Ho parlato finora di anagrammi e di "parole luminose". Si potrebbe supporre che non vi sia differenza tra i primi e le seconde, ma non è così.
Le "parole luminose" di Nostradamus, pur incorporando un anagramma, sono qualcosa di più geniale: un insieme di lettere che, prima di ricomporsi nel giusto ordine, spiccano in un contesto più ampio. Se si danno, ad esempio, dieci lettere da anagrammare, il numero delle permutazioni è già definito e il problema si semplifica. Nel nostro caso invece, prima di procedere con l'anagramma, bisogna individuare il segmento delle lettere da prendere in considerazione. E' proprio l'individuazione di quel "segmento" che costituisce il problema principale, assolutamente insolubile se le lettere non "si illuminano".
Un ruolo fondamentale, ovviamente, è giocato dalla rigorosa coerenza col contesto, per non cadere nelle più volte denunciate "forzature".
Faccio ancora un esempio con una quartina che gli interpreti hanno sempre unanimemente riferito alla fuga di Luigi XVI a Varennes: la IX,20.
De nuit viendra par la forest de Reines,
Deux pars vaultorte Herne la pierre blanche,
Le moine noir en gris dedans Varennes
Esleu cap. cause tempeste feu, sang tranche.
Non mi addentro nella traduzione e nell'interpretazione, in quanto entrambe si possono agevolmente trovare in rete e in qualsiasi libro su Nostradamus.
Confermo solo che si sta parlando di Luigi XVI, detto Louis Capet in quanto discendente da Hugues Capet. Durante la fuga, egli fu riconosciuto da Jean-Baptiste Drouet, a Sainte Menhould, che precedette la carrozza reale a Varennes per denunciarlo al procuratore Sauce e farlo arrestare.
Con qualche variante marginale, l'episodio è ben descritto anche nel libro "I film di Ettore Scola", di Pier Marco De Santi e Rossano Vittori, dal quale traggo il brano che segue:
Può darsi che abbiate già capito. La quartina è talmente precisa da costituire uno dei rari casi in cui tutti concordano sulla sua lettura; nonostante questo, nessuno ha finora visto le "parole illuminate" del quarto verso che confermano l'interpretazione:
cap. cause te… = sauce capet
Stupefacente il "punto" che segue la parola "cap". Non è un'abbreviazione, come si è sempre pensato, ma solo un'indicazione che la parola successiva (cause = Sauce) inizia con la lettera maiuscola trattandosi di un cognome.
Non so se è più difficile credere a una profezia tanto precisa o alla puntuale presenza del consueto anagramma giusto al posto giusto; un anagramma così appropriato da lasciare a bocca aperta per lo stupore. Nonostante la sua semplicità, nessuno l'ha mai notato: eppure è sempre stato lì, come un sasso in mezzo ad altri sassi.
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