Sulle chiavi di Nostradamus ho
già scritto molto in passato, sia in questo blog che nei miei libri. Nel
descriverle, ho quasi sempre dato la prevalenza a quelle che riguardavano
l’ordinamento delle quartine piuttosto che il metodo di lettura dei versi.
Quest’ultimo è costituito da una serie di tecniche, non molte, spesso usate
congiuntamente: la letteralità “parallela”, le conversioni cabalistiche,
l’integrazione tra brani diversi e l’uso di un certo numero di parole in codice
sono quelle principali.
Non è il caso di perderci in
spiegazioni generiche che non sarebbero di alcuna utilità, se viste in
astratto. Mi limito perciò a fornire degli esempi, dopo aver fatto notare che,
per “letteralità parallela”, intendo una formulazione che assume due
significati letterali, uno dei quali sfugge alla comprensione perché “coperto”
da un altro di più immediata percezione.
Quando, ad esempio, nella
quartina IX,1 Nostradamus scrive che “le lettere verranno trovate sulla
tavola”, non vuole dire, come gli interpreti hanno sempre erroneamente inteso,
che delle epistole verranno trovate sul tavolo della cucina o del soggiorno o
di chissà dove, ma che le lettere dell’alfabeto vanno incrociate con una
tavola numerica: per ogni numero della tavola bisogna trovare la lettera
corretta tra quelle disponibili (vedremo subito come). Dunque, come in molti
altri casi analoghi, è la gente a fraintendere ciò che in effetti Nostradamus
dice esplicitamente.
Come sappiamo da tempo, a
ciascuna delle lettere alfabetiche di alcune frasi in latino corrisponde una
quartina. Queste lettere, e di conseguenza le quartine ad esse associate, vanno
riordinate secondo la distribuzione dei numeri della tavola utilizzata per la
cifratura. Una tavola che non mi sono inventato io, ma che viene indicata dal
nostro amico di Salon in uno dei suoi tanti enigmi.
La quartina IX,1 ha dunque la
funzione di far capire al “decifratore” cosa deve fare per mettere nel corretto
ordine tutte le quartine delle centurie. La riprendo qui, anche se già
analizzata nel libro “L’ultima chiave di Nostradamus”.
Dans la maison du traducteur de
Bourc,
Seront les lettres trouvées sur
la table,
….
….
Nella casa del traduttore di
Bourc,
Le lettere verranno trovate
sulla tavola
La traduzione di Bourc, cioè la
conversione numerica della parola Bourc, secondo le regole cabalistiche della
Gematria, fornisce il numero 24173 (per la tavola di conversione, cfr.
“Nostradamus: la Cabala, i Templari, il Graal”: B=2, O=4, etc.).
Il numero 24173 non è un numero
qualsiasi. Sappiamo che, nell’epistola a Enrico II, Nostradamus propone
l’enigma di due cronologie bibliche, fornendo come soluzione il numero 4173.
Quindi, 2 enigmi con unica soluzione 4173, cioè 2-4173.
Non può essere una coincidenza
che la conversione di Bourc dia 24173 ma, se qualcuno nutre ancora dei dubbi,
ricordo che la citata epistola aggiunge:
E anche con questo calcolo che
ho tratto dalle sacre lettere sono circa 4173 anni.
Quindi, così come nella
quartina, anche nell’epistola Nostradamus associa le “lettere” al numero
4173.
Purtroppo, come le ciliegie,
ogni enigma tira l’altro. Ricordo solo che le “sacre lettere” sono le lettere
che compongono le frasi in latino dell’epistola a Cesare e di quella a Enrico
II.
Mettendo tutto insieme, è
evidente che le lettere che il “traduttore” di Bourc deve trovare sulla tavola
(numerica) sono le lettere alfabetiche delle frasi in latino:
Nella casa del traduttore di
Bourc,
Le lettere verranno trovate
sulla tavola
E’ chiaro a questo punto che,
per capire la quartina, ho fatto ricorso 1) alla letteralità dell’espressione
“le lettere saranno trovate sulla tavola”, 2) ad una conversione cabalistica
della parola “Bourc”, 3) all’integrazione della spiegazione con una frase
dell’epistola ad Enrico II di Francia: ben tre delle tecniche citate
all’inizio.
Ovviamente, la quartina è solo
un tassello di un mosaico assai più ampio, all’interno del quale essa si
inserisce perfettamente in maniera organica, esauriente e coerente con tutto il
resto delle istruzioni di decifrazione (frasi in latino, cronologie bibliche,
etc.) trattate in altre occasioni.
Perciò, la spiegazione fornita
risulta non solo adeguata al problema della decifrazione, ma è soprattutto
efficace, perché senza questa quartina non avrei mai potuto sospettare che ci
fosse una tavola da cercare. Grazie ad essa ho capito, ho cercato, ho trovato.
Esattamente come era successo con l’equatorium rintracciato ad Oxford grazie
alla parola di partenza “Carpentras”, secondo la narrazione fatta nel libro
“L’ultima chiave di Nostradamus”.
Quando a un'ipotesi fa seguito un riscontro, c'è poco da dire se non prendere atto.
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