Sappiamo che una delle 13 frasi
latine inserite nell’epistola a Enrico II è di troppo. Ma quale?
Più volte Nostradamus parla di
“inclinazione”. Un esempio è quello della quartina I, 54 della quale, in un
post precedente, mi sono riservato di commentare gli ultimi due versi.
Due giri fatti dal maligno falcigero
Di regno e secoli fatta permutazione
Il segno mobile si inserisce al suo posto
Ai due uguali e d’inclinazione
Un’altra
volta ne parla nell’epistola a Cesare; per l’esattezza, parla di “inclinazione del
meccanismo”.
Quanto
a noi che siamo umani non possiamo sulla base della nostra naturale conoscenza
e inclinazione del meccanismo conoscere i segreti oscuri di Dio il creatore
Quale “meccanismo”? Semplice!
Il marchingegno organizzativo. Comprendendo “’l’inclinazione del meccanismo,
possiamo svelare il segreto”. Insomma, a un certo momento dei miei studi sono
arrivato alla conclusione che bisognava fare riferimento ai caratteri di stampa
in corsivo (inclinati) adottati nelle edizioni originali delle centurie. E così
ho notato ciò che avevo sempre avuto davanti agli occhi. Nell’epistola a
Cesare, scritta a caratteri normali, le frasi in latino erano in corsivo.
Nell’epistola a Enrico II (ed. Pierre Rigaud), scritta in corsivo, le frasi in
latino erano scritte a caratteri normali, eccetto l’ultima, pure in corsivo. Le
“Legis cantio” delle edizioni Pierre Rigaud e Benoist Rigaud sono entrambe
scritte in corsivo (“i due uguali e d’inclinazione” della quartina I, 54),
mentre il titolo è a caratteri normali. Una delle due (“il segno mobile che si
inserisce al suo posto” della medesima quartina I, 54), è quella a 137
caratteri dell’edizione Benoist Rigaud; essa andrà ad integrare le frasi
precedenti per formare i 942 caratteri. Purtroppo, 1293 + 137 porta i caratteri
disponibili a 1430; decisamente troppi. L’altra “Legis cantio”, quella
dell’edizione Pierre Rigaud a 138 caratteri, fornirà i 138 caratteri che ci
servono per i 138 presagi. E siamo a 1568!
Rispondendo ad un quesito che
io stesso ho posto, i titoli delle due “Legis cantio” non vanno conteggiati, in
quanto non inclinati come i versi. Però torniamo, per il momento, alle sole
frasi delle epistole.
L’ultima, la tredicesima
dell’epistola a Enrico II (50 caratteri), è scritta in corsivo esattamente come
il testo dell’epistola. Si può supporre che non faccia parte a sé e che quindi
vada tolta dal mucchio delle frasi valide, che così si riduce a 1243 caratteri.
Risolviamo in tal modo il problema della frase estranea, portando a 12 (“quasi
13”) il numero delle frasi dell’epistola; ma siamo solo all’inizio.
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