Da quanto detto fin qui, appare
chiaro che la tanto ricercata “chiave” di Nostradamus è in effetti un mazzo di
chiavi, ciascuna delle quali è inservibile se non viene usata congiuntamente
alle altre.
Trascuriamo le chiavi, già
trattate in passato, che definiscono le opere originali, l’estensione delle
Centurie e la struttura delle quartine; le do per acquisite. Concentriamoci
invece sulle tre chiavi di decifrazione.
Queste ultime si presentano sotto
forma di una matrice perlomeno tridimensionale: posizione all’interno delle
Centurie, tecniche cabalistiche per la sua traduzione in chiaro,
“desimbolizzazione”.
La seconda e la terza chiave non sono meccaniche; esse
sono il frutto dell’intuizione, dell’abitudine e della dimestichezza. Sono
informazioni che non si possono trasmettere, perché l’esperienza è totalmente
personale. Sono addirittura più importanti della prima che, senza le altre due,
pone più interrogativi che risposte.
Questo intendevo con la mia
affermazione, nel post “Le tre Parche”, quando ho affermato che “spesso non sono le mie risposte ad essere
incomplete o imprecise; di solito è la percezione ad esserlo”.
O anche, nel post “Come tutto è cominciato”, quando ho sostenuto che “Mettere in ordine le quartine serve a poco, se poi
non si riesce a decodificare il vero contenuto”.
Nel mio primo libro, “Il vero
codice di Nostradamus”, ho scritto:
Poiché, però, molti studiosi seri hanno speso anni
della loro vita per amore di Nostradamus, penso sia giusto condividere parte
delle mie scoperte. Queste persone non resteranno deluse. E' una promessa e un
impegno. Devo però precisare che il compito che mi sono assunto non è quello di
rivelare il messaggio, ma di fare quanto basta per restituire il discredito a
chi lo ha gettato su Nostradamus; ovviamente sarà mia preoccupazione badare a
che quel "quanto basta" sia più che sufficiente per dare credibilità
alla mia posizione, al di là di ogni dubbio.
Ho già mantenuto ampiamente
questo impegno: ho indicato esattamente dove andare a cercare i “mattoni” per
il riordinamento delle quartine; ho fornito numerosi esempi di “dizionario”,
così che chiunque possa essere in grado di proseguire da solo; ho dedicato metà
del terzo libro (“Nostradamus: la Cabala, i Templari, il Graal”) alle tecniche
cabalistiche. Ho mostrato soprattutto, con degli esempi, “come” si leggono le
quartine.
Il problema, adesso, non è più
l’informazione, ma la sua rielaborazione. Senza questa rielaborazione, neanche
la più completa delle spiegazioni appare sufficiente; anzi, si vedranno sempre
nelle spiegazioni “dall’alto” delle incompletezze e delle forzature.
Dimentichiamoci le
interpretazioni semplificate e sintetiche che si leggono nei numerosi libri su
Nostradamus, ma che non spiegano un bel nulla. Si fa presto a dire che la
quartina I,76 parla di Napoleone. Si potrebbe affermare altrettanto
efficacemente che parla dell’orco cattivo. Questo succede perché i dettagli
diventano orpelli inutili e qualsiasi generico personaggio malefico si adatta a
questi versi, la cui lettura è influenzata dall’idea preconcetta che abbiamo
delle “profezie” di Nostradamus.
Con un tale nome
feroce sarà chiamato,
Il nome che le tre
sorelle avranno per fato:
Poi grande popolo per
lingua e fatto “…durrà” (condurrà o sedurrà),
Più di ogni altro avrà
fama e rinomanza.
La “vera” comprensione della
quartina richiede una serie di presupposti che approfondiremo nel prossimo
post; intanto verifichiamo quali sono:
-
conoscenza del terzo anticristo;
-
conoscenza delle tecniche di Notarikon e Gematriah;
-
conoscenza del ruolo delle frasi in latino.
Se questi presupposti sono
acquisiti, la spiegazione apparirà semplice, lineare e completa; se sono
assenti, apparirà contorta, forzata e incompleta.
Come dicevo… tutto dipenderà non
da me, ma dalla vostra percezione.
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