E’ di oggi la notizia che la
Chiesa si pronuncerà presto in merito alle apparizioni di Medjugorje.
In proposito, ho letto in giro
numerosi commenti, molti dei quali incentrati sulla convinzione che verrà
trovata una formula che lasci la porta aperta alla devozione dei fedeli, per
non compromettere i lucrosi affari che il fenomeno comporta.
Non so quali siano questi
lucrosi affari e, francamente, non mi importa. Purtroppo credo, anzi temo, che
davvero la Chiesa userà delle formule ambigue per ben altre ragioni.
Da una parte sono sicuro che,
scottata dal coinvolgimento nella truffa di Fatima, la Chiesa si guarderà bene
dall’avallare le fesserie dei veggenti di Medjugorje, con tutto il codazzo di
stupidaggini, superstizione e giochi di prestigio che le loro visioni
comportano.
Dall’altra, penso che non avrà
il coraggio di pronunciarsi in maniera chiara e definitiva, perché sa benissimo
che l’ignoranza di tanta gente, anche colta in altri ambiti, tende a confondere
la fiducia nelle parole dei vari ciarlatani-veggenti con la fede nella Madonna.
Secondo Teresa Scopelliti,
veggente di Oppido Mamertina, la Madonna avrebbe detto che “rifiutando lei
[Teresa] state rifiutando me”. L’equazione Teresa uguale Madonna è così
stabilita, neanche troppo sottilmente. E la gente ci casca!
La stessa cosa è successa con
suor Lucia nelle vicende di Fatima. Un ricatto che, funzionando alla
perfezione, viene replicato ancora a Medjugorje.
Esiste quindi il rischio che
l’eventuale sconfessione di Medjugorje venga interpretata come una condanna della
devozione verso la Madonna. E la Chiesa non può certo accettare neanche la
minima probabilità che questo errore venga commesso.
Papa Francesco, certamente non
privo di coraggio, ha già definito “cristiani senza Cristo” coloro che “cercano
cose un po’ rare, un po’ speciali, che vanno dietro a delle rivelazioni
private, mentre la rivelazione si è conclusa con il Nuovo testamento”.
Una espressione dura, pesante,
che può sembrare semplice ma che, invece, implica tutta una serie di
riflessioni teologiche niente affatto semplici: a cominciare dallo stesso
concetto di “rivelazione privata”; per continuare col rapporto tra devozione
verso la Madonna e verso i Santi e il culto dovuto a Dio; per finire con la
convalida del Nuovo Testamento come fonte dell’ultima e definitiva rivelazione
divina.
Dovrei,
dunque, ritenere che Papa Francesco saprebbe trovare il coraggio di esprimersi
senza ambiguità anche nei confronti di Medjugorje. Ma c’è di mezzo la
Congregazione per la Dottrina delle Fede col suo tradizionale atteggiamento di
cautela! Resta perciò da vedere se, voltandosi indietro, il Papa troverà gente
disposta a seguirlo sulla via di una corretta interpretazione del Magistero
della Chiesa o se troverà il vuoto assoluto. In qualsiasi caso, dovrà prepararsi
a fronteggiare un mare interminabile di polemiche.
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