Quest’articolo è una specie di
anteprima, buttata giù allo scopo di anticipare l’argomento che ho intenzione
di trattare da questo momento in avanti: quello delle cronologie bibliche di
Nostradamus, cioè l’indicazione di una serie di intervalli temporali che hanno
scandito le epoche del mondo dal momento della sua creazione all’avvento di
Gesù Cristo.
E’ un argomento poco noto agli
amanti delle Centurie per due motivi:
- è inserito nell’epistola a
Enrico II che, anche se parte integrante delle stesse Centurie, di solito
nessuno legge;
- è messo in ombra dagli
studiosi, per evitare l’imbarazzo di doverne dare una spiegazione convincente.
Tra i più noti studiosi,
qualcuno azzarda l’ipotesi che tali cronologie contengano la chiave di
decifrazione delle Centurie; qualcun altro cerca di intravedervi una funzione
predittiva o, addirittura, la data della fine del mondo; qualcun altro ancora
attribuisce l’argomento a una falsificazione dell’epistola originale. I più
cauti preferiscono minimizzare il problema, per evitare il confronto con la
propria inadeguatezza.
Il fatto è che l’enigma,
rimasto inviolato per 450 anni, è stato ora risolto. Mi sono deciso a rivelarne
la soluzione perché, unitamente alla scoperta dell’equatorium di Nostradamus
presso il Museum of the History of Science di Oxford, essa costituisce solida
dimostrazione che esiste una lettura corretta delle Centurie, capace di
condurre a risultati concreti e inoppugnabili; dunque, una lettura oggettiva,
totalmente diversa dalle stravaganti interpretazioni che ci sono state proposte
finora, con l’unico effetto di ricondurre la genialità di un uomo come
Nostradamus dentro i confini della cialtroneria e della superstizione.
Vedremo che abbiamo a che fare
con un enigma grandioso, la cui soluzione non potrà essere negata neanche dal
più esigente dei critici; non solo, infatti, essa si rivela incontrovertibile
in sé, ma trova conferma incrociata in una serie di prove del nove. Il rigore
di tale soluzione dimostra, ancora una volta, quanto sia falsa l’affermazione
che, nelle Centurie, ognuno può leggere ciò che vuole. Un’affermazione che
sembra vera solo perché, finora, nessuno ha mai voluto accettare l’idea che
l’opera di Nostradamus sia un testo codificato che, una volta messo in chiaro,
assume un significato definito ed univoco. Come ha scritto lo stesso
Nostradamus nella citata epistola a Enrico II:
Mais l’injure du temps, o serenissime Roy, requiert que
tels secrets évenemens ne soyent manifestez que par enigmatique sentence,
n’ayant qu’un seul sens et unique intelligence, sans y avoir rien mis d’ambigue
n’amphibologique calculation.
Ma la violenza del tempo, o
serenissimo Re, richiede che tali segreti avvenimenti non siano manifestati che
per enigmatica sentenza, non avente che un solo significato ed unica
comprensione, senza che sia stato messo nulla di ambiguo né calcoli
polivalenti.
Questa situazione mi ricorda un
giochetto che facevo con mia figlia, quando ancora aveva pochi anni. Le mettevo
davanti un libro e le chiedevo di leggere. La bambina lavorava di fantasia e
fingeva di leggere le più strampalate storie che le passavano per la testa.
Qualsiasi altra bambina, nelle medesime circostanze, avrebbe raccontato una sua
propria storia, deliziando chiunque fosse in ascolto. Nella realtà, questo
divertente giochetto non toglieva nulla al rigore e all’univocità del contenuto
del libro.
Con le Centurie è la stessa
cosa: uno solo è il codice; molti sono i fantasiosi interpreti di ciò che non
ha bisogno di essere interpretato, ma solo di essere “tradotto” in chiaro.
Sperando che l’esempio sia
stato eloquente, vi avverto che, se vi aspettate delle profezie o rivelazioni
mirabolanti, farete bene a non iniziare neanche a leggere tutto quello che
scriverò in merito all’enigma delle cronologie bibliche. Parlerò di numeri, di
crittografia, di una scoperta scientifica rivendicata da un impostore, ma non
certo di misteriosi segreti, di tesori, di profezie o di fine del mondo.
Insomma, un resoconto razionale rivolto a persone razionali, dall’intelligenza curiosa,
senza alcuna concessione alla fantasia.
Lo scopo non è quello di
rivelarvi chissà cosa, ma solo di mettervi al cospetto, spero una volta per
tutte, con la realtà innegabile di un codice che cripta tutte le Centurie. L’epistola, nella quale le cronologie sono
inserite, è essa stessa una sorta di manuale delle istruzioni in codice; e i
manuali, di solito, non hanno alcun fascino particolare. In compenso, se in
qualche misura apprezzate i numeri, vi prometto che alla fine rimarrete
affascinati dalla bellezza e dalla semplicità dell’enigma; una bellezza ed una
semplicità rese ancora più grandiose perché vengono fuori da una serie di
“impossibili” concordanze e di stridenti conflitti tra i vari “pezzi”.
L’argomento non sarà difficile,
tutt’altro! Sarà però lungo e richiederà pazienza. Infatti, per arrivare alla
soluzione finale bisognerà mettere insieme alcuni tasselli, che andranno
chiariti uno per uno.
Quando
avrò finito, gli articoli verranno raccolti insieme e resi disponibili in
formato “pdf”.
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