Tecniche di Nostradamus

domenica 14 giugno 2015

Nostradamus: l'enigma del 1314

Nei recenti post ho sottolineato l’importanza dei riferimenti incrociati tra quartine delle centurie e brani di altre opere, sostenendo che solo a seguito di un esame congiunto ed integrato sia possibile risolvere enigmi altrimenti irrisolvibili.

Assai spesso, questi incroci assumono la forma di vere e proprie matrici, che possono essere comprese solo grazie ad una visione complessiva del sistema di codifica adottato da Nostradamus.
Fortunatamente, ci sono anche dei casi che non richiedono necessariamente di mettere a fuoco tutti gli elementi della matrice.
Uno di questi casi, analizzato a fondo nel libro “Nostradamus: la Cabala, i Templari, il Graal”, ruota attorno alla terza quartina delle Centurie:


Quando la lettiga dal turbine rovesciata,
E saranno i visi coperti dai loro mantelli,
La repubblica [sarà] oppressa da genti nuove,
Allora bianchi e rossi giudicheranno al contrario.

I vari interpreti leggono in questi versi la predizione di una rivoluzione, preferibilmente quella francese o bolscevica, traendo questa convinzione da una impressione generale piuttosto che dall’analisi dei singoli versi. Se fossero meno attaccati al tradizionale e fallimentare metodo interpretativo, forse si accorgerebbero che, come visto la volta scorsa con la quartina su Renato d’Angiò, anche questa riguarda dei fatti storici antecedenti a Nostradamus.

Quello che mi sorprende è che tutti questi presunti studiosi, anche noti, si limitano a “leggere” e a “tradurre” a modo loro, senza preoccuparsi minimamente di studiare la vita di Nostradamus, il contesto storico che lo ha portato a redigere le sue “profezie”, le altre opere che ha scritto. Se lo facessero, tra le cose che spiegano questa quartina troverebbero anche un brano dell’epistola a Enrico II che la integra in maniera evidente:

…il grande Dog e Dohan, i quali faranno una così grande frattura abominevole alle Chiese, che né i rossi né i bianchi senza occhi e senza mani giudicheranno più…

Rieccoli i “rossi e i bianchi” incaricati del “giudizio”. I versi si riferiscono ai “Templari” e all’anno di morte del loro grande Maestro Jacques de Molay, il 1314, fornito dalla soluzione dell’enigma del “giudizio al contrario”. In effetti, il numero che viene fuori da un esame congiunto di quartina e brano dell’epistola sarebbe “4131”; il suo contrario, appunto, è “1314”. 
Prescindo da una lunga e dettagliata spiegazione, che mi costringerebbe a tutta una serie di articoli (chi è interessato la può trovare nel citato mio libro). Quello che mi preme, qui, è ribadire il concetto già espresso in un recente articolo:

“Se uno non è in grado di inquadrare correttamente la quartina nel suo contesto, allora si può sforzare da qui all’eternità, senza alcuna possibilità di trovare la giusta interpretazione.
Vale per questa e vale per tutte le altre 1079 quartine di Nostradamus, nessuna esclusa. Con buona pace di chi vi vede gli eventi che più gli aggradano”.

Ovviamente, come già per Renato d’Angiò, la quartina non è fine a se stessa, ma fa parte di un più ampio contesto che, in questo caso, riguarda l’ambiente che ha ispirato le profezie e, in particolare, l’ambiente dei Lorena, per conto dei quali Nostradamus era “agente” presso la corte dei Valois.

La prossima volta risolveremo l'enigma del "doux et amertume" (dolce e amaro) della quartina X,97; del "miel et amertume" (miele e amaro) della quartina IX,41; del "fiel et miel" (fiele e miele) dell'epistola a Enrico II. Vedremo che, se non si mette tutto insieme, è ancora una volta impossibile capire.


1 commento:

  1. Giudizio al contrario potrebbe essere il cambiare idea, il pensarla in modo opposto.
    La stessa quartina può essere letta al contrario :
    quando i bianchi e i rossi la penseranno nel modo opposto, la repubblica sarà oppressa da genti nuove, con i visi coperti dai mantelli(e i viaggiatori dormienti vengono rovesciati?)

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