Tecniche di Nostradamus

sabato 15 novembre 2014

Fatima: realtà e suggestioni

Come preannunciato, sono alle prese con i misteri di Fatima. Per evitare di compromettere alla radice lo spirito di ricerca, affidandomi ai punti di vista degli altri, per prima cosa ho letto le “quattro memorie” di Lucia, unitamente a molte sue lettere e testimonianze. Ho poi analizzato gli atteggiamenti tenuti dai vari pontefici nei confronti della veggente; ho messo a fuoco gli scenari storici, politici e religiosi nel cui ambito si sono svolte le vicende; ho verificato la coerenza delle narrazioni di Lucia col contesto religioso cristiano; ho cercato i punti di contatto e di divergenza tra le apparizioni di Fatima ed altre apparizioni analoghe che le hanno precedute e seguite.
Infine, ma solo per un confronto con idee di diversificata provenienza, ho studiato i punti di vista degli scettici, dei critici e dei creduloni.
Ho ancora molto materiale da verificare ma, intanto, mi sono posto alcune domande, delle quali riepilogo “solo” le principali, senza peraltro entrare nel merito della natura teologica del messaggio:

- Che senso ha la rappresentazione, da parte di Lucia, di un inferno medievale dantesco, pienamente rispondente agli insegnamenti catechistici del tempo delle apparizioni, ma in assoluto contrasto con le interpretazioni più attuali?
- Che senso ha la “profezia” della seconda guerra mondiale e l’invito alla penitenza per evitarla, visto che il monito della Madonna è stato messo per iscritto nel 1941 e rivelato nel 1942, quando la guerra era già in pieno svolgimento?
Quale significato espiatorio assume l’insistente richiesta della “Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria”, senza la partecipazione ed il consenso del popolo consacrato?
- Perché l’esasperato formalismo della Vergine, alla quale non stanno mai bene le varie Consacrazioni effettuate dai diversi pontefici?
- Perché la devozione dei “primi cinque sabati” viene alleggerita da un negoziato tra Lucia e Gesù, il quale non ha evidentemente pensato che la prescrizione del sabato escluderebbe la gente che in quel giorno lavora?
- Perché Lucia chiede, al parroco che la interroga, un “certificato scritto” da mostrare a Gesù?
- Che senso ha la passerella di Giuseppe con Gesù Bambino, poi di Gesù adulto e, a seguire, quello della Madonna del Rosario, della Madonna Addolorata e, infine, della Madonna del Carmine nel corso della visione del 13 ottobre 1917?

A queste domande, strettamente connesse alla credibilità di Lucia, se ne possono aggiungere alcune sul  comportamento della Chiesa. Eccone due:

- Perché i vari pontefici, a partire da Giovanni XXIII, si sono arrogati il diritto di disubbidire alle prescrizioni della Madonna, che richiedeva la pubblicazione del terzo segreto nel 1960?
- E’ corretto riferire il terzo segreto all’attentato a Giovanni Paolo II?

Ma la domanda principale, conseguente a quelle precedenti, è:

- Esiste un quarto segreto e, soprattutto, fino a che punto si può prestare fede all’opinione di accreditati studiosi che, nonostante gli elementi di perplessità che caratterizzano l’intera vicenda, propongono la medievale e superstiziosa profezia apocalittica dell’apostasia della Chiesa e dell’immancabile anticristo? Perché questi eminenti studiosi non si limitano ad approfondire quel poco che si sa, invece di avventurarsi nel territorio delle più improbabili fantasie su ciò che non si sa? Questo è il vero “mistero”, ben più “misterioso” del “mistero” di Fatima!

 Non so dire fino a che punto Lucia sia credibile. Certamente, il dubbio non viene sciolto dalla maggior parte delle narrazioni che circolano intorno alla sua figura ed ai suoi racconti. Il bello è che ci si stupisce perché la Chiesa non confermi o non smentisca certe allucinanti elucubrazioni. Mi meraviglierei del contrario.

Personalmente, a tutte le domande proposte ho delle risposte provvisorie, ancora da approfondire. Sia però chiaro che, nonostante le perplessità, non intendo negare le visioni di Lucia. Semplicemente, mi piacerebbe che venissero studiate nella giusta luce, immuni dall’influenza fuorviante che penne autorevoli esercitano su una massa di credenti, quasi sempre poco critica. 
Sono loro il vero pericolo; non certo la Chiesa che accusano con motivazioni tortuose e pretestuose che, con abili virtuosismi letterari, vengono spacciate per prove. Come ho già avuto modo di scrivere, “il modo migliore di onorare un messaggio divino è quello di sottrarlo ad ardite ed ingiustificate congetture, che rischiano solo di trasformarlo in superstizioso prodotto da supermercato dell’occulto” (“I segreti di Fatima” del 15.10.2014).

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