte ad eventi come quello di Fatima, bisogna avere fede. Ci si dimentica di dire che la fede si accorda a cose che non si vedono e delle quali non si hanno prove

    Ma sopratutto ci si dimentica, perchè non lo si capisce, che la tanto usata a sproposito parola Fede, deriva da un detto paolino:
    E' necessario che abbiate fede nelle mie parole affinchè poi possiate capire omettendo di aggiungere, perchè era cosa scontata per l'uditorio di allora: se metterete in pratica gli insegnamenti che vi darò

    Cioè la Fede non é accettazione incondizionata di aria fritta, ma premessa necessaria ma non sufficiente per atti concreti e personali.

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