Il mio metodo di lavoro nel
campo dei misteri è ormai noto: critico ma aperto, aperto ma non credulone. Non
nego nulla per principio, ma ugualmente non accetto nulla finché non vedo
chiaro; un sano scetticismo di fondo fa da antitodo alle trappole di un ingenuo
qualunquismo e, allo stesso tempo,
costituisce uno stimolo a una seria ricerca.
Così, facendo una sintesi, si
può essere d’accordo o meno con me sulla natura non profetica delle centurie di
Nostradamus, ma credo di aver dato prove a sufficienza, qui e nei miei libri,
dell’esistenza di un insospettabile codice rimasto nascosto per quasi cinque
secoli.
Ho smontato le profezie dei
Papi di Malachia, ma solo per ricostruire un contenuto occulto di natura
diversa, mai preso in considerazione prima.
Ho demolito la favola dei
“Vaticinia di Nostradamus” perché qualcuno ha provato a barare. Non è stato un lavoro difficile;
però è stato stupefacente constatare quanta gente presti una fede cieca
all’origine nostradamica dei disegni, senza uno straccio di motivazione.
Ho affrontato il tema del Graal
con una visione che ne lascia inalterato il contenuto mistico ed iniziatico e,
allo stesso tempo, mette d’accordo punti di vista differenti.
E’ ora con lo stesso spirito
che mi accingo a investigare uno dei più grandi misteri dei nostri giorni;
probabilmente il più grande: le visioni di Fatima. E’ questo un tema che mi
vedrà impegnato nei prossimi mesi, su un binario parzialmente diverso da quello
percorso da altri studiosi.
Non avendo alcuna intenzione di
sminuire un fenomeno di così grande rilevanza religiosa, partirò dal
presupposto che i pastorelli abbiano realmente visto qualcosa. Tuttavia,
considererò anche la possibilità che i loro racconti (in particolare quelli di
Lucia) siano stati parzialmente travisati e, volontariamente o
involontariamente, manipolati. Valuterò soprattutto la probabilità che il
messaggio di Fatima sia stato essenzialmente un messaggio di fede e di
preghiera destinato a bambini semplici, incapaci di comprendere e, soprattutto,
di ritrasmettere contenuti complessi.
Quest’ultimo, per me, è un
concetto fondamentale, che spiega molte cose. Chi ha letto il libro “Il vero
codice di Nostradamus” ricorderà che, già nell’introduzione, ho scritto il
brano che segue:
Il profeta, ammesso che davvero una tale figura sia mai esistita,
vede qualcosa che non capisce, che non può relazionare alle sue conoscenze, che
non si sa spiegare e che non sa spiegare.
Ecco perché, quando tenta di
dare una descrizione, ricorre ad allegorie, a confronti con le conoscenze e con
il vocabolario di cui dispone, a parole inadeguate che, nel processo di
rappresentazione, deformano a dismisura il messaggio che vuole trasmettere.
Questo problema non riguarda
solo il profeta; costui vede bene e descrive male. Il problema riguarda
soprattutto chi vuol capire il contenuto della profezia; costui legge male e
capisce peggio.
Sono praticamente le stesse
parole pronunciate nel commento teologico al terzo segreto di Fatima da Papa
Ratzinger, secondo il quale il veggente vede le cose “con le modalità a lui
accessibili di rappresentazione e conoscenza… l’immagine può arrivare solo
secondo le sue misure e possibilità… Per questo motivo il linguaggio immaginifico di
queste visioni è un linguaggio simbolico” (la sottolineatura è
mia).
E così scrive anche Umberto Eco
a proposito del terzo segreto di Fatima (Scienza e paranormale n. 33/2000): “ciascun
veggente vede ciò che la sua cultura gli ha insegnato”.
Date queste premesse e allo
stato attuale delle conoscenze, considero come inutile esercizio il tentativo
di sapere se esiste un quarto segreto tenuto nascosto dalla Chiesa, come alcuni
credono. Quando in materia religiosa qualcosa non è chiara, la colpa viene
regolarmente addossata al complottismo della Chiesa: una dilettantesca
semplificazione, purtroppo molto più accattivante delle ragionevoli parole di
Papa Ratzinger sopra riportate.
E’ vero che non sempre la
Chiesa è stata immune da questo tipo di responsabilità, ma questa non è una
buona ragione per accollarle delle ricostruzioni non verificabili. Adottando lo
stesso surreale criterio di indagine, potremmo perfino sostenere che il pianeta
Saturno è fatto di groviera, visto che nessuno è attualmente in grado di
controllare.
Magari scoprirò di essermi
sbagliato ma, per il momento, le ricostruzioni che sono state fatte mi sembrano
puerili e ridicole. Infatti, la Madonna avrebbe confidato dei segreti che,
restando tali, non presentano alcuna utilità. Avrebbe dato istruzioni che i
vari Pontefici avrebbero disatteso. Si ritiene che la Madonna abbia fatto
chissà quali misteriose profezie ma, nonostante questa capacità di conoscere il
futuro, non sarebbe stata capace di prevedere il comportamento
omissivo e complottista dei Papi. Per dirla con Shakespeare: “tanto rumore per
nulla”.
Per queste considerazioni
cercherò, sopra ogni cosa, di capire meglio ciò che abbiamo a disposizione,
evitando accuratamente sia i pregiudizi che le fantasticherie. Credo che solo
questo sia il modo migliore di onorare un messaggio divino, se tale lo
consideriamo, sottraendolo ad ardite ed ingiustificate congetture, che
rischiano solo di trasformarlo in superstizioso prodotto da supermercato
dell’occulto. Anzi, lo hanno gà fatto.
Salvo che non sorgano degli
occasionali motivi per interventi più ravvicinati, spero di reincontrarvi qui
ad inchiesta conclusa.
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