Condizione essenziale per sostenere che l’epitaffio del quale
ci stiamo occupando contenga delle indicazioni occulte (nel senso di nascoste,
non come espressione di occultismo) è che esso sia stato composto dallo stesso
Nostradamus, che ha simulato la data di morte.
Per dimostrarlo, ho cercato di dare un significato a
quelli che appaiono palesemente come degli enigmi steganografici, riservandomi
di dare una soluzione anche al significato della data della presunta morte.
Ricordo ancora una volta che due edizioni postume delle
Centurie contengono alcune particolarità, descritte in dettaglio nei miei libri
e succintamente in questo blog, che solo la supervisione diretta di Nostradamus
poteva rendere possibili (Migliaio completato da tre Centurie, enigma di Dog e
Dohan, cronologia astrologica, minuziosa distinzione tra caratteri in corsivo e
caratteri normali, ecc.). La sopravvivenza del nostro amico non è dunque in
discussione ed è su questo presupposto che l’epitaffio va studiato: non come
dimostrazione di ciò che è già emerso oltre ogni dubbio dall’esame delle Centurie
considerate postume ma, al massimo, come ulteriore elemento di prova, utile ma
non necessario. Partendo da questo presupposto ci interessa di più, invece,
scoprire se esso contiene del codice e se, in particolare, la falsa data di
morte racchiude un preciso messaggio.
La tradizione vuole che Nostradamus sia nato il 14 o il 21
dicembre 1503 e sia morto il 2 luglio 1566. Da dove deriva quell’incertezza di
sette giorni sulla data di nascita, visto che non esistono risultanze
anagrafiche?
Semplicemente dal fatto che la data di nascita viene
ricavata indirettamente, con un semplice calcolo a ritroso, partendo dalla data
di morte indicata sull’epitaffio che stiamo studiando.
Infatti, lo stesso epitaffio afferma che Nostradamus è
vissuto 62 anni, 6 mesi e 17 giorni, permettendo di fissare la data di nascita
al 14 dicembre 1503.
E’ vissuto 62 anni, 6 mesi, 17 giorni; è morto a Salon il
2 luglio 1566.
Stranamente, nel libro “L’histoire e chronique de
Provence”, il figlio Cesare Nostredame sostiene invece che il padre è vissuto
62 anni, 6 mesi e 10 giorni, con ciò fissando indirettamente la data di nascita
al 21 dicembre 1503.
C’è dunque, nel conteggio di durata della vita, una
discordanza di 7 giorni, sulla quale potrei pure convenire che si possano fare
diverse valide ipotesi, se non fossi prevenuto sull’esistenza di un “trucco”.
Infatti, poco convinto dell’involontarietà dell’errore e sapendo che ogni
apparente incongruenza in ciò che Nostradamus ci ha lasciato cela
immancabilmente un codice crittografico o steganografico, credo possa risultare
proficuo cercare lo scopo di questa discordanza. Se riesco a trovarlo, allora
avremo la conferma che la data di morte non solo è falsa, cosa che già
sappiamo, ma che è stata studiata a tavolino con particolare attenzione, in
quanto non esiste codice che si forma per caso, soprattutto quando il messaggio
nascosto è coerente col contesto.
non è a prescindere una data di morte sbagliata.
RispondiEliminaN. ha fatto quell'epitaffio sulla base di una sua previsione e si è sbagliato di 7 giorni.
Lo ha fatto ad esempio 5 anni prima ma questo non significa che sia falsa a priori e ne che lui sia sopravvissuto.
i 7 giorni sono dal mio punto di vista l'errore tra la previsione e la stessa morte.
Quindi non sarebbe sopravvissuto degli anni, e nemmeno mesi da quella data, sarebbe morto nella vicinanza di quella data