Dopo aver dedicato un post a
Giovanni Paolo II, dobbiamo rendere onore anche a Giovanni XXIII, al secolo
Angelo Roncalli, non per una questione di “par condicio”, ma solo perché la sua
elezione e la sua figura presentano alcuni aspetti singolari; la stessa scelta
del nome appare sorprendente, in quanto ci riporta di alcuni secoli indietro nella
storia. Saranno necessari due o tre post per discutere l’argomento; nel
frattempo continuiamo a mantenere in sospeso il filone principale, interrotto
sulla questione di Giovanna d’Arco.
Cominciamo con l’elezione di
questo papa, avvenuta il 28 ottobre 1958. Esiste una teoria, sostenuta da
diverse fonti, secondo la quale già il 26 ottobre 1958 era stato eletto Papa il
Cardinale Giuseppe Siri, che aveva scelto il nome di Gregorio XVII. Alcuni
cardinali, però, riuscirono a convincere Siri a rinunciare, mostrando dei
rapporti riservati di FBI e servizi di sicurezza vaticani, dai quali risultava
che l’elezione di un pontefice fortemente anticomunista, come era Siri, avrebbe
causato parecchi disordini e l’assassinio di diversi vescovi dietro la cortina
di ferro.
Vero? Falso?
Non dobbiamo dimenticare che,
all’epoca, la guerra fredda era al suo apice, tanto che, qualche anno dopo, la
crisi dei missili a Cuba ha portato il mondo sull’orlo della guerra atomica. E’
comunque un dato di fatto che, il 7 marzo 1963,
Giovanni XXIII fece un clamoroso gesto di disgelo con l'Unione Sovietica,
ricevendo personalmente in Vaticano Alexej Adjubei con la moglie Rada, figlia
del leader sovietico Nikita Kruscev.
Ammesso che questa teoria della
rinuncia di Siri sia vera, è vero anche il motivo politico che l’avrebbe
determinata, o esistono anche altre ragioni più “occulte”, nel senso proprio
del termine, per le quali “doveva” essere eletto Roncalli?
Un’altra teoria, infatti,
sostiene che fu la massoneria ebraica, tramite propri infiltrati, a pretendere
l’elezione di Giovanni XXIII, egli stesso massone o, quantomeno, filo-massone.
Vero? Falso?
Non saprei, però i misteri
cominciano a infittirsi intorno a questa figura che, sorprendendo tutti,
sceglie perfino il nome di un antico antipapa: Giovanni XXIII. Su questo
aspetto torneremo nel prossimo post ma, al momento, non possiamo domandarci
perché mai abbia sentito il bisogno di scegliere un nome del genere. Qualcuno
sostiene che l’abbia fatto per mettere definitivamente la parola fine alla
questione, ancora aperta, dell’illegittimità del precedente Giovanni XXIII,
come se il mondo cattolico, a distanza di secoli, non ci dormisse sopra.
Qualcun altro, però, suggerisce un riferimento alla chiesa, parallela a quella
cristiana, di “Giovanni” (il battista, non l’evangelista) e che, all’interno
della fratellanza di appartenenza, era giunto il turno del ventitreesimo.
Vero? Falso?
Sulla base della mia ormai lunga
esperienza di ricercatore in questo settore, so molto bene che le teorie
occulte, in sé suggestive, sono sempre arricchite con una esagerata dose di
fantasia, ma questa non è una buona ragione per scartarle. Del resto, non è
neanche corretto che vengano accettate con un atteggiamento acritico. In
effetti, finora, nel caso di Giovanni XXIII, di “obiettivamente” strana c’è
solo la scelta del nome; tutto il resto, salvo prove concrete, resta confinato
al mondo delle chiacchiere.
C’è anche un’altra questione,
però, generata da una lettera papale del 31.1.1960,
poi richiamata nella lettera del 2.6.1962,
che verte sul culto del “preziosissimo sangue di Gesù”, senza alcun riferimento
alla resurrezione che, secondo qualcuno, non viene più vista, da Giovanni
XXIII, come strumento necessario di salvezza.
Riporto tale questione con
grossi dubbi, dal momento che essa, oltre ad essere tirata per i capelli, mi
sembra inesatta sotto il profilo dottrinale: infatti, non è la resurrezione ad
essere necessaria per la salvezza, ma la morte. La resurrezione non è strumento
di salvezza, perché è essa stessa salvezza, essendo rigenerazione nell’uomo
nuovo che, per subentrare al vecchio, deve prima passare attraverso la morte
(cfr. il mio libro sulle profezie dei papi di Malachia); è quest’ultima quindi,
che diventa strumento o ponte di accesso alla vita nuova della “resurrezione”:
e ciò vale sia, nel senso reale, per i credenti che, simbolicamente, per i non
credenti.
Pur prendendo “cum grano salis”
tutto quello che precede, resta il fatto che la figura di Giovanni XXIII si
presta, quantomeno, a considerazioni di dubbia chiarezza.
Nel prossimo post parleremo del
nome scelto e, poi, del suo collegamento con Nostradamus; anzi, per la
precisione, con i cosiddetti “vaticinia di Nostradamus”.
Il richiamo a Giovanni era palesemente esoterico e resta il dubbio irrisolvibile se il cardinal Roncalli mantenesse importanti contatti con il mondo della Massoneria, avendo lasciato trasparire in passato, durante il suo apostolato, una palese sintonia con “i figli della vedova”… E forse proprio per questo indirizzo fu uno straordinario Pastore et nauta!
RispondiEliminaPapa Giovanni XXIII non si spinse a togliere le secolari scomuniche contro la Libera Muratoria, per l’inevitabile reazione che una simile decisione avrebbe generato nell’ambito della Chiesa; ma sicuramente vi fu, sotto il suo pontificato, una forte sintonia con la Massoneria internazionale. Una sintonia conciliante, particolarmente preziosa in anni in cui la “guerra fredda” tra U.S.A. e U.R.S.S. toccò l’apice, con il rischio concreto di un terzo, devastante, conflitto mondiale.
Grazie per l'interessante contributo in un tema così delicato.
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