Tecniche di Nostradamus

mercoledì 28 maggio 2014

Papi e vaticinia (seguito)

 Nel 1378, con la morte di Gregorio XI succede il finimondo. Le chiese vengono prese d’assalto; vescovi e cardinali non possono mettere il naso in giro senza essere assediati e strattonati da energumeni urlanti. La folla reclama un papa italiano, preferibilmente romano.

I cardinali che si recano al conclave per eleggere il successore di Gregorio XI vengono fermati, strattonati, circondati, minacciati. Durante lo stesso svolgimento del conclave fanno irruzione bande di scalmanati che urlano e minacciano. Lo Spirito Santo sembra distratto o forse, chissà, sono proprio queste le sue vie.
In questa baraonda indescrivibile, qualcuno fa il nome di Bartolomeo Prignano, arcivescovo di Bari, uomo moderato e di buona reputazione. Le formule rituali del conclave, già abbondantemente violate, vengono accantonate del tutto: più che un’elezione, l’urgenza suggerisce un accordo di convergenza su quel nome. Prignano, che non è cardinale, si trova a Roma per caso. Bisogna trovarlo per l’accettazione ma, nella confusione del momento, non si sa come, si crede che sia stato eletto il romano Tibaldeschi, al quale vengono tributati dal popolo gli onori papali. E lui a proclamare che non c’entra nulla… Per lo stress, il poveretto muore qualche giorno dopo.
Chiarito l’equivoco, viene rintracciato Prignano, che assume il nome di Urbano VI.
Voltafaccia! Da uomo mite si trasforma radicalmente, mostrando un volto autoritario e un comportamento dispotico, crudele, sadico, torturatore, omicida. Una vera anima pia!
Quasi tutti i cardinali, maltrattati e terrorizzati, lo abbandonano e si rifugiano a Fondi dove, appellandosi alle irregolarità del conclave, dichiarano invalida l’elezione di Prignano. Indicono quindi un nuovo conclave rispettando, questa volta, tutte le ritualità previste. Poiché non riescono a mettersi d’accordo sulla scelta di un italiano o di un francese, optano per un tedesco: Roberto di Ginevra, che assume il nome di Clemente VII.
Urbano VI lo scomunica immediatamente, dichiarandolo anticristo. In realtà, è lui che viene visto come anticristo nei vaticinia di Nostradamus (ce ne occuperemo nel prossimo post). Contemporaneamente, essendo rimasto senza cardinali, ne nomina altri per rimpolpare la sua curia.
Il grande scisma ha inizio così, nel 1378.
Urbano VI si stabilisce a Roma, Clemente VII ad Avignone. Re e principi di tutta Europa prendono posizione a favore dell’uno o dell’altro. La cristianità ha due papi.
Da parte sua, Caterina da Siena, non ancora soddisfatta di aver inguaiato Gregorio XI, non se ne sta con le mani in mano e si batte senza tregua per il riconoscimento di Urbano VI, chiamando “demoni menzogneri” i cardinali di Fondi e “anticristo” Clemente VII. Contemporaneamente, il grande domenicano Vincenzo Ferrer, anch’egli poi proclamato santo, si batte con altrettanto zelo per Clemente VII, chiamando “demoni eretici” i cardinali romani.
Vatti a fidare! I santi avranno pure la linea diretta con l’aldilà, ma è una linea disturbata, piena di fastidiosi rumori di fondo per via delle distanze, e le istruzioni arrivano distorte e contraddittorie. Purtroppo, del vero spirito cristiano, ispirato ai remoti eventi della Palestina, non arriva più neanche una fievole eco.

…segue…

Nessun commento:

Posta un commento