Ieri sera, su AXN Sci-fi, ho visto il film “Stonehenge
Apocalypse”: riguarda un sistema di energie elettromagnetiche in grado di
distruggere e ricostruire il mondo. La chiave di tutto è la famosa “macchina di
Antichitera”, da molti ritenuta un oggetto fuori dal tempo (OOPart = out of
place artifacts).
Ho letto in giro dei commenti negativi sul film, ma devo
dire che a me è piaciuto parecchio sotto il profilo narrativo. Sotto il profilo
scientifico, invece, fa acqua da tutte le parti.
La macchina di Antichitera, per esempio, viene datata a
milioni di anni addietro, mentre in realtà risale a un centinaio di anni prima
di Cristo.
Viene detto che viene custodita in un Museo di New York,
mentre è custodita nel Museo di Atene.
Viene detto che essa è la chiave di funzionamento delle
linee di energia elettromagnetiche che avvolgono il mondo, mentre ormai si sa
perfettamente che è un antico astrolabio, usato per conoscere le posizioni del
Sole e della Luna.
Perché dico tutto questo? Perché sono un amante dei misteri,
ma solo nel senso che mi piace scoprirli e risolverli con serietà e rigore.
Questa condotta, come ben sanno i lettori di questo blog e dei miei libri, ha
ispirato ed ispira tuttora le mie ricerche su Nostradamus, su Malachia, sui Vaticinia, sul Graal e così via.
Non sono assolutamente uno di quelli che negano il lato
misterioso dell’esistenza e che si battono per confutarlo. Sono invece uno di
quelli che amano scoprire cosa c’è dietro alle cose incomprese.
Così, negare le profezie di Nostradamus non significa
negare un “effetto Nostradamus”, ma semplicemente spostare il piano della
ricerca da un livello profetico ad uno storico, altrettanto misterioso; negare
le profezie di Malachia non significa negare la previsione dell’ordine di
successione dei Papi, ma semplicemente portare alla luce il vero messaggio,
altrettanto esoterico, che l’autore dei motti ha voluto nascondere dietro le
sue profezie; negare il valore profetico dei “Vaticinia di Nostradamus” non
significa negare il carattere culturale di quei disegni, ma semplicemente
sottrarli all’effetto sensazionalistico da “fine del mondo”, per ricondurli al
vero sottofondo politico-propagandistico medioevale che li ha generati; negare
il Graal come oggetto fisico non significa negare il fenomeno, ma ricondurlo a
quello che, a torto o ragione, ritengo sia stato lo sfondo dottrinale che ha
prodotto la leggenda.
Così è
per la macchina di Antichitera. Ci sono molte domande che si potrebbero porre
su di essa. E’ però ingenuo e puerile rifugiarsi nelle OOPart, a scapito della
verità, solo perché le OOPart evocano alieni di altri mondi e generazioni di
umani progrediti che ci hanno preceduti. Queste cose non si possono escludere
per pregiudizio, ma non si possono neanche accettare solo perché piacerebbe
farlo o per alimentare le nostre esigenze insoddisfatte di ignoto. Da questa
distinzione nasce la differenza tra un ricercatore, che si sforza di avvicinare la verità, e uno scrittore di
fantascienza, che fa di tutto per allontanarla.
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