Tecniche di Nostradamus

sabato 25 luglio 2015

Domus Morozzo: l'enigma del 1556

Riprendiamo l’analisi della lapide di Torino, cominciando con l’anno della data. Ribadisco dallo scorso post che la struttura del testo suggerisce di ragionare sull’ipotesi, niente affatto scontata, che in esso sia celato un crittogramma, cioè un particolare tipo di codice da individuare con le tecniche della crittografia. Si tratta cioè di trovare una “chiave” di lettura, se esiste, che permetta di portare alla luce un eventuale messaggio nascosto, evitando la trappola degli infiniti tentativi per prova ed errore.



Leggo dappertutto che l’anno in cima alla lapide viene unanimemente considerato il 1556. Probabilmente, l’intenzione del crittografo era di dare questa impressione ma, di fatto, la lapide mostra più esattamente la scritta “I S S 6”. Forse a qualcuno la cosa può sembrare irrilevante ma, dal punto di vista crittografico, la differenza è fondamentale. Se si fosse voluto scrivere 1556, non si sarebbe adottata questa forma tipografica; evidentemente si è voluto dare un segnale che non è stato colto.

In effetti, se di enigma si tratta, esso è assai simile a quello dell’anno 1999 della quartina X,72:

L’an mil neuf cens nonante neuf sept mois
…etc…
…etc…
…etc…

Chi ha letto il libro “Il vero codice di Nostradamus” sa che abbiamo risolto l’enigma ricorrendo a quelle tecniche cabalistiche che stanno alla base di molti enigmi di Nostradamus. In particolare, abbiamo fatto ricorso alla Gematriah, che prevede la piena fungibilità tra numeri e lettere, ciò l’indifferenza nell’uso dei numeri o delle corrispondenti lettere.
Ciò che a noi, magari, può sembrare un po’ strano, era normalissimo nel medioevo e nel rinascimento, quando queste conversioni erano assai ricorrenti nella costruzione degli enigmi. Se ne avete uno da risolvere, partite dalla Gematriah[1]: il più delle volte ci prendete. Semmai, il vero problema non è la conversione, ma il “modo” in cui la conversione è trattata.

Per esempio, nel caso di “I S S 6”, è sufficiente convertire solo la “I” per ottenere il numero 9. A questo punto, l’intestazione (non mi va proprio giù di chiamarla “anno”) si trasforma in “9 S S 6”.
Un criterio crittograficamente più logico ed elegante richiede invece la conversione di tutta la parte letterale, in modo da ottenere un numero di quattro cifre, anziché un miscuglio di numeri e lettere. Adottando questa soluzione, oltre alla “I” bisognerebbe convertire anche le due “S”, ottenendo al loro posto due “8” (S=17=1+7). In tal caso l’intestazione verrebbe trasformata in “9 8 8 6” senza che l’effetto finale cambi rispetto a “9 S S 6”.
In entrambi i casi, infatti, l’intestazione capovolta (rotazione verticale) e invertita (rotazione orizzontale) si legge sempre “9 S S 6” o “9 8 8 6”.
Si tratta di due ipotesi forti, che si sostengono a vicenda per via del risultato equivalente. La seconda, in particolare, è suggerita dall’ovvia considerazione che un anno (per quanto fittizio) debba essere composto da quattro cifre e non da un misto di lettere e cifre.

Si tratterebbe, dunque, di un metodo di codifica analogo a quello del 1999 della quartina X,72, ma reso più articolato dal criterio dell’inversione adottato con grande frequenza da Nostradamus. Restando al citato libro, potrei ricordare il 17 che diventa 71 della quartina V,92; “les citez revoltées” (le citate rivoltate) del Presagio di maggio 1555; “volventur saxa litteris” (lettere da rovesciare) della Paraphrase de Galen. Ma potrei aggiungere altri esempi quale “la chaisne qui contient sa revolution” (la catena che contiene il suo contrario) dell’epistola a Enrico II o anche l’espressione “perduta la perfetta religione, cominceranno a colpire a sinistra per tornare a destra”, della stessa epistola. In tutte queste circostanze, e in altre ancora, Nostradamus raccomanda semplicemente “l’inversione” di qualcosa.

E proprio una doppia inversione sembra essere suggerita dal “9 S S 6” e dal “9 8 8 6”, ovviamente riferita al testo della lapide; un procedimento tipico di molti codici, che trovano nell’intestazione le istruzioni di base per decifrare il testo.
Se l’intuizione è corretta, il primo passo verso la decodifica consiste nell’inversione del testo da destra verso sinistra e dal basso verso l’alto, cioè dall’angolo inferiore destro a quello superiore sinistro.

EREITNH ENIVR
AL ARVO ESIRPEM
EM IVQ ERIOLG ALARVA
ERONOHM IVQ ERIOTCIV AL
ELLEP AM EI ERIOTAGRVP EL
REFNEL SIDARAP EL AII LI NO
ICI EGOL A SVMAD ERTSON

…continua…





[1] Per le tabelle di Gematriah, cfr. il mio libro “Nostradamus: la Cabala, i Templari, il Graal”.

4 commenti:

  1. hntiere rvine
    la ovra meprise me
    9SS6 è una genialata.
    nel collegamento che ha fatto tra 1999 e 9SS6 non credo sia casuale.
    666 era un certo numero 999 un altro certo numero.

    anche leggendo così avrebbe senso (forse) :
    qvi gloire avrala mhonore
    qvi victoire la pelle
    ma ie pvrgatorie le
    lenfer paradis le lla il on
    ICI loge a damvus nostre

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  2. E se invece fosse da invertire le due S?

    ISS6 diventerebbe SI6S, trasformando 6 in lettere diventa SIES, che però non significa un bel nulla, forse la i potrebbe essere un 1 e quindi essere considerato una A e diventerebbe SAES.

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  3. Questa è spiegazione che ho trovato è bella perchè ci starebbe quasi nel contesto :

    SS : Significa "scilicet" dal licet Scirè latino, "si è permesso di sapere" ed è tradotto significa "cioè, o cioè"

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  4. SS abbreviazione di "sill le cet" (scilicet) che in latino ha un significato usato ancora oggi.
    Ma in francese significa : "questa è la soglia"

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