Tecniche di Nostradamus

martedì 19 agosto 2014

Graal: storia e mito (13)

Secondo un’antica tradizione, la coppa dell’ultima cena venne portata da San Pietro a Roma ove, in seguito, finì nelle mani di Sisto II che, a sua volta, la donò a San Lorenzo. Quest’ultimo la consegnò a un certo Precelio perché la portasse a Huesca, in Aragona, sua città natale.
Qui o in altra area dei Pirenei, l’oggetto rimase nascosto per molto tempo fin quando, nel 1399, sarebbe stato donato dai monaci di San Juan de la Peña al re Martino I di Aragona. Nel 1437 il re Alfonso V di Aragona avrebbe dato in pegno la coppa alla cattedrale di Valencia, in cambio di una somma di denaro. In quella cattedrale la si può ammirare ancora oggi:


Naturalmente, il presunto sacro calice è solo la coppa della parte superiore, mentre la struttura di sostegno è stata aggiunta dai suoi custodi.

Che quella appena narrata sia o no la vera storia di “questa” particolare coppa è poco importante. Può essere più interessante rilevare, invece, che esiste un’altra reliquia che collega San Lorenzo al sacro Graal.

A Genova, nel Museo del tesoro della Cattedrale di San Lorenzo, è custodito un vaso esagonale di colore verde che, per qualche tempo, si è ritenuto essere di smeraldo intagliato (in realtà si tratta di cristallo). Questa variante del Graal, nota come “sacro catino”, sarebbe il piatto dell’ultima cena di Gesù portato a Genova dai soldati della prima Crociata, dopo la presa di Cesarea (1101 d.C.).


Non può sfuggire, ovviamente, il legame tra il presunto smeraldo di cui è fatto il “sacro catino” e la versione del Graal costruito con l’intaglio di una pietra preziosa, dal nome di Lapsit exillis, caduta dalla corona di Lucifero.  
Nel caso del Graal genovese non esiste alcuna leggenda specifica che riguardi San Lorenzo, ma è significativo il fatto che il “sacro catino” sia custodito nella Cattedrale a lui consacrata, a dimostrazione che, a prescindere dalle varianti, il sottofondo sembra avere una base consolidata che ruota proprio intorno alla figura del Santo.

…segue…

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