Come preannunciato, sono alle prese con i misteri di
Fatima. Per evitare di compromettere alla radice lo spirito di ricerca,
affidandomi ai punti di vista degli altri, per prima cosa ho letto le “quattro
memorie” di Lucia, unitamente a molte sue lettere e testimonianze. Ho poi
analizzato gli atteggiamenti tenuti dai vari pontefici nei confronti della
veggente; ho messo a fuoco gli scenari storici, politici e religiosi nel cui
ambito si sono svolte le vicende; ho verificato la coerenza delle narrazioni di
Lucia col contesto religioso cristiano; ho cercato i punti di contatto e di
divergenza tra le apparizioni di Fatima ed altre apparizioni analoghe che le hanno
precedute e seguite.
Infine, ma solo per un
confronto con idee di diversificata provenienza, ho studiato i punti di vista degli
scettici, dei critici e dei creduloni.
Ho ancora molto materiale da
verificare ma, intanto, mi sono posto alcune domande, delle quali riepilogo
“solo” le principali, senza peraltro entrare nel merito della natura teologica
del messaggio:
- Che senso ha la rappresentazione, da parte di Lucia, di
un inferno medievale dantesco, pienamente rispondente agli insegnamenti
catechistici del tempo delle apparizioni, ma in assoluto contrasto con le
interpretazioni più attuali?
- Che senso ha la “profezia” della seconda guerra mondiale
e l’invito alla penitenza per evitarla, visto che il monito della Madonna è
stato messo per iscritto nel 1941 e rivelato nel 1942, quando la guerra era già
in pieno svolgimento?
- Quale significato espiatorio assume l’insistente
richiesta della “Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria”,
senza la partecipazione ed il consenso del popolo consacrato?
- Perché l’esasperato formalismo della Vergine, alla quale
non stanno mai bene le varie Consacrazioni effettuate dai diversi pontefici?
- Perché la devozione dei “primi cinque sabati” viene
alleggerita da un negoziato tra Lucia e Gesù, il quale non ha evidentemente
pensato che la prescrizione del sabato escluderebbe la gente che in quel giorno
lavora?
- Perché Lucia chiede, al parroco che la interroga, un
“certificato scritto” da mostrare a Gesù?
- Che senso ha la passerella di Giuseppe con Gesù Bambino,
poi di Gesù adulto e, a seguire, quello della Madonna del Rosario, della
Madonna Addolorata e, infine, della Madonna del Carmine nel corso della visione
del 13 ottobre 1917?
A queste domande, strettamente
connesse alla credibilità di Lucia, se ne possono aggiungere alcune sul comportamento della Chiesa. Eccone due:
- Perché i vari pontefici, a partire da Giovanni XXIII, si
sono arrogati il diritto di disubbidire alle prescrizioni della Madonna, che
richiedeva la pubblicazione del terzo segreto nel 1960?
- E’ corretto riferire il terzo segreto all’attentato a
Giovanni Paolo II?
Ma la domanda principale,
conseguente a quelle precedenti, è:
- Esiste un quarto segreto e, soprattutto, fino a che punto
si può prestare fede all’opinione di accreditati studiosi che, nonostante gli
elementi di perplessità che caratterizzano l’intera vicenda, propongono la
medievale e superstiziosa profezia apocalittica dell’apostasia della Chiesa e
dell’immancabile anticristo? Perché questi eminenti studiosi non si limitano ad
approfondire quel poco che si sa, invece di avventurarsi nel territorio delle
più improbabili fantasie su ciò che non si sa? Questo è il vero “mistero”, ben
più “misterioso” del “mistero” di Fatima!
Non so dire fino a che punto
Lucia sia credibile. Certamente, il dubbio non viene sciolto dalla maggior
parte delle narrazioni che circolano intorno alla sua figura ed ai suoi racconti.
Il bello è che ci si stupisce perché la Chiesa non confermi o non smentisca
certe allucinanti elucubrazioni. Mi meraviglierei del contrario.
Personalmente, a tutte le domande proposte ho delle
risposte provvisorie, ancora da approfondire. Sia però chiaro che, nonostante
le perplessità, non intendo negare le visioni di Lucia. Semplicemente, mi
piacerebbe che venissero studiate nella giusta luce, immuni dall’influenza
fuorviante che penne autorevoli esercitano su una massa di credenti, quasi
sempre poco critica.
Sono loro
il vero pericolo; non certo la Chiesa che accusano con motivazioni tortuose e
pretestuose che, con abili virtuosismi letterari, vengono spacciate per prove.
Come ho già avuto modo di scrivere, “il modo migliore di onorare un messaggio divino è quello di sottrarlo ad
ardite ed ingiustificate congetture, che rischiano solo di trasformarlo in
superstizioso prodotto da supermercato dell’occulto” (“I segreti di Fatima” del 15.10.2014).
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