Ad essere sincero, non è che ci
dessi l’anima. Interrompevo per alcuni mesi… poi riprendevo… interrompevo
nuovamente. Mi rendevo conto che, andando per tentativi, le possibilità di
arrivare lontano erano limitate. Procedevo svogliatamente, per quanto sempre
interessato, finché un giorno mi sono imbattuto nel libro di Carlo Patrian
(Nostradamus – Ediz. Mediterranee).
Il suo era un ottimo lavoro: l’autore non dava spunti
propri, ma presentava una sintesi dello stato dell’arte, riassumendo per molte
quartine i punti di vista di diversi studiosi.
Fu interessante scoprire che,
come temevo, le quartine di Nostradamus erano inesplicabili per tutti: lo
dimostrava il fatto che ognuno di loro esprimeva un punto di vista diverso e
vedeva cose diverse in uno stesso disegno.
Fu il colpo definitivo, che mi convinse a lasciare
perdere. Delle due l’una: o Nostradamus era un grande burlone che si era preso
gioco dei lettori per tutti i secoli a venire (a che scopo?), oppure esisteva
una strada inesplorata, che nessuno aveva preso in considerazione. Scoraggiato,
decisi che non era il caso di sprecare ulteriori energie col rischio che, ad
essere vera, fosse la prima opzione.
Un giorno del 2003, dopo non so
quanto tempo, ripresi le Centurie in mano e comprai un nuovo libro, nel quale
l’autore suggeriva di “smontare” i paragrafi dell’epistola a Enrico II e di
rimontarli in maniera diversa. Benché le sue conclusioni fossero assurde,
l’idea di base mi sembrava buona e decisi di seguirla. Perciò, cominciai a
trascrivere i vari brani, tutti di lunghezza molto contenuta, su fogli di carta
formato A4. In calce a ogni brano annotavo osservazioni e perplessità.
Quel lavoro, rivelatosi
assolutamente inutile ed errato nei termini suggeriti dall’autore del libro (le
epistole sono corrette così come sono), risultò invece prezioso per
l’esperienza e la sensibilità che mi fece acquisire. Nonostante fossi ancora convinto che quartine ed epistole
avessero sempre dei contenuti profetici, lo sminuzzamento in brevi frasi mi
aveva costretto a concentrare l’attenzione sui piccoli dettagli, normalmente
trascurati, rafforzando il sospetto che, quantomeno, le profezie
convivessero con delle istruzioni. Questa possibilità, se fosse stata
accertata, avrebbe dimostrato l’esistenza di un filo di Arianna, logico e
obiettivo, idoneo a guidare lo studioso nel labirinto delle quartine.
Trascrivo un esempio di quelle
annotazioni, che ho conservato come un cimelio:
Nostradamus (epistola a Enrico
II):
…tale sarà la loro potenza,
che ciò che si farà per concordia ed unione insuperabile sarà per conquiste
belliche…
Annotazioni:
Riferimento alla potenza bellica
nazista.
Allegoricamente, unione di numeri
per ottenere un risultato in chiaro; o anche l’insieme delle diverse parti
dell’opera profetica.
E’ ancora più probabile, visto il
contesto nel quale il brano è inserito, che si tratti dell’unione di frasi
latine.
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