Tecniche di Nostradamus

sabato 20 dicembre 2014

Il primo segreto di Fatima

Per la descrizione della prima parte del segreto rivelato dalla Madonna ai pastorelli il 13 luglio 1917, mi avvalgo delle stesse parole di Lucia (quarta Memoria):


…Aperse di nuovo le mani come nei due mesi precedenti. Il riflesso parve penetrare la terra e vedemmo qualcosa come un mare di fuoco; immersi in questo fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e negre o color bronzo, con lineamenti umani, che fluttuavano nell’incendio, sollevate dalle fiamme che da loro stesse uscivano con nugoli di fumo, e ricadevano da tutte la parti, simili al cadere di faville nei grandi incendi, senza né peso né equilibrio, tra gridi e gemiti di dolore e di disperazione, che facevano orrore e tremare di spavento. (Dev’essere stato l’impatto con questa visione che mi fece scappare quell’ahi, che dicono di aver sentito da me). I demoni si distinguevano per i lineamenti orribili e schifosi di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come negri carboni accesi.
Spaventati e come per invocare soccorso, alzammo gli occhi verso la Madonna, che ci disse con bontà e tristezza….  (inizia il secondo segreto, del quale ci occuperemo nei prossimi articoli).


Viene da chiedersi che razza di segreto sia mai questo! E’ soltanto la descrizione dell’inferno così come l’avrebbe fatta qualunque bambino dell’epoca, che avesse frequentato il catechismo.
Ammetto che assistere a questo spettacolo con i propri occhi possa essere considerato ben più terrificante che leggerne. Ma davvero la Madonna ha mostrato questa scena ai pastorelli?
A cosa abbiano assistito Giacinta e Francesco non è dato saperlo, visto che sono morti custodendo il loro segreto. Dobbiamo quindi fidarci di Lucia e della sua descrizione medievale e dantesca.

Devo qui succintamente ricordare, non avendone parlato in precedenza, che la stessa Lucia aveva avuto delle visioni di un angelo qualche anno prima di vedere la Madonna, inizialmente con tre compagne e poi con i cuginetti Francesco e Giacinta. E’ sempre lei il fulcro di tutte le vicende di Fatima: tutto ruota attorno a lei, che è anche l’unica a parlare e l’unica a sopravvivere (non si ha notizia della sorte delle tre compagnette che hanno preceduto i cugini).
Ebbene, l’angelo si era presentato sia come angelo custode del Portogallo che come angelo della pace.
A me, che so poco delle cose di lassù, verrebbe da pensare che un angelo della pace debba essere parecchio impegnato, per tenere a bada i tumulti e le guerre di tutto il mondo. A giudicare da come sono sempre andate le cose, capisco ora perché gli sforzi dell’angelo di Lucia non abbiano mai avuto successo. Evidentemente non poteva impegnarsi a fondo, dovendo riservarsi anche il tempo per vigilare sul Portogallo e, contemporaneamente, per indottrinare la bambina. Forse, “profetizzando” la crisi attuale, il cielo ha fatto prudentemente dei tagli di personale anticipati.

Comunque, questo angelo parla ai tre bambini della SS. Trinità, somministra ad essi la Comunione con Calice ed Ostia, compie dei gesti rituali e pronuncia delle parole assolutamente usuali per chiunque frequenti la Santa Messa.
E’ talmente allineato agli insegnamenti catechistici che il sacerdote John de Marchi, un illustre commentatore dei fatti di Fatima, scrive:

L’angelo ha voluto dimostrare, a nostra guida teologica, che gli insegnamenti tradizionali della Chiesa non sono stati viziati dal tempo e dall’errore.
…Appare chiaro che, a Fatima, un angelo ha camminato tra di noi con un catechismo aperto in mano.

A sentire De Marchi, abbiamo la dimostrazione dell’infallibilità della Chiesa.  A sentire sempre lui (uso altre sue parole), i bambini “sono diventati, per libera scelta, co-redentori con Cristo”.
Infallibilità della Chiesa certificata dai racconti di bambini co-redentori? Ed è proprio un sacerdote a sostenerlo? Vi risparmio qualsiasi commento; voglio solo ribadire che non stiamo parlando di un fatimologo qualsiasi, ma di uno dei più autorevoli ed accreditati!

Di fronte a tanta mistificazione, che si unisce ad altre analoghe provenienti da un fronte clericale graniticamente compatto e palesemente “coalizzato”, non possiamo non acuire i sospetti, più volte espressi, sulla reale origine degli eventi di Fatima o, quanto meno, di Fatima II.
E’ stato davvero l’angelo a parlare ai tre bambini di 7, 9 e 10 anni della SS. Trinità, oppure è stata Lucia adulta, unica sopravvissuta, che “si” è raccontata chissà quale storia, infarcita di angeli e segreti, spacciandola per vera anche a noi?
E’ stato davvero l’angelo a camminare tra di noi con un catechismo aperto in mano, come sostiene De Marchi, oppure è tutto frutto dell’immaginazione di Lucia, la cui scadente cultura teologica non le consente di andare al di là di una descrizione tradizionale dell’inferno e di altre concezioni religiose di basso profilo?

Aggiorniamo l’elenco delle incongruenze:

1) Miracolo del sole: formulazione sconcertante (possibile trucco ancora da svelare). 
2) Profezia della guarigione dei malati: manca la relazione tra predizione ed evento (requisito n. 3 – cfr: Fatima: vere e false profezie).
3) Profezia della morte di Francesco e Giacinta – predizione post eventum.
4) Profezia della vita residua di Lucia – errata relazione tra predizione ed evento (requisito n. 3 – cfr:  Fatima: vere e false profezie)
5) Visione puerile e vetero-catechistica dell’inferno, spacciata per segreto.
6) Improbabile visione di un angelo, che impegna i tre pastorelli sul profondo mistero della SS. Trinità. 

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