Prima di tornare alla quartina X,91, devo completare la
sintesi sui Presagi, aggiungendo che credo di essere riuscito a individuare
singolarmente le 138 quartine, tra tutte quelle disponibili, attraverso un procedimento empirico.
Temo che questo brano possa essere di scarso interesse
generale. Ho però ritenuto di doverlo scrivere lo stesso, per completezza di
esposizione.
Va detto anzitutto che, mentre le
quartine delle Centurie possono avere sia contenuto profetico che di struttura,
i Presagi sono esclusivamente delle quartine di struttura, contengono cioè
delle indicazioni per la ricostruzione del codice.
Tenendo conto di questo, nella
mia selezione ho escluso quelli che mi sembravano privi di qualsiasi utilità in
tal senso. Preciso meglio: se un almanacco non conteneva Presagi con del codice
valido, allora lo consideravo falso, salvo le eccezioni che vedremo subito; se,
però, alcuni Presagi contenevano del codice, allora consideravo validi tutti
quelli contenuti nell’almanacco.
Non è stato un lavoro facile, dal
momento che alcune particolarità possono sfuggire a un’analisi così soggettiva.
Tra l’altro, il linguaggio dei Presagi, notevolmente più astruso di quello
delle quartine delle Centurie, rende ardua anche la strada dei collegamenti
logici dei contenuti.
Un grosso aiuto mi è stato dato
dall’esame degli stessi almanacchi, nei quali i Presagi sono inseriti. Se
questi almanacchi, a prescindere dai Presagi, comprendono frammenti di codice
valido, allora anche le relative quartine possono essere considerate
autentiche. L’esempio più eclatante è costituito dall’almanacco per l’anno
1566, al cui interno appare un enigma che nessuno al mondo, eccetto
Nostradamus, avrebbe potuto concepire: è la riscrittura, in forma diversa ma
con uguale soluzione, del famoso enigma delle cronologie bibliche dell’epistola
a Enrico II. Grazie a questa soluzione comune, “io so” che non può esistere
neanche l’ombra di un dubbio sull’autenticità di quell’almanacco e, di
conseguenza, dei suoi Presagi.
Purtroppo, in altri casi, frammenti
di codice valido appaiono anche in almanacchi che, per alcune caratteristiche,
sono sicuramente apocrifi. Evidentemente i falsari, nel tentativo di emulare
stile e contenuti dei veri lavori di Nostradamus, hanno inavvertitamente
copiato delle parti di materiale cifrato.
Ripeto, peraltro, che non si può
escludere la possibilità che sia stato lo stesso Nostradamus a confondere le
acque.
Detto questo, non posso essere
certo che la mia ricostruzione sia esente da errori. L’unica cosa certa che mi
sento di garantire, checché ne dicano tutti gli altri studiosi, è il numero dei
Presagi integrativi delle Centurie: 138. E’ proprio su questo numero, come ho
già anticipato, che si fonda la chiave di ordinamento introdotta dalla quartina
X,91.
Fortunatamente, i singoli Presagi
non sono indispensabili; l’importante è conoscerne il numero, essenziale per un
corretto funzionamento delle chiavi di ordinamento.
Nostradamus aveva l’abitudine di
proporre ripetutamente i suoi enigmi in forma diversa e su pubblicazioni diverse,
evidentemente con l’intenzione di permettere la ricostruzione dell’enorme
puzzle, perfino nel caso che qualche pezzo fosse andato perduto. Perciò i
Presagi hanno una funzione supplementare e non complementare alla analoghe
quartine di struttura delle Centurie o alle stesse epistole a Cesare e a Enrico
II. Pur essendo utili a chiarire o facilitare o confermare soluzioni ricavate
in altro modo, sono solo una via parallela per raggiungere l’obiettivo.
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