Un amico appassionato dei misteri di Rennes le Chateau,
tempo addietro, mi ha sottoposto un crittogramma noto come “Sot pécheur”,
chiedendomi se era possibile decifrarlo, visto che nessuno ci era mai riuscito. A quanto ne sapeva, mi disse, era
opinione diffusa che si trattasse di un’applicazione del cifrario di Vigenère.
Da una breve ricerca appresi che il documento appariva
nel libro “L’Or de Rennes” di Gérard de Sède, il quale sosteneva di averlo
trovato tra i documenti dell’abate Saunière. Poiché considero de Sède scarsamente
affidabile ed essendo, inoltre, poco interessato all’argomento di Rennes le
Chateau, mi sono sentito costretto a respingere la richiesta. Decifrare un
documento è una cosa che richiede di norma tempi lunghi (senza alcuna garanzia di
riuscita) e passione per quel che si fa. Dunque, mancavano i presupposti per un
mio impegno.
Oggi mi è capitato nuovamente tra le mani, per caso, quel
crittogramma e così, per curiosità, gli ho dato uno sguardo.
Purtroppo ho perso i contatti con la persona che me lo
aveva sottoposto; spero che legga. Vorrei dirgli quanto segue, in totale
contrasto con quello che leggo nei vari siti Internet, nei quali non ho trovato
nessun “interprete” che mostri di conoscere, neanche lontanamente, le basi elementari
della crittografia. Ma questo sembra un dettaglio di scarsa importanza;
l’importante, come sempre, è far credere agli altri che si sa quel che si dice.
Ecco comunque la mia opinione:
1 - Vigenère non c’entra per nulla. Chi glielo ha detto gli
ha detto una grossa sciocchezza. Il cifrario di Vigenère è stato considerato
per alcuni secoli del tutto indecifrabile ma, oggi come oggi, non ha più alcun
segreto. Tra l'altro, mi piacerebbe sapere come si fa a ricondurre al cifrario di Vigenère un testo che non si riesce a decifrare. Mistero!
2 - Dalla riga 2 alla riga 10 del crittogramma non c’è alcun codice cifrato.
Garantito! Inutile cercare quello che non c’è. Al massimo, ammesso che ci sia qualcosa,
bisogna approfondire con le tecniche della steganografia: una lettera o una
sillaba di qua e una di là, secondo un criterio da scoprire, per mettere in
luce l’eventuale messaggio nascosto. Inutile tentare, come ho visto fare in
rete, di risolvere inesistenti indovinelli. Personalmente, e fino a prova
contraria, sono comunque del parere che si tratti di un diversivo
acchiappapolli.
3 - Un messaggio, invece, si trova veramente nella prima e
nell’ultima riga. Che ci sia un
messaggio non significa, ovviamente, che quel che c’è scritto sia vero
ed effettivamente riconducibile a Saunière.
Con riferimento al punto 3, la tecnica da me utilizzata
per la decifrazione è semplicissima, ma comprensibile solo dagli addetti ai
lavori, che la capiranno al volo, senza bisogno di spiegazioni. Infatti, con la parziale soluzione che sono riuscito a
portare alla luce al “primo tentativo” (a dimostrazione che si tratta di
un codice elementare), qualunque crittografo (vero) che sia interessato, sarà
in grado di completare il crittogramma con un po’ di applicazione più
approfondita della mia.
Il riquadro interno è stato disegnato da me, per separare
la parte cittografata esterna dalla parte interna, che non lo è.
Io, come ho detto, mi sono applicato solo alle due righe
esterne. Non so dire se anche le colonne esterne contengano un codice.
Probabilmente, sì.
E' possibile che tra la “M” e la “Z” della prima riga
manchi una lettera. Se è così, e visto che la prima e l’ultima riga sono
simmetriche, dovrebbe mancare una lettera anche da qualche parte nell’ultima
riga. Ma la correttezza di questa ipotesi allargherebbe la cornice e
sconvolgerebbe lo schema. Tenuto presente che posso sbagliarmi, lascio lo
spunto di riflessione allo stesso ipotetico crittagrafo di cui sopra, che abbia
voglia di andare più a fondo.
Allego l’immagine di un foglio excel con la prima e
l’ultima riga parzialmente decifrate. Vi si leggono le parole “treize”
(tredici), “lettres” (lettere), “assis” (seduto), “trois” (tre).
Buona fortuna a chiunque abbia intenzione di completare
il lavoro.
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RispondiEliminaNel ringraziarla per la fiducia che mi accorda, le rispondo con molta schiettezza senza nulla voler togliere alla sua iniziativa.
RispondiEliminaUn codice, PER DEFINIZIONE, è qualcosa di obiettivo che non ha bisogno di pareri. Se io sostituisco le lettere del mio cognome, LANZA, con quelle che seguono immediatamente nell'alfabeto, ottengo MBOAB. Se uno legge e decodifica, sa già per certo di aver fatto la cosa giusta. Riesce ad immaginare dei militari in guerra che si trasmettono messaggi cifrati soggetti a parere? Magari bombardano una città quando invece le istruzioni cifrate sono quelle di risparmiarla.
Comunque, per le sue stesse evidenti ragioni, sono restìo a mettere la mia email in un blog pubblico, soprattutto in risposta ad un messaggio anonimo.
Cordialità.
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RispondiEliminaCome richiesto, non pubblico il suo messaggio del quale, per la verità, non ho capito molto.
RispondiEliminaCi tengo solo a precisare che non ho e non ho avuto alcuna preclusione a "incontrarla". In questo e in un altro vecchio sito di natura diversa, non ho mai lasciato cadere alcuna richiesta di confronto, purché ce ne fossero i presupposti fondamentali. Nel caso specifico, il suo msg. iniziale era anonimo e, inoltre, lei chiedeva a me di rendere pubblica la mia email quando avrebbe potuto benissimo rendere pubblica la sua. Provi a mettersi nei miei panni.
Se vuole, può tranquillamente pubblicare qui le sue conclusioni o, se preferisce avere prima un contatto privato, conosce già la strada, avendola appena percorsa. In questo secondo caso, può scegliere questa via per mandarmi la sua email alla quale risponderò senz'altro.
Cordialità.