Nel messaggio precedente ho citato la quartina I,2 riportando anche la traduzione che se ne è sempre fatta.
E' sufficiente un attento riesame del primo verso per rilevare la leggerezza con la quale è stato finora "letto" Nostradamus.
In mano posta la verga in mezzo ai braccioli (della sedia)
In realtà, NON è affatto scritto "in mezzo ai braccioli" e né "tra i braccioli". Nostradamus richiama perfino l'attenzione, scrivendo BRANCHES a tutte lettere maiuscole.
Si tratta invece di un gioco enigmistico che si legge: "Nel mezzo DI branches".
La traduzione corretta, perciò, è:
La verga in mano va messa (per indicare, puntare) nel punto di mezzo di BRANCHES
E che c'entra il "lembo della veste" al secondo verso? Vada (si fa per dire) per il piede nell'acqua; ma come si fa a pensare che un lembo di veste bagnata accresca le facoltà di chiaroveggenza?
Nella lettera a Cesare è scritto che "per mezzo della voce proveniente dal limbo mediante l'esigua fiamma ecc…" ("la voix faicte au lymbe moyennant la exigue flamme etc…"). Dunque? Se si traduce "lymbe" con "lembo (della veste)", allora bisogna concludere che la voce proviene dal lembo della veste! Come si fa a pensare una cosa del genere per 450 anni? Come fa "l'interprete" del terzo millennio a prendere in considerazione una tale sciocchezza?
Vediamo di fare un po' di luce, se non altro indirizzando l'enigma nella direzione giusta.
Nel mezzo di "braNChes" sta "NC"; cioè, "Nostradamus Cesar" o, il che è lo stesso, "Nostradamus Chiren" (chi ha letto il mio libro conosce il motivo per il quale Chiren e Cesar sono la stessa persona).
Questo significa che la descrizione del metodo di veggenza va ricercata nella lettera a Cesare, dove in effetti si trova.
La verga infatti "indica" il punto di mezzo di BRANCHES", cioè "NC=Nostradamus Cesar "; come l'insegnante di una volta che, con la bacchetta, "puntava" a qualcosa sulla lavagna.
E' come se Nostradamus dicesse: "Vai alla lettera a Cesare, dove parlo del limbo, e lì troverai la descrizione di come il divino si sieda vicino a me".
E' infatti nella lettera a Cesare che Nostradamus descrive il "vero" metodo di veggenza; descrive perfino cose che non poteva conoscere… "l'onda" e il "piede", ad esempio, che non hanno nulla a che vedere con l'acqua o con una estremità anatomica.
E' evidente che quel "moulle" è stato sempre confuso con "mouille" (bagna") invece di essere riferito a "moule" (prende forma"). E' evidente che quel "de l'onde" è stato confuso con "nell'onda", errore che non farebbe un ragazzino alle prime armi con il francese, piuttosto che con "dall'onda": da cui, "nell'onda egli bagna…", piuttosto che "dall'onda egli prende forma…".
Aggiungo che, come spesso accade con Nostradamus, l'enigma di "branches" presenta anche un'altra soluzione. La verga, intesa come "bacchetta magica", è rappresentata da una "I". Se mettiamo una "I" all'interno di BRANCHES ("verge mise au milieu de BRANCHES=verga messa nel mezzo di Branches"), otteniamo la parola "bRANICHES", che contiene le lettere necessarie per comporre CESAR, HENRI, CHIREN: i 3 nomi "chiave" di Nostradamus.
Insomma, con la mia lettura la quartina acquista una luce del tutto nuova, coerente con la sua presenza in un testo codificato. Una luce ben diversa da quella di un tizio che, per stimolare le sue facoltà di veggenza, fa il pediluvio e bagna un lembo della veste, col rischio di fare arrabbiare la moglie!
Non approfondisco oltre, perché sono ancora incerto sull'opportunità di scrivere un libro dedicato proprio all'epistola a Cesare. Mi voglio quindi riservare qualche piccolo segreto.
Richiamo invece l'attenzione sulla "esigua fiamma" riportata non solo nel brano dell'epistola citato sopra, ma anche nella quartina I,1 che esamineremo la prossima volta.
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