Le apparizioni di Fatima e le
prime testimonianze dei pastorelli, in quanto simili alle altre mariofanie
storiche, non creano per un credente alcun problema di fede (Fatima I). L’unico elemento di novità è costituito dal miracolo del sole che,
benché spiegabile per altre vie, contribuisce anch’esso alla credibilità
dell’evento. Le ricostruzioni successive, invece, sono talmente ricche di
contraddizioni ed assurdità, da rendere arduo ogni atteggiamento di fede (Fatima
II).
Ai credenti si pone perciò un
problema: è consentito tentennare su queste cose, accordando una fiducia parziale o negandola del tutto ed esprimendo critiche e giudizi
su questioni apparentemente sacre, senza contravvenire ai propri doveri morali
e religiosi di cristiano? Contrariamente a quanto possa sembrare, la risposta
è: “Assolutamente sì”.
Quella di Fatima è una
rivelazione privata, che non vincola i credenti. E' una questione che
sfugge a molti e la cui importanza viene sottovalutata. Perfino scrittori
(evito i nomi) che hanno le idee molto chiare sull’esistenza di un
indimostrabile quarto segreto si scandalizzano su questo concetto basilare. Per
tornare a una mia vecchia citazione, ci “spiegano” che Marte è fatto di
groviera, ma non sanno cos’è la groviera.
Allora chiariamo le cose, perché
solo la loro comprensione autorizza i credenti a dubitare.
I termini “rivelazione
pubblica” e “rivelazione privata” sono una semplice convenzione, stabilita da
secoli dalla Chiesa, per classificare i messaggi celesti. E’ evidente che,
piaccia o meno, tutte le convenzioni terminologiche svolgono un ben preciso ruolo lessicale, che non può essere arbitrariamente alterato senza generare
confusione. Immaginate se io invertissi i termini “frigorifero” e “forno a
microonde”…
L’unica rivelazione pubblica è
quella di Cristo, narrata nei Vangeli, ed ai credenti è fatto obbligo di
prestarvi fede. Tutte le altre sono, per definizione, rivelazioni private, che
possono (e, anzi, debbono) essere messe in discussione. La Chiesa a
volte le riconosce, le considera degne di fede, ma permette ugualmente al
credente di considerarle inattendibili per ragioni ben precise che espongo succintamente di seguito.
Nessun veggente può essere messo sullo stesso piano di
Cristo, per quanto autorevoli possano essere le rivelazioni che egli dice di
aver ricevuto. Solo Cristo è “la via, la verità e la vita”; sulla sua bocca non
c’è errore o menzogna. Questo insegna la dottrina cristiana.
Non altrettanto si può dire dei vari veggenti: può
esserci menzogna, allucinazione, distorsione, incapacità espressiva,
manipolazione e chissà quant’altro. L’inganno, in buona o cattiva fede, non può
mai essere escluso del tutto; perciò è legittimo, e anche doveroso, il dubbio
nei loro confronti, senza che scatti alcun senso di colpa. Il cristiano ha
l’obbligo di difendere la sua fede, evitando che si trasformi in superstizione.
Perfino quando si sente ben disposto verso i vari mistici e veggenti, ha
ugualmente l’obbligo di sottoporre le loro comunicazioni a un adeguato vaglio
critico, evitando che la sua fede venga sopraffatta da quello che raccontano le
varie Lucia di turno, per quanto sincere possano essere ritenute.
Non sono pochi quelli convinti che non credere alle
apparizioni significa non credere alla Madonna.
Che assurdità! Eppure gli esempi di santi e veggenti in
clamoroso errore abbondano nella storia. In questo blog ne abbiamo visti
alcuni:
Santa Brigida racconta che Gesù le avrebbe detto di aver
versato più di 30.000 gocce di sangue.
Santa Giovanna d’Arco sente le voci che la invitano a
fare strage di nemici con la spada.
Santa Caterina da Siena si batte strenuamente per
difendere il sadico e pluriomicida Urbano VI chiamando “anticristo” Clemente VII che,
nello stesso tempo, viene difeso da San
Vincenzo Ferrer.
Santa Lutgarda racconta che Innocenzo III è stato
condannato a stare in purgatorio fino al giorno del giudizio per non aver
chinato il capo durante la recita del Credo. Evidentemente considera una
bazzecola, non meritevole di punizione, il vergognoso sterminio dei catari
voluto dallo stesso papa.
Vatti a fidare delle visioni di certi santi!
Tutto questo spiega la cautela,
quando non proprio diffidenza, che la Chiesa ha da sempre mantenuto intorno
alle visioni private e spiega anche le recenti parole di Papa Francesco a
proposito di Medjugordje:
“La Madonna è madre e ci ama tutti. Ma non è un
capoufficio della posta, per inviare messaggi tutti i giorni. Queste novità
allontanano dal Vangelo, allontanano dallo Spirito Santo, allontanano dalla
pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, dalla bellezza di Dio. Gesù dice
che il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione”.
Attenzione, perché in questo
campo non esiste simmetria tra dubbio e verità, come potrebbe essere tra un secco credere e un altrettanto secco non credere: un dubbio motivato vale infinitamente di più di una
verità che, nelle rivelazioni private, non si sa mai quanto possa essere
fondata.
Premesso questo, passeremo
presto ad esaminare i vari “segreti” e le varie “profezie” di Fatima.
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