I,9
Dall’oriente verrà
punico cuore,
A disturbare
Adriano e gli eredi di Romolo:
Accompagnato dalla
flotta libica.
Tremano Malta e le
vuote isole vicine.
Il secondo verso della quartina
mi sembra abbastanza esplicito e, in parte, immediatamente intuitivo.
Poiché stiamo trattando la
quartina 600 come una ulteriore espressione “latina” che va ad aggiungersi alle
tredici precedenti incluse nell’epistola a Cesare, è evidente che essa va a
“disturbare” la loro quiete. Chi sono, infatti, gli eredi di Romolo, se non i
latini?
“Hadrie” ci dà finalmente la
conferma che stiamo parlando della versione a 138 caratteri della “Legis
cantio”.
Chi ha letto il libro
“Nostradamus: la Cabala, i Templari, il Graal” ricorda sicuramente che
Nostradamus rievoca la figura di Cola di Rienzo, la cui data di nascita (1314)
richiama quella della morte di Jacques de Molay, Gran Maestro dei Templari. Sa anche che Nostradamus “gioca” con
la propria data di nascita (vera o falsa che sia) e con quella (presunta) della
morte.
Sta facendo lo stesso adesso con
l’imperatore Adriano, morto nel 138 d.C.: proprio il numero delle lettere della
“Legis cantio”, nella versione che ci interessa.
Mi sembra di sentire le
obiezioni, i sospetti, gli atteggiamenti di incredulità.
Non buttate via la questione.
Siamo partiti da un presupposto: la quartina 600, “Legis cantio” a 138
caratteri, è l’elemento “uscito dalla compagnia” che va ad aggiungersi alle
precedenti frasi in latino, per completare la chiave di ordinamento.
Abbiamo già esaminato tre
quartine e la I,9 è la quarta. Siamo riusciti a incastrare tutti i pezzi,
nessuno escluso, in maniera organica e coerente: e i pezzi non erano pochi. Il
caso e le forzature avrebbero potuto favorirci una volta, due volte, ma non
così tante volte, senza esclusione di versi e parole. Nessuna spiegazione così
minuziosa sarebbe stata possibile, se la questione non fosse stata fondata. E’
la prima volta, in 500 anni, che viene formulato un discorso ragionevole, di
tipo enigmistico, che conduce a una conclusione completa e dettagliata.
Finora avevamo assistito a una
competizione tra chi la sparava più
grossa, proponendo regolarmente visioni vaghe e indefinite, assurde e
fantasiose, oltre che poco calzanti.
Come spiegazione della quartina
I,9, ci hanno proposto un affaccendato e pasticcione anticristo,
missili-giocattolo sparati da Gheddafi su Lampedusa, orde islamiche scatenate,
etc. Nessuno, però, si è preso la briga di dare un’occhiata alla cartina
geografica, prima di confermare un cuore punico “venuto da oriente”.
Nostradamus non è stato un
ciarlatano, ma una vittima di molti “studiosi”, che lo hanno screditato con
assurde e carnevalesche interpretazioni. Egli è stato un genio di una logica
insuperabile, comprensibile solo se si è disposti ad ascoltarlo sul suo livello
di pensiero.
Tutti noi abbiamo studiato la
Divina Commedia. Nessuno crede che essa voglia descrivere veramente i tre stati
dell’oltretomba. Eppure apprezziamo ugualmente Dante per la bellezza dei suoi
versi, per le emozioni scatenate dalle sue descrizioni, per la sua capacità di
scavare nelle nostre coscienze attraverso la materializzazione delle
conseguenze dei nostri difetti.
Se pensassimo di leggere
“veramente” la descrizione dello stato delle anime, allora arriveremmo
inevitabilmente alla conclusione che Dante è stato un uomo superstizioso,
ignorante, presuntuoso. Nessuno gli presterebbe fede e rideremmo della sua
grandiosa opera.
Con Nostradamus, per qualche
strano fenomeno, avviene il contrario. Lo apprezziamo o lo disprezziamo per le
profezie; nessuno, però, si sforza di apprezzare la bellezza e la genialità
della sua creazione per quello che è.
Ecco adesso la corretta lettura
dei primi due versi della quartina I,9:
La quartina 600 va
letta da destra verso sinistra
La versione a 138
caratteri va inserita tra le frasi in latino
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