Per la descrizione della prima
parte del segreto rivelato dalla Madonna ai pastorelli il 13 luglio 1917, mi
avvalgo delle stesse parole di Lucia (quarta Memoria):
…Aperse di nuovo le mani come nei
due mesi precedenti. Il riflesso parve penetrare la terra e vedemmo qualcosa
come un mare di fuoco; immersi in questo fuoco, i demoni e le anime, come se
fossero braci trasparenti e negre o color bronzo, con lineamenti umani, che
fluttuavano nell’incendio, sollevate dalle fiamme che da loro stesse uscivano
con nugoli di fumo, e ricadevano da tutte la parti, simili al cadere di faville
nei grandi incendi, senza né peso né equilibrio, tra gridi e gemiti di dolore e
di disperazione, che facevano orrore e tremare di spavento. (Dev’essere stato
l’impatto con questa visione che mi fece scappare quell’ahi, che dicono di aver
sentito da me). I demoni si distinguevano per i lineamenti orribili e schifosi
di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come negri carboni accesi.
Spaventati e come per invocare
soccorso, alzammo gli occhi verso la Madonna, che ci disse con bontà e
tristezza…. (inizia il secondo segreto,
del quale ci occuperemo nei prossimi articoli).
Viene da chiedersi che razza di
segreto sia mai questo! E’ soltanto la descrizione dell’inferno così come
l’avrebbe fatta qualunque bambino dell’epoca, che avesse frequentato il
catechismo.
Ammetto che assistere a questo
spettacolo con i propri occhi possa essere considerato ben più terrificante che
leggerne. Ma davvero la Madonna ha mostrato questa scena ai pastorelli?
A cosa abbiano assistito
Giacinta e Francesco non è dato saperlo, visto che sono morti custodendo il
loro segreto. Dobbiamo quindi fidarci di Lucia e della sua descrizione
medievale e dantesca.
Devo qui succintamente
ricordare, non avendone parlato in precedenza, che la stessa Lucia aveva avuto
delle visioni di un angelo qualche anno prima di vedere la Madonna,
inizialmente con tre compagne e poi con i cuginetti Francesco e Giacinta. E’
sempre lei il fulcro di tutte le vicende di Fatima: tutto ruota attorno a lei,
che è anche l’unica a parlare e l’unica a sopravvivere (non si ha notizia della
sorte delle tre compagnette che hanno preceduto i cugini).
Ebbene, l’angelo si era
presentato sia come angelo custode del Portogallo che come angelo della pace.
A me, che so poco delle cose di
lassù, verrebbe da pensare che un angelo della pace debba essere parecchio
impegnato, per tenere a bada i tumulti e le guerre di tutto il mondo. A
giudicare da come sono sempre andate le cose, capisco ora perché gli sforzi
dell’angelo di Lucia non abbiano mai avuto successo. Evidentemente non poteva
impegnarsi a fondo, dovendo riservarsi anche il tempo per vigilare sul
Portogallo e, contemporaneamente, per indottrinare la bambina. Forse,
“profetizzando” la crisi attuale, il cielo ha fatto prudentemente dei tagli di
personale anticipati.
Comunque, questo angelo parla
ai tre bambini della SS. Trinità, somministra ad essi la Comunione con Calice
ed Ostia, compie dei gesti rituali e pronuncia delle parole assolutamente usuali
per chiunque frequenti la Santa Messa.
E’ talmente allineato agli
insegnamenti catechistici che il sacerdote John de Marchi, un illustre
commentatore dei fatti di Fatima, scrive:
L’angelo ha voluto dimostrare,
a nostra guida teologica, che gli insegnamenti tradizionali della Chiesa non
sono stati viziati dal tempo e dall’errore.
…Appare chiaro che, a Fatima,
un angelo ha camminato tra di noi con un catechismo aperto in mano.
A sentire De Marchi, abbiamo la
dimostrazione dell’infallibilità della Chiesa.
A sentire sempre lui (uso altre sue parole), i bambini “sono diventati,
per libera scelta, co-redentori con Cristo”.
Infallibilità della Chiesa
certificata dai racconti di bambini co-redentori? Ed è proprio un sacerdote a
sostenerlo? Vi risparmio qualsiasi commento; voglio solo ribadire che non
stiamo parlando di un fatimologo qualsiasi, ma di uno dei più autorevoli ed
accreditati!
Di fronte a tanta
mistificazione, che si unisce ad altre analoghe provenienti da un fronte
clericale graniticamente compatto e palesemente “coalizzato”, non possiamo non
acuire i sospetti, più volte espressi, sulla reale origine degli eventi di
Fatima o, quanto meno, di Fatima II.
E’ stato davvero l’angelo a
parlare ai tre bambini di 7, 9 e 10 anni della SS. Trinità, oppure è stata
Lucia adulta, unica sopravvissuta, che “si” è raccontata chissà quale storia,
infarcita di angeli e segreti, spacciandola per vera anche a noi?
E’ stato davvero l’angelo a
camminare tra di noi con un catechismo aperto in mano, come sostiene De Marchi,
oppure è tutto frutto dell’immaginazione di Lucia, la cui scadente cultura
teologica non le consente di andare al di là di una descrizione tradizionale
dell’inferno e di altre concezioni religiose di basso profilo?
Aggiorniamo
l’elenco delle incongruenze:
2) Profezia della guarigione dei
malati: manca la relazione tra predizione ed evento (requisito n. 3 – cfr: Fatima: vere e false profezie).
3) Profezia della morte di Francesco e Giacinta – predizione post eventum.
4) Profezia della vita residua di Lucia – errata
relazione tra predizione ed evento (requisito n. 3 – cfr: Fatima: vere e false profezie)
5) Visione
puerile e vetero-catechistica dell’inferno, spacciata per segreto.
6) Improbabile
visione di un angelo, che impegna i tre pastorelli sul profondo mistero della
SS. Trinità.
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