Facciamo un piccolo salto indietro e riprendiamo per un momento il filo della biografia. Per capire il suo codice, dobbiamo conoscere bene il personaggio.
Dal nonno materno (anzi, bisnonno) Jean de Saint Remy, medico e astrologo, il piccolo Michel viene iniziato ai segreti dell'astrologia, della matematica, della Qabbalah, della medicina.
Raggiuntà l'età, studia a Avignone, dove risiede presso una zia, e poi si iscrive alla facoltà di medicina dell'Università di Montpellier.
Durante l'epidemia di peste del 1528, pur senza essere ancora medico, si dà da fare con grande successo. Probabilmente mette a profitto gli insegnamenti del nonno Jean ma, più che altro, applica dei sani principi di igiene.
Rivivrà l'esperienza, alcuni anni più tardi, in occasione della peste di Aix.
Nella prima metà degli anni '30, conosce Giulio Cesare Scaligero, un erudito italiano vanitoso e pieno di sé trasferitosi in Francia che, avendone intuito le doti, lo invita a stabilirsi nella cittadina di Agen. Qui si sposa e ha dei figli.
Purtroppo, vistosi superato nelle conoscenze, lo stesso Scaligero comincia a sviluppare un'invidia crescente.
E' probabile che sia proprio lui a chiamare gli inquisitori, quando questi indagano su Nostradamus per i suoi interessi sull'occulto.
Egli allora rompe con Scaligero, lascia la famiglia ad Agen e comincia a viaggiare; ritorna solo in occasione della morte della moglie e dei figli falcidiati dalla peste.
Nella sua epistola a Enrico II racconta di una particolare esperienza con Scaligero. Come al solito, il linguaggio è cifrato e nessuno ha mai visto traccia di questa narrazione, almeno fino a ora. L'episodio viene rivelato nel mio libro non ancora pubblicato.
Sarà la prima delle vendette che spettano al nostro amico!
Un po' tardi, si potrebbe pensare. Però, non dimentichiamo che abbiamo a che fare con una storia che non ha tempo.
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