Tecniche di Nostradamus

mercoledì 15 ottobre 2014

I segreti di Fatima

Il mio metodo di lavoro nel campo dei misteri è ormai noto: critico ma aperto, aperto ma non credulone. Non nego nulla per principio, ma ugualmente non accetto nulla finché non vedo chiaro; un sano scetticismo di fondo fa da antitodo alle trappole di un ingenuo qualunquismo e, allo stesso  tempo, costituisce uno stimolo a una seria ricerca.
Così, facendo una sintesi, si può essere d’accordo o meno con me sulla natura non profetica delle centurie di Nostradamus, ma credo di aver dato prove a sufficienza, qui e nei miei libri, dell’esistenza di un insospettabile codice rimasto nascosto per quasi cinque secoli.

Ho smontato le profezie dei Papi di Malachia, ma solo per ricostruire un contenuto occulto di natura diversa, mai preso in considerazione prima.

Ho demolito la favola dei “Vaticinia di Nostradamus” perché qualcuno ha provato a  barare. Non è stato un lavoro difficile; però è stato stupefacente constatare quanta gente presti una fede cieca all’origine nostradamica dei disegni, senza uno straccio di motivazione.

Ho affrontato il tema del Graal con una visione che ne lascia inalterato il contenuto mistico ed iniziatico e, allo stesso tempo, mette d’accordo punti di vista differenti.

E’ ora con lo stesso spirito che mi accingo a investigare uno dei più grandi misteri dei nostri giorni; probabilmente il più grande: le visioni di Fatima. E’ questo un tema che mi vedrà impegnato nei prossimi mesi, su un binario parzialmente diverso da quello percorso da altri studiosi.

Non avendo alcuna intenzione di sminuire un fenomeno di così grande rilevanza religiosa, partirò dal presupposto che i pastorelli abbiano realmente visto qualcosa. Tuttavia, considererò anche la possibilità che i loro racconti (in particolare quelli di Lucia) siano stati parzialmente travisati e, volontariamente o involontariamente, manipolati. Valuterò soprattutto la probabilità che il messaggio di Fatima sia stato essenzialmente un messaggio di fede e di preghiera destinato a bambini semplici, incapaci di comprendere e, soprattutto, di ritrasmettere contenuti complessi.

Quest’ultimo, per me, è un concetto fondamentale, che spiega molte cose. Chi ha letto il libro “Il vero codice di Nostradamus” ricorderà che, già nell’introduzione, ho scritto il brano che segue:

Il profeta, ammesso che davvero una tale figura sia mai esistita, vede qualcosa che non capisce, che non può relazionare alle sue conoscenze, che non si sa spiegare e che non sa spiegare.
Ecco perché, quando tenta di dare una descrizione, ricorre ad allegorie, a confronti con le conoscenze e con il vocabolario di cui dispone, a parole inadeguate che, nel processo di rappresentazione, deformano a dismisura il messaggio che vuole trasmettere.
Questo problema non riguarda solo il profeta; costui vede bene e descrive male. Il problema riguarda soprattutto chi vuol capire il contenuto della profezia; costui legge male e capisce peggio.

Sono praticamente le stesse parole pronunciate nel commento teologico al terzo segreto di Fatima da Papa Ratzinger, secondo il quale il veggente vede le cose “con le modalità a lui accessibili di rappresentazione e conoscenza… l’immagine può arrivare solo secondo le sue misure e possibilità…  Per questo motivo il linguaggio immaginifico di queste visioni è un linguaggio simbolico” (la sottolineatura è mia).

E così scrive anche Umberto Eco a proposito del terzo segreto di Fatima (Scienza e paranormale n. 33/2000): “ciascun veggente vede ciò che la sua cultura gli ha insegnato”.

Date queste premesse e allo stato attuale delle conoscenze, considero come inutile esercizio il tentativo di sapere se esiste un quarto segreto tenuto nascosto dalla Chiesa, come alcuni credono. Quando in materia religiosa qualcosa non è chiara, la colpa viene regolarmente addossata al complottismo della Chiesa: una dilettantesca semplificazione, purtroppo molto più accattivante delle ragionevoli parole di Papa Ratzinger sopra riportate.
E’ vero che non sempre la Chiesa è stata immune da questo tipo di responsabilità, ma questa non è una buona ragione per accollarle delle ricostruzioni non verificabili. Adottando lo stesso surreale criterio di indagine, potremmo perfino sostenere che il pianeta Saturno è fatto di groviera, visto che nessuno è attualmente in grado di controllare.

Magari scoprirò di essermi sbagliato ma, per il momento, le ricostruzioni che sono state fatte mi sembrano puerili e ridicole. Infatti, la Madonna avrebbe confidato dei segreti che, restando tali, non presentano alcuna utilità. Avrebbe dato istruzioni che i vari Pontefici avrebbero disatteso. Si ritiene che la Madonna abbia fatto chissà quali misteriose profezie ma, nonostante questa capacità di conoscere il futuro, non sarebbe stata capace di prevedere il comportamento omissivo e complottista dei Papi. Per dirla con Shakespeare: “tanto rumore per nulla”.

Per queste considerazioni cercherò, sopra ogni cosa, di capire meglio ciò che abbiamo a disposizione, evitando accuratamente sia i pregiudizi che le fantasticherie. Credo che solo questo sia il modo migliore di onorare un messaggio divino, se tale lo consideriamo, sottraendolo ad ardite ed ingiustificate congetture, che rischiano solo di trasformarlo in superstizioso prodotto da supermercato dell’occulto. Anzi, lo hanno gà fatto.

Salvo che non sorgano degli occasionali motivi per interventi più ravvicinati, spero di reincontrarvi qui ad inchiesta conclusa.


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