I resoconti di Lucia sono
estremamente disorganizzati. Questa confusione, anche se parzialmente
giustificata dalla scarsa cultura della monaca, potrebbe essere un vero e
proprio indice di insincerità. Infatti, se è corretta l’ipotesi che Lucia
“inventi” le sue storie nel corso degli anni, allora le contraddizioni, le
correzioni, i ritorni, i chiarimenti e le integrazioni diventano inevitabili.
A causa del disordine
espositivo, i racconti di Lucia, ammesso che possano essere capiti, devono
essere prima riordinati. Le quartine di Nostradamus, grazie alla loro rigorosa
struttura, sono al confronto un giochetto per bambini.
Limitiamoci, per il momento, a
mettere in ordine cronolgico le notizie relative alla devozione della seconda
parte del segreto.
13 luglio 1917 (messaggio
reso pubblicamente noto parzialmente nel 1942 e poi nel 2000): la
Madonna rivela ai pastorelli dei segreti, tra i quali la richiesta di
“stabilire nel mondo la devozione al Suo Cuore Immacolato, in cambio della
salvezza di molte anime e della pace”. La Madonna si riserva di specificare le
modalità della devozione richiesta.
Avete
visto l’inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio
vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno
quello che io vi dirò, molte anime si salveranno e ci sarà pace.
Al problema di quale pace ci si
possa riferire nel contesto, ho fatto un breve riferimento nell’articolo
precedente. Vedremo adesso che la questione è stata solo un’inutile
complicazione introdotta da Lucia.
11 novembre 1918: la
prima guerra mondiale ha termine e subentra la pace, senza che sia ancora stata
stabilita nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Del resto,
nessuno ne sa nulla.
10 dicembre 1925: La
Madonna appare a Lucia insieme al Bambino Gesù, spiegandole in cosa consista,
in concreto, la devozione.
Di’ a tutti quelli che per
cinque mesi, nei primi sabati, si confesseranno e riceveranno la santa
comunione, reciteranno un rosario e mi faranno quindici minuti di compagnia,
meditando i quindici misteri del rosario, allo scopo di darmi sollievo, che io
prometto di assisterli al momento della loro morte, con tutte le grazie
necessarie alla salvezza di queste anime.
Come si vede, la promessa non
contiene alcun accenno alla pace. Né può essere diversamente, dal momento che
il mondo è già in pace.
15 febbraio 1926: Le
appare il Bambino Gesù, che le chiede se ha già diffuso la devozione a
Maria. Lucia afferma di averne
accennato al confessore e alla madre superiora, che non possono far nulla.
Poi fa presente che alcuni
potrebbero avere delle difficoltà a confessarsi il sabato. Il Bambino risponde
che possono confessarsi anche prima, in qualsiasi giorno, purché con
l’intenzione di alleviare il Cuore Immacolato di Maria.
“E se qualcuno si dimentica
di questa intenzione?”, chiede Lucia.
“Possono esprimerla alla
prima confessione successiva”, è la risposta.
Un colloquio surreale, fatto di
aggiustamenti e messe a punto, tra un Gesù Bambino ignaro dell'esito della richiesta di devozione e una Lucia benevola nei confronti delle persone impegnate nel giorno di sabato
o distratte.
24 luglio 1927: Lucia
scrive a sua madre, spiegandole la “devozione” e raccomandandole la sua pratica.
17 dicembre 1927: Il
tempo delle apparizioni spontanee è alle spalle. Ormai di casa e padrona della
scena, a Lucia è consentito bussare direttamente alla porta del cielo. Perciò,
si accosta al tabernacolo, dicendo a Gesù che il confessore le ha chiesto
di mettere per iscritto l’argomento della devozione. Gesù l’autorizza, raccomandandole
di continuare a mantenere il segreto su tutto il resto di quanto le ha
detto la Vergine nell’apparizione di luglio 1917. Con tutte quelle cose alle
quali deve pensare, il Gesù di Lucia si dimentica in seguito di questo vincolo
al mantenimento del segreto, visto che arriveranno le sanzioni per
l’inadempimento di richieste delle quali vescovi e papi non erano stati messi al
corrente.
Lucia adempie alla richiesta
del confessore di mettere per iscritto il significato della devozione dei primi
cinque sabati che però, dopo le precisazioni del 15.12.1926, non sono
necessariamente dei sabati. Nessun accenno alla pace.
Maggio 1930: Per
qualche ignoto motivo, il confessore vuole degli ulteriori chiarimenti (forse comincia a capire che non c’è nulla da capire). Lucia si rivolge
nuovamente a Gesù, nella notte tra il 29 ed il 30 maggio, chiedendo
nell’occasione qualche ulteriore aggiustamento alla “trattativa” del 15
dicembre 1926.
12 giugno 1930: Lucia
fornisce al confessore i chiarimenti ricevuti da Gesù. Ancora nessun
riferimento alla pace.
1937 (al
momento non conosco la data esatta): Il vescovo di Leira trasmette al
papa la richiesta di Lucia di consacrare la Russia a Maria e di promuovere la
devozione dei cinque sabati. In cambio, la Vergine promette di far terminare la
persecuzione in Russia. Ancora una volta nessun accenno alla pace o a minacce
di nuove guerre ma soltanto, elemento nuovo, la cessazione delle persecuzioni
in Russia.
Con l’occasione, il vescovo
ribadisce al papa che, con le apparizioni del 1917, la Madonna ha preparato la
lotta al comunismo; comunica, inoltre, che i vescovi portoghesi hanno promesso
un pellegrinaggio per ringraziare la Vergine di averli protetti dalle “calamità
del comunismo”.
E’ rimasto ancora qualcuno che
dubita della strumentalizzazione politica di Fatima?
13 settembre 1939: Il
vescovo di Leira rende pubblica la richiesta di devozione.
2 dicembre 1940: Lucia
scrive personalmente al papa chiedendo di diffondere nel mondo la devozione dei
primi sabati e la consacrazione della Russia. Accennando sommariamente al
segreto del 1917, dice che, se le sue richieste fossero state accolte per tempo
(ma quando, se fino ad allora si era
limitata a richieste sporadiche, confuse e parziali, per via del suo
vincolo al segreto?) la seconda guerra mondiale non sarebbe scoppiata e ci
sarebbe stata la pace. Come aveva già fatto fare al vescovo nella lettera del
1937, Lucia mette insieme la richiesta di devozione con quella di consacrazione
della Russia e, adesso che è in atto una nuova guerra, inserisce il tema di una
pace perduta. Sempre a rincorrere la storia, altro che profezie!
Novembre/dicembre 1941: Lucia
scrive la terza e la quarta memoria nelle quali, per la prima volta, rivela
compiutamente le prime due parti del segreto del 1917, del quale fa parte la
richiesta di devozione al Cuore Immacolato di Maria coi suoi effetti (salvezza
delle anime e pace). Il tema della pace non c’entra nulla con la salvezza delle
anime, ma Lucia è costretta a mantenerlo, avendolo già tirato in ballo nella
lettera del 1940 al Papa.
Avete
visto l’inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio
vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno
quello che io vi dirò, molte anime si salveranno e ci sarà pace.
Per giustificare le sue
affermazioni, qualcuno ha voluto stabilire un generico nesso tra la conversione
dei peccatori e la fine delle guerre, intese come un castigo divino per
l’umanità.
Nella terza memoria, Lucia si
sente in dovere, bontà sua, di spiegare perché ha taciuto per tanto tempo sui
segreti di luglio 1917 (devozione e tutto il resto); evidentemente qualcuno le
ha chiesto o suggerito di fornire questi chiarimenti. Trascrivo letteralmente
la traduzione italiana delle sue parole, errori grammaticali compresi: “Può darsi che qualcuno pensi che avrei
dovuto manifestare tutte queste cose da parecchio perché, a loro parere,
avrebbe avuto, qualche anno prima, un valore maggiore. E sarebbe così, se Dio
avesse voluto presentarmi al mondo come profeta. Ma io credo che non fu questa
l’intenzione di Dio quando mi manifestava tutte queste cose. Se così fosse, io
penso che, quando nel 1917 mi ordinò di stare zitta, mi avrebbe ordinato di
parlare”.
Di che si lamenta, dunque?
Perché, visto che si propone come mediatrice tra il cielo e l’umanità, anziché limitarsi a chiedere a
Gesù Bambino di accettare la confessione in un altro giorno piuttosto che di
sabato, magari (aggiungo io) tenendo anche conto delle possibili differenze di calendario
dovute ai fusi orari, non gli dice bello e chiaro: “Senti, figlio mio; tu
sei ancora Bambino e certe cose non le capisci bene. Però non puoi vincolarmi
al segreto e, contemporaneamente, minacciare sfracelli. Non è così che si fa.
Mettiti un po’ nei miei panni; che figura mi fai fare?”.
Benché molte montature siano
stra-ultra-sfacciate, la Chiesa di Roma è ormai talmente coinvolta da dover
necessariamente fingere di non capire. Gli apologeti, nello stesso tempo, fanno
figure barbine nei loro tentativi di arrampicarsi sugli specchi.
L’articolo sulla “devozione al
Cuore Immacolato di Maria” sta venendo molto lungo. Lo concluderemo la prossima
volta.
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