Tecniche di Nostradamus

lunedì 17 giugno 2013

Gli eredi di Romolo

I,9

Dall’oriente verrà punico cuore,
A disturbare Adriano e gli eredi di Romolo:
Accompagnato dalla flotta libica.
Tremano Malta e le vuote isole vicine.

Il secondo verso della quartina mi sembra abbastanza esplicito e, in parte, immediatamente intuitivo.

Poiché stiamo trattando la quartina 600 come una ulteriore espressione “latina” che va ad aggiungersi alle tredici precedenti incluse nell’epistola a Cesare, è evidente che essa va a “disturbare” la loro quiete. Chi sono, infatti, gli eredi di Romolo, se non i latini?

“Hadrie” ci dà finalmente la conferma che stiamo parlando della versione a 138 caratteri della “Legis cantio”.
Chi ha letto il libro “Nostradamus: la Cabala, i Templari, il Graal” ricorda sicuramente che Nostradamus rievoca la figura di Cola di Rienzo, la cui data di nascita (1314) richiama quella della morte di Jacques de Molay,  Gran Maestro dei Templari. Sa anche che Nostradamus “gioca” con la propria data di nascita (vera o falsa che sia) e con quella (presunta) della morte.
Sta facendo lo stesso adesso con l’imperatore Adriano, morto nel 138 d.C.: proprio il numero delle lettere della “Legis cantio”, nella versione che ci interessa.

Mi sembra di sentire le obiezioni, i sospetti, gli atteggiamenti di incredulità.
Non buttate via la questione. Siamo partiti da un presupposto: la quartina 600, “Legis cantio” a 138 caratteri, è l’elemento “uscito dalla compagnia” che va ad aggiungersi alle precedenti frasi in latino, per completare la chiave di ordinamento.

Abbiamo già esaminato tre quartine e la I,9 è la quarta. Siamo riusciti a incastrare tutti i pezzi, nessuno escluso, in maniera organica e coerente: e i pezzi non erano pochi. Il caso e le forzature avrebbero potuto favorirci una volta, due volte, ma non così tante volte, senza esclusione di versi e parole. Nessuna spiegazione così minuziosa sarebbe stata possibile, se la questione non fosse stata fondata. E’ la prima volta, in 500 anni, che viene formulato un discorso ragionevole, di tipo enigmistico, che conduce a una conclusione completa e dettagliata.
Finora avevamo assistito a una competizione tra  chi la sparava più grossa, proponendo regolarmente visioni vaghe e indefinite, assurde e fantasiose, oltre che poco calzanti.

Come spiegazione della quartina I,9, ci hanno proposto un affaccendato e pasticcione anticristo, missili-giocattolo sparati da Gheddafi su Lampedusa, orde islamiche scatenate, etc. Nessuno, però, si è preso la briga di dare un’occhiata alla cartina geografica, prima di confermare un cuore punico “venuto da oriente”.

Nostradamus non è stato un ciarlatano, ma una vittima di molti “studiosi”, che lo hanno screditato con assurde e carnevalesche interpretazioni. Egli è stato un genio di una logica insuperabile, comprensibile solo se si è disposti ad ascoltarlo sul suo livello di pensiero.

Tutti noi abbiamo studiato la Divina Commedia. Nessuno crede che essa voglia descrivere veramente i tre stati dell’oltretomba. Eppure apprezziamo ugualmente Dante per la bellezza dei suoi versi, per le emozioni scatenate dalle sue descrizioni, per la sua capacità di scavare nelle nostre coscienze attraverso la materializzazione delle conseguenze dei nostri difetti.
Se pensassimo di leggere “veramente” la descrizione dello stato delle anime, allora arriveremmo inevitabilmente alla conclusione che Dante è stato un uomo superstizioso, ignorante, presuntuoso. Nessuno gli presterebbe fede e rideremmo della sua grandiosa opera.

Con Nostradamus, per qualche strano fenomeno, avviene il contrario. Lo apprezziamo o lo disprezziamo per le profezie; nessuno, però, si sforza di apprezzare la bellezza e la genialità della sua creazione per quello che è.

Ecco adesso la corretta lettura dei primi due versi della quartina I,9:

La quartina 600 va letta da destra verso sinistra
La versione a 138 caratteri va inserita tra le frasi in latino

Segue…

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