Riflettendo meglio sullo schema di ieri (anche se mi ero riproposto di non pensarci più), mi appare infondata
l’ipotesi che manchi una lettera in ciascuna riga esterna. Meglio così
perché, altrimenti, tutto lo schema ne risulterebbe sconvolto.
La prima riga può essere adesso completata. L’ultima
parola è un altro “treize” (tredici), mentre la seconda “dovrebbe” essere un
“dix” (dieci) o un “six” (sei).
Non ho la più pallida idea di come debbano essere lette o
ricombinate le parole della cornice esterna, comprese a questo punto anche le
colonne oltre alle righe; tuttavia mi viene il sospetto che, una volta
ricomposte nel loro giusto ordine, esse possano fornire indicazioni sul modo di
estrarre un messaggio dalla parte interna della cornice; sempre che, come detto
ieri, essa costituisca un’applicazione di steganografia. Il sistema, in sé, non
sarebbe né nuovo e né complicato.
Il muro del mistero che circonda questo documento è stato finalmente infranto; da qui in avanti la strada dovrebbe essere in discesa. Resta
sempre, ovviamente, il problema di capire se si tratta di un’invenzione di de Sède o di un
messaggio autentico di Saunière.
Su quello schema ho notato un fare sospetto che sembra non casuale.
RispondiEliminaCi sono varie coppie di lettere identiche, l'una sulla riga sopra e l'altra su quella sottostante ma una posizione piu a destra.
E' quasi come se ci fosse un messaggio nascosto con coppie di lettere identiche poste in diagonale.