Sto seguendo con grande
attenzione ed interesse il lavoro che Mauro Vairani (in arte Flip) sta
divulgando nel suo blog “La catena di Nostradamus”.
Prima di proseguire con la
lettura di questo post, suggerisco di dargli un’occhiata (meglio più di
un’occhiata), se non l’avete già fatto. E’ semplicemente geniale. Su questo non
c’è ombra di dubbio.
Il problema è capire se, oltre
che essere geniale, è anche corretto. Gli indizi vanno in questa direzione, ma
restano solo indizi finché non se ne ha conferma. Tuttavia, quanto meno nel
metodo e prescindendo dalla specificità della tabella realizzata, personalmente
credo che Mauro abbia aggiunto un grosso tassello al grande puzzle sul quale in
tanti ci arrovelliamo le meningi.
Sarebbe illusorio, e facilmente
smentibile da qualsiasi test pratico, supporre che i numeri così disposti diano
l’ordine di successione delle quartine. Non per questo bisogna dedurre che siano sbagliati. In ogni caso, giusti o sbagliati che siano,
scardinano una porta blindata.
In una sua email, Mauro privilegia
la possibilità che Nostradamus abbia utilizzato una maschera perforata da
sovrapporre alla tabella numerica. Condivido pienamente questa convinzione per
tre motivi:
1) abbiamo a che fare con un
codice e, come in tutti i codici, è perfettamente legittimo, ed a quei tempi
anche abusato, l’uso delle maschere perforate.
2) abbiamo una quartina che parla
di maschere;
3) siamo in possesso della
maschera.
La quartina è la II, 10, alla
quale ho già accennato nei libri “Il vero codice di Nostradamus” e “L’ultima
chiave di Nostradamus” senza percepire, in quelle occasioni, la letteralità del
significato della parola "maschera".
Molto tempo prima tutto sarà
organizzato
(la struttura delle centurie
organizzata prima della stesura)
Noi speriamo in un secolo
danneggiato
(il riferimento è alla VII
centuria, incompleta o “danneggiata”)
Lo stato delle maschere e dei
soli molto cambiato
(stravolgimento delle
quartine ricomponibili univocamente
(soli =unici) con l’uso di maschere)
Si troverà poco che voglia stare
al suo posto
(poche quartine mantengono la
posizione originaria)
Resta il problema della maschera.
Non potendocene lasciare una fisica, Nostradamus ce ne ha lasciato una
virtuale. E’ costituita dalle frasi latine alle quali non rinuncio, perché non nutro il benché minimo dubbio sulla necessità del loro utilizzo. Perché mai Nostradamus avrebbe dovuto impostarci sopra una serie di enigmi che ci hanno guidato lungo tutto un ragionamento logico, testato passo passo sul campo nel corso della sua formulazione? Solo che, adesso, ne ho capito meglio la funzione. Una funzione
che permette di conciliare il lavoro di Mauro con il mio, integrandoli
perfettamente.
Adesso devo andare. Il seguito probabilmente domani.
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