Passiamo agli ultimi due versi
della quartina I,9:
I,9
Dall’oriente verrà
punico cuore,
A disturbare Adriano
e gli eredi di Romolo:
Accompagnato dalla
flotta libica.
Tremano Malta e le
vuote isole vicine.
Nostradamus ha uno stile poetico
di natura estremamente particolare: riesce ad alternare con grande efficacia
espressiva delle minuziose descrizioni letterali, simulando descrizioni
simboliche, e vivaci descrizioni simboliche, simulando descrizioni letterali.
L’anno mille seicento e nove, che
ha dato spunto a tutto l’argomento,
significa letteralmente 600 e 9, mentre si è sempre ritenuto che fosse
una data simbolica o, comunque, da ricavare attraverso chissà quali complicate
elaborazioni. Viceversa, le parole “flotta libica” e “arcipelago maltese”
generano l’idea di sconvolgimenti bellici nell’area del Mediterraneo, mentre
sono metafora di tutt’altro.
Credo sia inutile insistere sulla
questione della “Legis cantio” che si aggiunge alle frasi in latino. Chi non si
è convinto finora non si convincerà più. Invece, chi accetta l’idea vede
ripetersi il concetto della parallela quartina I,7: equivalenza nella
diversità.
La “Legis cantio” è un’ulteriore
frase latina, ma è diversa dalle precedenti non solo per la sua provenienza
(dalle quartine invece che da una epistola), ma anche nella composizione; pur
dovendo essere considerata come una singola frase (infatti la I,7 conta 14
frasi, cioè una in più delle 13 dell’epistola a Cesare), essa è composta da 4
versi: una piccola “flotta libica”, un gruppo di navi provenienti “dall’Africa”,
cioè dalla prima parte delle Centurie.
Il quarto verso è abbastanza
simile al secondo. La “flotta libica” sconvolge l’arcipelago maltese, ovvero il
gruppo delle frasi in latino. Come noto, l’arcipelago maltese è composto da
isole abitate e isolotti deserti; Nostradamus utilizza l’immagine per
rappresentare il gruppo, l’arcipelago delle frasi in latino dell’epistola a
Cesare, accanto alle quali (“vicino”) esiste un “vuoto” riservato proprio ai
versi della “Legis cantio”.
Ricordo nuovamente che abbiamo iniziato
con il clero romano (quartina X,91: il clero romano nell’anno 1609)
e stiamo terminando con l’arcipelago Maltese (quartina I,9: tremano
Malta e le isole vicine).
Non esistono dubbi sulla correttezza del legame,
confermato da uno simile, presente nell’epistola a Enrico II:
E al Clero sarà fatta totale desolazione, e i
Marziali usurperanno ciò che sarà ritornato dalla città del sole di Malta e
delle isole Stecadi.
Le quartine vanno lette così come
la ha impostate Nostradamus, non come preferiremmo noi.
Iniziando questo argomento, avevo
premesso che la questione sarebbe stata piuttosto articolata. L’ho affrontata
solo per mostrare che Nostradamus non può essere compreso senza una buona dose
di percezione, che vada oltre il livello di pensiero al quale siamo abituati;
spesso non può essere spiegato. Direi che siamo su un piano molto simile a
quello dei koan dello zen, aforismi che non possono essere dibattuti con la
forza della logica.
Non sono contento di quello che ho fatto, anche se
riconosco che andava fatto. Frammentare le quartine di Nostradamus significa
togliere ad esse ogni bellezza ed ogni poesia: un fiore va apprezzato per
quello che è, non staccandone le foglie per osservarle una per una.
Ecco una sintesi delle quartine
X,91 e I,9, con buona pace di chiunque voglia continuare a credere alla
fandonia della profezia del Papa più malvagio della storia, di estrazione
gesuita:
Quartina in latino
600 e quartina 9
La estrarrai
dall’estremità di una centuria
E’ una quartina a
doppia sfumatura
Che contiene più
astuzie di qualsiasi altra
La quartina 600 va
letta da destra verso sinistra
La versione a 138
caratteri va inserita tra le frasi in latino
E’ in effetti un
insieme di frasi
Che occuperanno il
posto ad esse riservato nel gruppo delle analoghe frasi.
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