Tecniche di Nostradamus

mercoledì 19 febbraio 2020

Il punto debole

In passato ho sempre cercato di dimostrare che esiste una stretta relazione tra le lettere delle frasi latine e le quartine. Basterebbe solo ricordare l’enorme numero di volte che Nostradamus richiama  l’attenzione del decodificatore, citando la parola “lettere”. E ricordo anche la quartina IX, 1 nella quale egli afferma che “le lettere saranno trovate sulla tavola”.
Col tempo siamo riusciti ad identificare esattamente queste lettere ed a trovare la tavola nella quale disporle (quella di Leowitz). Siamo riusciti a capire che, per la codifica, egli utilizza la tecnica di Cardano (quartina III, 62), che consiste nel disporre una maschera su una griglia (quartina II, 10), scrivendo a turno le parti congruenti di un messaggio.
Sapendo tutto questo, trovare il messaggio finale non è più questione di tecnica, ma questione di tempo. Spero di non prendere abbagli. Mi consola il fatto che non sto cercando di indovinare. La mia è stata una maturazione progressiva, passo dopo passo, enigma dopo enigma, ciascuno dei quali mi ha portato in maniera coerente allo stadio successivo. Ho sempre costruito coi mattoni via via trovati. Mai fatto salti in avanti, mai accettata una ipotesi senza verifica.
Nell’utilizzo della tecnica citata, Nostradamus ha incontrato un limite enorme, peraltro tipico di tutte le tecniche crittografiche note ai suoi tempi: un messaggio poteva essere suddiviso in segmenti, ma c’era un limite al di sotto del quale non si poteva scendere. Questo significa, nel caso specifico di Nostradamus, che egli non poteva impedire che alcune quartine venissero scritte in successione, sia pure mescolate ad altre.



Prendiamo l’esempio riportato nella griglia dell’immagine (cover del libro “Cryptanalysis” di Gaines”). Il messaggio intero è “MISFIRE ON VIADUCT JOB X RUSH INSTRUCTIONS”. Le modalità di utilizzo della griglia sono parecchie, ma non c’è modo di evitare che ciascuna parte del messaggio segua l’ordine naturale. Guardando il primo dei quattro riquadri e leggendo nell’ordine, cogliamo le lettere “MISFIRE ON”. A schema completo, queste lettere si confonderanno con le altre, diventando illeggibili; però staranno sempre lì. Basta saperlo! Diceva Michelangelo che ogni blocco di marmo contiene una statua; la bravura dell'artista sta nel tirarla fuori.
Per Nostradamus è lo stesso. Anzi! Non solo egli incontra i limiti tecnici della griglia ma, adottando una maschera virtuale costituita da lettere alfabetiche, egli incontra anche il limite della frequenza delle singole lettere. Il suo messaggio comincia a snodarsi sotto la lettera “A”, per passare poi alla “B” e così via. Finché la “A” non viene esaurita, egli non può tornare indietro. Può mescolare le centurie, può invertire l’ordine delle quartine all’interno di una medesima centuria, può dividere la sua griglia  in tre parti (come credo abbia fatto), può inventarsi tutte le diavolerie che gli passano per la mente, ma non può impedire la presenza di segmenti di quartine in sequenza. E' il suo punto debole che cercavo da anni. Prendiamo, ad esempio, le quartine I, 32 e I, 43:

Il grande impero sarà presto trasferito,
In piccolo luogo, che presto crescerà,
Ben misero luogo, di piccola contea,
Dove nel mezzo poserà il suo scettro.

Prima che il cambiamento dell’impero avvenga,
avverrà un fatto assai meraviglioso,
mutato il campo, il saccheggio di Porfirio
messo, trasmutato su roccia rugosa.


Non so esattamente cosa queste due quartine significhino; ho solo qualche vaga idea, tutta da verificare. Ma questo è poco importante. E’ importante invece constatare che sembrano proprio due quartine legate da un unico filo logico. Fosse solo uno sporadico episodio, sarebbe un caso. Invece la questione è sistematica e rispetta perfettamente la teoria della crittografia dell’epoca. Sapendo ciò che sappiamo, lo si può verificare in qualsiasi centuria. Ci sono sempre dei gruppi di quartine che si incastrano alla perfezione l’una con l’altra, come tasselli di un mosaico. E questo ci porta dritti dritti all’argomento che formerà oggetto del prossimo post.
Scusatemi, ma queste premesse sono necessarie per comprendere bene le conclusioni che ne ho tratto. Senza di esse, non potreste esprimere della valutazioni consapevoli.
Intanto, traiamo le conseguenze di quanto appena scoperto. A griglia correttamente impostata, ed ammesso che siano realmente collegate, le quartine I, 32 e I, 43 devono giacere sotto una medesima lettera della nostra famosissima chiave da 942 lettere; supponiamo ad esempio la “N”. Le due “N” che identificano le due quartine devono stare alla distanza di 11 caratteri l'una dall'altra, così come le stesse quartine.
Noi non abbiamo la griglia correttamente impostata, ma possiamo fare quello che si fa correntemente in criptoanalisi: risalire all’indietro come i gamberi, procedendo per prova ed errori. Purtroppo esistono ben 26 intervalli da 11 caratteri in tutta la chiave, distribuiti tra le varie lettere (5 sotto la A, 3 sotto la C, 6 sotto la E, etc.). Problematico sapere dove posizionare esattamente le due quartine. Nel caso del nostro esempio, potremmo naturalmente seguire la traccia delle “N” successive e precedenti a quelle dell'intervallo da 11, per verificare se conducono ad un discorso coerente, salvo passare ad altra lettera. Insomma, un difficoltoso percorso semi-interpretativo da maneggiare con cautela.
Per fortuna non ne abbiamo bisogno, perché abbiamo anche degli intervalli unici. Anzi, abbiamo delle “serie” di intervalli consecutivi unici. Se lavoriamo su queste “serie”, anziché sugli intervalli singoli, abbiamo enormi probabilità di non sbagliare. Se, poi, questa condizione si verifica sistematicamente, allora… ne riparliamo. Intanto vi ho fatto venire un po' di mal di testa, vero?






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