Ho accennato la volta scorsa alle varie tradizioni e leggende, fiorenti nel medioevo, che venivano
codificate nelle forme più diverse, spesso come profezie.
Ho accennato anche al fatto che
non è agevole distinguere tra profezie, leggende, codici e visioni, che di
solito si presentano in un groviglio inestricabile. Nonostante le difficoltà
che si prospettano, affronteremo in maniera critica diversi di questi
argomenti, cercando di portare alla luce, ove possibile, le storie che stanno
sotto la scorza dell’apparenza e che, spero, possano svelare ai non addetti ai
lavori degli scenari insospettabili.
Naturalmente, non essendo
questo un lavoro monografico, riserverò gli approfondimenti solo ai temi particolarmente interessanti sotto il profilo della conoscenza generale; tuttavia, cercherò di fare sempre del mio meglio per fornire comunque una visione completa, anche nei casi di una trattazione sintetica.
Per cominciare, sbarazziamoci
subito delle visioni vere e proprie che, benché rivestano anch’esse un
interessante valore folkloristico e culturale, sono estranee al mio modo
pragmatico di affrontare gli argomenti del mistero.
Non voglio insinuare che i
visionari ed i mistici fossero dei bugiardi o scarsamente meritevoli di
attenzione; alcuni erano sinceramente animati da fervore religioso, ma è
difficile credere che fossero realmente destinatari di rivelazioni divine,
ricche di assurdità e contraddizioni: rivelazioni che, con gli occhi di oggi,
possono essere viste come veri e propri frullati di allucinazioni e
superstizione, non di rado arricchiti con un cucchiaio abbondante di idealismo
politico. Con gli occhi di allora, invece, non mancavano di fare un certo
effetto su re, principi, papi e governanti
Molte di queste visioni sono
contenute nel “Mirabilis liber”, una raccolta di antiche profezie pubblicata
nel 1522; ad esse ha attinto a piene mani Nostradamus, per mascherare di
profetismo le sue narrazioni.
Per non dilungarmi troppo, mi
limiterò a tre personaggi assai prolifici di visioni e particolarmente rappresentativi del periodo storico di appartenenza: Santa Brigida di Svezia,
Giovanna d’Arco, Gioacchino da Fiore.
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