Sommando i caratteri delle 26
frasi del post precedente, otteniamo 1293. A questi dovremo aggiungere quelli
della “Legis Cantio”, la quartina senza numero che sta al seicentesimo posto.
Ma quale “Legis cantio”? Quella di 137 o quella di 138 caratteri? E il titolo
di questa quartina va conteggiato anch’esso oppure no? Lo vedremo presto.
La cosa più evidente, per il
momento, è che abbiamo delle lettere di troppo. Normalissimo! E’ lo stesso
Nostradamus ad avvisarci che c’è qualcosa di superfluo:
tout ainsi nommement comme il est écrit n’y mellant rien
de superflu (epistola a Enrico II)
tutto esattamente come è scritto e senza mescolare nulla
di superfluo.
Dopo averci messo in guardia,
vediamo come ci viene in aiuto. Nella frase su “Minerva” così si esprime:
Et le jour Minerva
libera, & non invita,
supputant presque autant des aventures du temps avenir, comme des ages passez,
comprenant de present.
E il giorno Minerva
libera, & non invita, contando quasi altrettante
avventure del tempo a venire, come nel passato, compresa la presente.
Le frasi delle due epistole
sono 13 nell’epistola a Cesare e 13 nell’epistola a Enrico II. La frase su
Minerva è quella “presente”, della quale si sta parlando; la prima
dell’epistola a Enrico II.
Quelle
passate, che la precedono, sono dunque le 13 dell’epistola a Cesare. Le altre,
quelle valide successive compresa « Minerva », devono essere
« quasi altrettante », cioè 12 e non 13. E, invece, l’epistola a
Enrico II ne contiene 13. Una, evidentemente, è di troppo. Qual è quella
intrusa e perché? Lo vedremo nel prossimo post.
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