Ci siamo chiesti, nel post
precedente, come mai il cardinale Roncalli abbia deciso di scegliere un nome,
Giovanni XXIII, che era appartenuto a un antipapa. Abbiamo accennato alla possibilità che tale scelta possa essere
messa in correlazione con ambienti esoterici, ma resta comunque il fatto che,
diversi secoli fa, un Giovanni XXIII è già stato a capo della Chiesa
Cattolica.
E’ possibile che, con la sua
decisione, Angelo Roncalli abbia voluto porre la parola fine alla discussa
questione di legittimità del suo omonimo predecessore, con l’adozione di un
nome e di una numerazione che, automaticamente, lo disconoscevano.
Sebbene chiusa sotto il profilo
ecclesiastico, la questione rimane aperta sotto il profilo storico. La
riprendo, per introdurre anche lo studio dei “vaticinia di Nostradamus”. Mentre
preparo questo lavoro mi accorgo che, nella nuova impostazione che sto per
dare, la narrazione non sarà troppo breve: un periodo turbolento e intrigante
della Chiesa Cattolica, come quello che ha portato all’elezione del primo
Giovanni XXIII, non può essere banalizzato con troppe semplificazioni,
soprattutto se vogliamo capirne la connessione coi “vaticinia”, troppo spesso
superficialmente spacciati come profezie della “fine del mondo”, invece di
essere correttamente visti come rappresentazione artistica di quel periodo
storico. Una mistificazione inaccettabile e ingiustificabile, soprattutto sotto
il profilo culturale.
Per non lasciare in sospeso fino a data
indeterminata il filone (già iniziato, ma piuttosto breve) su Giovanna d’Arco e Gioacchino da
Fiore, coi relativi riflessi su Nostradamus, a partire dal prossimo post
procederò alternando gli argomenti.
Oggi facciamo presto a dire che
Tizio era papa e Caio antipapa: diamo per scontato che, in determinati momenti,
si siano fronteggiati usurpatori venuti da chissà dove e pontefici regolarmente
eletti. Non è così! Se, per comodità culturale, accettiamo di condividere le
etichette apposte dalla storia, questo non deve obbligarci a ignorare che
anche gli antipapi potevano spesso vantare delle ragioni che legittimavano la
loro posizione, così come certi papi godevano di una legittimazione
traballante.
Prima di Giovanni XXIII (Angelo
Roncalli), la tradizione non ha mai preso posizione netta sull’omonimo antipapa
(Baldassarre Cossa), succeduto a un altro antipapa: Alessandro quinto. Ma,
mentre il nome di quest’ultimo è stato implicitamente riconosciuto dal
successivo Papa Alessandro VI, che non ne ha duplicato la numerazione, il nome
XXIII assunto da Cossa è stato duplicato da Angelo Roncalli. Due pesi e due
misure, potremmo dire, anche se il contesto storico è diverso.
Papa Martino V si considerava
successore di Giovanni XXIII (Cossa) e non di Gregorio XII che, oggi, viene
considerato il suo valido predecessore.
Nella Basilica di S. Paolo Fuori
le Mura, il medaglione di Giovanni XXIII (Cossa) è presente unitamente agli
altri medaglioni, a dimostrazione del suo riconoscimento.
La verità è che l’elezione di
Giovanni XXIII (Cossa) è avvenuta in un periodo storico di incertezza e
confusione, durante il quale le regole dell’elezione pontificia venivano
disattese, modificate o create a seconda dell’opportunità, anche da chi non
aveva l’autorità per farlo.
Per capire, bisogna risalire
all’origine di questo gran pasticcio.
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