Abbiamo fin qui tentato di dare un significato ad alcune
stranezze dell’epitaffio che appare nell’edizione Pierre Rigaud del 1566 delle
centurie, la prima delle due edizioni postume (l’altra è del 1568) che
presentano dei minuscoli dettagli non attribuibili alla iniziativa del
tipografo.
La tesi da me sostenuta è che questi dettagli testimonino
la personale supervisione di Nostradamus, evidentemente sopravvissuto alla data
ufficialmente nota come quella della sua morte.
Pensiamoci un attimo: sarebbe stato folle ed estremamente
stupido permettere che gli elementi di decifrazione di un’opera grandiosa come
le Centurie, celati sotto dettagli insignificanti, potessero essere compromessi
dalle disattenzioni del tipografo che, per quanto diligente, non poteva essere
in grado di rispettare alcune sottili particolarità il cui valore gli era
ignoto. Insomma, vi immaginate un uomo come Nostradamus che, dopo aver lavorato
per decenni a un’opera minuziosa, affida al caso la stampa di una “a” in
corsivo, o di un maiscuolo anziché un minuscolo, o di un carattere di un tipo
anziché di un altro?
Non dimentichiamo, tra l’altro, che Nostradamus scriveva
con penna d’oca e non aveva modo di evidenziare con chiarezza le centinaia di
differenziazioni grafiche di cui aveva bisogno. E’ un aspetto fondamentale, che
può sfuggire a noi, abituati all’utilizzo del computer.
Poiché tutte le particolarità delle quali stiamo parlando
hanno un senso non più ignoto e considerato che un qualsiasi errore avrebbe
potuto compromettere tutto, se ne deduce che non può essere presa minimamente
in considerazione qualsiasi ipotesi che escluda la supervisione diretta di
Nostradamus.
La conseguente deduzione è che Nostradamus non sia morto
il 2 luglio 1566, ma abbia semplicemente preparato la sua scomparsa dalla
scena, perché aveva più di un motivo per farlo. Dal libro “L’ultima chiave”
sappiamo che era un infiltrato dei Guisa-Lorena a corte, ove il clima si era
parecchio surriscaldato quando, dopo la morte del re, Caterina de’ Medici aveva
preso in mano la situazione e gli intrighi della “spy story” stavano
gradualmente venendo alla luce: Diane de Poitiers avvelenata; Francesco I di Guisa assassinato; Gabriel de
Montgomery in fuga; Nostradamus, in grave pericolo, deve sparire. Non gli viene
difficile: accreditato come profeta, finge di conoscere con esattezza il giorno
della sua morte e redige testamento davanti al notaio quindici giorni prima della
data prevista, aggiungendo poi un codicillo solo due giorni prima. Se lui
predice che sta per morire, i suoi contemporanei (e anche i creduloni di oggi)
non hanno motivo di dubitare. Chissà chi avranno seppellito!
Egli non era nuovo alle sparizioni improvvise, avendolo
fatto già molti anni prima, quando si era dileguato nel nulla nonostante avesse
già messo su famiglia ad Agen. In quell’occasione era andato a prepararsi al
compito che l’attendeva anche se la leggenda, non sapendo come spiegare quella
scomparsa, narra che aveva vagato per l’Europa guarendo i malati di peste.
La data di morte dell’epitaffio avalla proprio la tesi di
una morte concepita a tavolino in quanto racchiude, con le sue cifre,
l’indicazione del metodo principale di interpretazione delle Centurie. Un
enigma dunque che, come già visto per altri enigmi, duplica i contenuti
dell’epistola a Enrico II, sintetizzandoli e miniaturizzandoli in maniera
magistrale.
Si ma c'è qualche cosa che non mi torna....
RispondiEliminaio ci vedo una correlazione con l'altra pietra, quella descritta in un suo precedente articolo su questo blog, e ci vedo la correlazione con una parte delle centurie che parlano di sepolcro che poi una volta scoperto si sceglie di lasciare il segreto lì dov'è....
E' come se ci fosse un collegamento invisibile...
C'è anche un'altra possibile spiegazione, e cioè che entrambe le tesi non siano in contraddizione ma che invece siano entrambe vere.
RispondiEliminaNostradamous sopravvive supponiamo 5 anni a quell'epitaffio e contemporaneamente nostradamous muore nella data che tutti conoscono.
Affinchè si possano avverare entrambe basta che l'epitaffio non fosse reso pubblico, cioè la tesi esattamente opposta a quella descritta nel blog.
Teoricamente avrebbe potuto prepararlo anche 10 anni prima di morire.