Tecniche di Nostradamus

sabato 27 dicembre 2014

Il secondo segreto di Fatima - 2

Sebbene i fatimologi tentino di spacciare per profezia il secondo segreto, a me sembra di essere alle prese con un polpettone di idee confuse. Non vedo altra via che analizzarlo pezzo per pezzo. Anche così, però, la ricostruzione del mosaico proposto da Lucia è impossibile, perché i pezzi non combaciano. Non ci resta che stare al gioco, ignorando le incongruenze.

Dopo aver spiegato ai pastorelli che all’inferno vanno le anime dei peccatori, il messaggio afferma che, per salvarle, Dio richiede la devozione al Cuore Immacolato di Maria.

Avete visto l’inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarle[1], Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quello che io vi dirò, molte anime si salveranno e ci sarà pace.

Bisogna fare attenzione a non confondere questa richiesta con quella successiva, relativa alla  Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, che segue un differente percorso.

Nella devozione al Cuore Immacolato non c’è alcuna predizione; si tratta di una semplice richiesta, con il miraggio di un premio: la salvezza di molte anime e la pace.
Nessuno ha mai capito a quale pace si alluda, anche se il problema viene sensibilmente avvertito tra gli studiosi di Fatima. Probabilmente non è la pace susseguente alla prima guerra mondiale, visto che alla fine di quella guerra è dedicata una specifica predizione incondizionata. E, comunque, è solo nel 1925, quando la pace è già in atto, che la Madonna spiega a Lucia i contenuti della richiesta di devozione.
Il guaio è che Lucia, abituata a raccontarne di tutti i colori, in una lettera al Papa del 2.12.1940, nell’accennare al segreto del 1917, scrive che sia la devozione al Cuore Immacolato a Maria che la consacrazione della Russia erano state chieste per impedire la seconda guerra mondiale, ormai già scoppiata. E’ chiaro che, quando nel 1941 scrive le memorie, è costretta a mantenere il punto, affermando che era stata promessa la pace in cambio della devozione a Maria. Nel prossimo articolo esamineremo meglio questo aspetto, ma nel frattempo non vi scervellate troppo. Forse anch’io difetto di chiarezza, ma la vera confusione sta a monte.

Prescindendo dai contenuti, bisognerebbe anche capire cosa significa che la devozione richiesta debba essere stabilita “nel mondo”. Il mondo è grande e, specialmente nella prima metà del ‘900, per la maggior parte inaccessibile al Cattolicesimo. Perciò, l’invito era di fatto inapplicabile.
Dubbi a parte, resta il fatto che si tratta di una promessa condizionata e non di una profezia: “se verrà fatto quanto richiesto, molte anime si salveranno e ci sarà pace”. Lo scenario resta aperto anche alle opzioni contrarie.

Come accennato, la Madonna non dice subito a Lucia “come” la devozione al suo Cuore Immacolato debba essere realizzata in pratica. Si riserva espressamente di dirlo: “Se faranno quello che io vi dirò…”.

Non c’è alcuna fretta. Bisogna attendere il 10 dicembre 1925, quando Lucia è già in convento, perché la Madonna le appaia nuovamente insieme al Bambino Gesù e con i “decreti attuativi”, che vedremo nel prossimo articolo.

Un gran pasticcio nei tempi, nella forma, nei contenuti. Finora, di profezie neanche l’ombra.

Lista delle incongruenze aggiornata:

1) Miracolo del sole: formulazione in contrasto con le facoltà profetiche di Maria.
2) Profezia della guarigione dei malati: manca la relazione tra predizione ed evento.
3) Profezia della morte di Francesco e Giacinta – predizione post eventum.
4) Profezia della vita residua di Lucia – errata relazione tra predizione ed evento.
5) Visione puerile e vetero-catechistica dell’inferno, spacciata per segreto.
6) Improbabile visione di un angelo, che impegna i tre pastorelli sul profondo mistero della SS. Trinità.
7) Devozione al Cuore Immacolato di Maria: non è profezia, ma richiesta pasticciata.



[1] Non è l’unica volta in cui Lucia fa riferimento alle anime dell’inferno, sostenendo che possono essere salvate; in qualche caso lo scrive in maniera estremamente esplicita. Tuttavia, a chi le fa rilevare l’errore teologico, risponde che intende riferirsi alle anime in maggior pericolo di dannazione.

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