Tecniche di Nostradamus

giovedì 21 maggio 2015

Nostradamus for dummies

Nell’ultimo articolo abbiamo parlato di “letteralità”: a volte Nostradamus dice ciò che vuole dire senza ricorrere a sotterfugi, ma lo fa in maniera sottile, inducendo i suoi lettori a stravolgere il senso delle sue parole.
Riprendo l’esempio della quartina X,13 trattata in una serie di vecchi post, dei quali indico qui uno dei più significativi, dal titolo “Herbipolis”.
In tale quartina, Nostradamus menziona le città di Antibes e Wurzburg usando i loro antichi attributi di Antipolique e Herbipolique; eppure, tutti gli interpreti si sono persi nella ricerca di assurdi significati per queste due parole mentre, almeno al giorno d’oggi, sarebbe bastato consultare Wikipedia. Una volta rientrati nel giusto binario, non è difficile capire che la quartina ripropone l’antica leggenda secondo la quale alcuni Templari fuggirono nascosti in un carro carico di fieno.
Naturalmente, se siete interessati a quell’argomento, sarà necessario che leggiate l’articolo indicato, unitamente a pochi altri ad esso precedenti e successivi. Come si può vedere, questo metodo di lettura non implica la rinuncia al fascino del mistero, ma lo canalizza in direzione di una verosimiglianza storica che nulla condivide con le allucinanti sciocchezze normalmente associate alle Centurie di Nostradamus. A ciascuno il suo…

Come ulteriore esempio di una valida interpretazione letterale, non inquinata da contorte elucubrazioni, riprendo il primo e l’ultimo verso della quartina I,95:


 Bimbo gemello davanti al monastero trovato
….
….
Che si dirà quanto sia elevato il vopisco.

Vi risparmio le pietose interpretazioni date di questa quartina (il gemello di Luigi XIV, una lapide gemella, etc.) e vi do direttamente la mia.
Scartiamo l’idea che ci sia un bambino gemello abbandonato davanti ad un monastero (moustier). Stiamo leggendo degli enigmi, non delle storie lacrimevoli. In questo caso l’enigma è perfino fin troppo semplice: Nostradamus sta descrivendo un percorso geografico, nell’ambito di un racconto più ampio sviluppato su diverse quartine, e come sempre lo fa a modo suo. Noi possiamo solo scegliere di capire o di non capire…
Se scegliamo di capire, andiamo su Google a cercare la foto di Moustier Sainte-Marie; scopriremo che si tratta di un villaggio della Provenza ai piedi di due rupi gemelle.

Leggiamo meglio, allora, il primo verso: non più “davanti al monastero, trovato gemello”, ma “trovato gemello, davanti c’è Moustier”. Difficile?
In effetti un po’ difficile lo è, perché la parola “moine = monaco” del secondo verso sembra confermare l’idea del monastero del primo verso e, quindi, porta fuori strada.
L’ultimo verso ricorre all’espressione “gemello elevato” (vopiscus, dal latino, è un altro modo di indicare un gemello). Non significa affatto che un gemello viene “elevato” a chissà quale dignità o ruolo, come supposto da molti, ma ancora una volta bisogna badare solo al significato letterale della parola, che dà l’idea di guardare verso l’alto, di alzare lo sguardo sopra Moustier, per vedere il “gemello elevato”, l’alta rupe.
In fondo è semplice. A portare fuori strada non è la difficoltà interpretativa, ma la radicata ed incrollabile abitudine a un metodo basato sulla “profezia”, già dimostratosi fallimentare per 500 anni, piuttosto che sulla descrizione e sul racconto.
Dimenticavo… a proposito del “moine” al secondo verso: “mettre le moine” vuol dire “legare una cordicella e tirarla”. Tra le due pareti di roccia, tra i due “gemelli”, è stesa una catena, alla quale è appesa una stella. La leggenda vuole che si tratti di un ex-voto alla Vergine da parte del Cavaliere di Blacas, crociato fatto prigioniero nel 1249 e poi tornato sano e salvo in patria.
Nessun monaco… nessun monastero.



4 commenti:

  1. Herbipolis non potrebbe significare città delle erbe?
    Nostradamus mi pare abbia scritto dei libri anche sulle erbe.

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  2. Scusa ma secondo il mio punto di vista è molto semplice la cosa....
    le due chiese, cioè i due gemelli, le due pietre, hanno un filo...
    ed è l'esempio che tu fai delle due roccie, si ha usato un doppio significato, voleva dire entrambe le cose, l'una serve per dare l'interpretazione materiale e l'altra quella immateriale.
    Riferendomi anche al precedente articolo pubblicato qui 2 settimane fa :
    http://codicenostradamus.blogspot.it/2013/05/il-maligno-grigio-e-nero.html
    Il clero unito al capo significa che le due chiese hanno un solo capo riconosciuto da entrambe, con la sua croce , cioè la croce del capo di quella chiesa, l'una ortodossa e l'altra romana.
    Svettante destra significa che sarà molto potente.

    la traduzione di grigio e nero sarebbe : plumbeo e oscuro

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  3. Per quanto riguarda il monastero, in riferimento ai miei due precedenti commenti inviati alcuni minuti fa è molto semplice la cosa.

    tra le due roccie vi è il monastero che è sotto quale luogo di incontro tra le due chiese romana e ortodossa.

    Monastero all'interno del quale scompaiono le differenze dovute alle "interferenze" esterne, bisogna pensarlo come un monastero antico, posto al di fuori del mondo esterno cioè quello delle monarchie e dei regni, dunque luogo di meditazione e di preghiera che è sotto e in mezzo, all'interno del quale le due religioni possono convivere cosa che piu difficilmente può accadere all'esterno del monastero dove ci sono i due capi che comandano le due roccie e sono molto influenti su tutta la gerarchia e sul credo.

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