Tecniche di Nostradamus

martedì 18 novembre 2014

Fatima: il terzo segreto

Quando abbiamo trattato Nostradamus, ho posto l’accento su un fenomeno particolare, tipico di molti studiosi: costoro si formano delle idee preconcette e partono baldanzosi alla ricerca di tutti gli elementi che, in un modo o in un altro, possano confermare le loro convinzioni, ignorando tutto ciò che li smentisce. Così, nei secoli, sempre gli stessi pregiudizi si sono alimentati e rinforzati a catena, senza che nessuno si sia accorto dell’esistenza di vie alternative, forse più interessanti delle “profezie”.

Stessa cosa è avvenuta per Malachia. Se i suoi motti vengono presentati come profezie, allora tali devono essere. Che importa se esiste un abisso tra quelli precedenti il 1595, anno della pubblicazione, e quelli successivi? Che importa se i primi (post eventum) sono azzeccati e i secondi (ante eventum) sono dei pastrocchi? Un colpo di qua e uno di là e il gioco è fatto: anche i motti insulsi e inesplicabili vengono misteriosamente spiegati, a scapito del vero messaggio.

Lo stesso atteggiamento cieco viene assunto nei confronti dei misteri di Fatima e specialmente, per quanto mi interessa in questo post, nei confronti del terzo segreto.

La storia è nota.
La Madonna rivela a Lucia un terzo segreto (in effetti è la terza parte di un unico segreto ma, per adeguarmi alla terminologia corrente, continuerò a chiamarlo “terzo segreto”), con istruzioni di renderlo pubblico dopo il 1960; il che non vuol dire, evidentemente, nel 2000 o nel 4000 che, pure, sono anni successivi al 1960. 
Papa Giovanni XXIII lo legge e lo archivia, “disubbidendo” alle istruzioni ricevute. Richiesta delle motivazioni di tale data, Lucia dice che solo dopo il 1960 il messaggio sarebbe risultato comprensibile.

Ebbene, il messaggio resta nascosto fino al 2000 finché Giovanni Paolo II, convinto di essere l’uomo della profezia, lo fa divulgare.

Il testo si rivela contorto, poco realistico, estraneo alle vicende di Giovanni Paolo II. Da qui si scatena una ridda di supposizioni: esiste una parte di segreto non rivelato, esiste un quarto segreto, e così via.
Benché, nelle sue memorie e nelle sue lettere, Lucia non parli mai di questo ulteriore segreto, si procede esattamente come si è fatto per secoli con Nostradamus. Non solo si “decide” che il quarto segreto esiste, ma si stabilisce anche che il suo contenuto è profetico; se non viene rivelato dalla Chiesa è perché ha carattere apocalittico. I best seller su queste fantastiche ricostruzioni fioriscono e la verità viene sotterrata sotto montagne di congetture.

La mia domanda è: perché, invece di partire dalla fine e da tortuose ricostruzioni, non si ricomincia metodicamente e serenamente dall’inizio, interrogandosi su ciò che già si sa?

Perché mai, ad esempio, il messaggio divulgato nel 2000, tortuoso e simbolico, avrebbe dovuto essere comprensibile nel 1960? Provate e rileggerlo, proiettandovi mentalmente in quell’epoca, e cercate di capire se intorno al 1960 sia esistito un qualche tipo di evento che lo abbia reso comprensibile. Poi, sulla base delle vostre conclusioni, date un voto di credibilità all’affermazione di Lucia.

Perché va esclusa la possibilità che Giovanni XXIII, resosi conto dell’incomprensibilità e della scarsa credibilità del testo, non abbia preferito archiviarlo per non avallare ulteriormente il cancan sorto intorno a una suora che, da adulta, sotto le suggestioni di una prolungata clausura monacale, rielabora e racconta in modo distorto le visioni di una bambina? Non vi sembra una ipotesi più ragionevole di quella che vede nel messaggio l’annuncio profetico di una catastrofe da non divulgare?

Non può essere che Giovanni XXIII abbia visto negli eventi di Fatima un tentativo di sostituire un culto mariano a uno cristologico? Non sarebbe una cosa da poco e si comprenderebbero, allora, gli insistenti inviti della Chiesa a non considerare quegli eventi come una nuova rivelazione, aggiuntiva a quella dei Vangeli. Non dimentichiamo che Giovanni XXIII è il papa che conferisce un particolare significato al “preziosissimo sangue di Cristo” nell’opera di redenzione. E non dimentichiamo l'ormai trentennale resistenza che la Chiesa sta opponendo agli analoghi avvenimenti di Medjugorje. Come dice papa Francesco, "Maria è Madre e ci ama tutti, ma non è un capoufficio postale... Gesù dice che il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione; viene nella saggezza".

Perché va esclusa la possibilità che, con le “forzate spiegazioni” dell’anno 2000, la Chiesa non abbia semplicemente tentato di chiudere finalmente la questione di Fatima, uscendo dall’imbarazzante situazione nella quale l’avevano ficcata le gerarchie ecclesiastiche degli anni 1920 e 1930, sulla base delle prime dichiarazioni fatte da Lucia e delle esternazioni di così tanti preti e cardinali sprovveduti che, se davvero fossero stati informati, allora il segreto di Lucia sarebbe stato il segreto di Pulcinella?

Perché mai, se il primo segreto è la visione di un inferno dantesco e il secondo è la “previsione post eventum”, nel 1941, della seconda guerra mondiale, il terzo segreto “deve” essere una vera profezia? Chi lo ha deciso? Sulla base di quale criterio?

Anche volendo ammettere (ma solo per amor di dialettica) l’esistenza di un fantomatico quarto segreto, non può essere che esso sia semplicemente un documento da tenere strettamente nascosto, perché ritenuto ancora più “insostenibile” dei tre che l’hanno preceduto (inferno dantesco, seconda guerra mondiale “prevista” nel 1941, papa ucciso da soldati con archi e frecce)?

Capisco che insistere su un segreto apocalittico sia particolarmente intrigante ma, se sta a cuore la verità, a volte bisognerebbe sforzarsi di scendere coi piedi a terra, confrontandosi con la deludente realtà. Potrebbe perfino essere che, chiudendo delle porte, si aprano dei portoni.

..

Nessun commento:

Posta un commento