Ultimi decenni del XIV secolo.
Roma è in pieno fermento: anarchia, sporcizia, brigantaggio, prostituzione,
omicidi (tranne che di domenica, per rispetto del giorno del Signore),
saccheggi e violenze. Ci si batte ad ogni angolo di strada e ad ogni occasione,
tutti contro tutti; i mercenari bivaccano alle porte della città, tormentandola
con le loro scorrerie.
Il papa in carica, Urbano V,
risiede in Francia, ove la sede pontificia è stata trasferita nel 1313 dal
francese Clemente V, lo stesso che aveva sciolto l’Ordine dei Templari.
I vaticinia di Nostradamus
(nona immagine) raffigurano Clemente V a cavallo, mentre lascia una donna con le mani giunte, sulla soglia
di un edificio di culto: la sposa di Cristo, la Chiesa di Roma abbandonata.
Vedi qui il sposo della donna
Babilonica, che fugge la sua sposa a sé abominabile, quasi vedovada
lasciandola.
Così lo descrivono gli artefici
dei disegni, dei quali l’autore dei vaticinia di Nostradamus, che non sono
affatto di Nostradamus, è solo un mediocre scopiazzatore.
Mi dispiace di deludere chi la
pensa diversamente, ma a me risulta che i “vaticinia di Nostradamus” siano solo
un pessimo mosaico del 1800 o giù di lì, un’accozzaglia di frammenti di altre
opere. Un lavoro intrigante, espressione di un fenomeno culturale
interessante, ma pur sempre una macedonia di frutta, attorno alla quale si è
costruito un business di successo.
L’immagine del papa a cavallo
che lascia Roma, ripresa da una fonte più sofisticata dei “vaticinia di
Nostradamus”, è riportata anche nel recente DVD n. 4 di Alberto Angela “Alla
scoperta del Vaticano”.
Dante, filo-templare, immortala Clemente V nell’inferno,
in modo assai poco benevolo:
ché dopo lui verrà di
più laida opra,
di ver' ponente, un
pastor senza legge,
tal che convien che lui
e me ricuopra.
Nuovo Iasòn sarà di cui
si legge
ne' Maccabei; e come a
quei fu molle
suo re, così fia lui chi
Francia regge.
Inf. XIX, 83-88
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