Prima di proseguire con la tecnica
di decifrazione, bisogna evidenziare un aspetto fondamentale. Nell’esempio da
me proposto, le quartine sono 11, tante quante sono le lettere del mio nome e
cognome. Nel caso delle quartine vere, invece, ci troviamo di fronte a un
numero di lettere (1242) superiore a quello che viene cifrato (942). Bisogna quindi,
in via preliminare, toglierne 300.
Lo stesso Nostradamus sottolinea
più volte questa necessità.
La più chiara è l’espressione, contenuta nell’epistola a
Enrico II, che recita: “Il secondo si spingerà così avanti accompagnato dai
Latini, che sarà fatta la seconda via tremante e furibonda al monte Iovis
discendendo…"
Per capire bene, bisognerebbe riprendere i concetti
cabalistici sviluppati nel mio libro “La Cabala, i Templari, il Graal”. Chi lo
ha letto sa che la frase, cabalisticamente rielaborata, significa che “il
numero 1242 (il secondo) oltrepassa il numero corretto di 942 (si
spingerà così avanti), insieme alle lettere delle frasi in latino (accompagnato
dai Latini), e deve percorrere la via di ritorno, in discesa, per essere
ridotto a 942, numero equivalente al monte Iovis (che sarà fatta la seconda
via tremante e furibonda al monte Iovis discendendo).
Sull’eccedenza di 300 lettere Nostradamus si esprime anche
altrove; ad esempio, nei frontespizi delle edizioni Du Rosne e Rigaud delle
Centurie e in alcune quartine, tra le quali la VII,36.
VII,36
Dieu,
le ciel tout le divin verbe à l’unde,
Pourté
par rouges sept razes à Bizance:
Contre
les oingz trois cens de Trebisconde,
Deux
loix mettront, & horreur, puis credence.
Si tratta di una quartina regolarmente ignorata dagli
interpreti che, condizionati dal pregiudizio profetico, non trovano riscontro
in un evento storico. Quei pochi che vi si sono avvicinati si sono lasciati
ingannare dai riferimenti alla Turchia (Bisanzio e Trebisonda) e sono rimasti sul
vago.
In realtà, siamo in presenza di versi che contengono
indicazioni fondamentali per la corretta rielaborazione delle frasi latine.
Limitiamoci al terzo verso, che ci interessa in questo
momento, non senza far rilevare, se qualcuno ha dei dubbi sulla natura
crittografica della quartina, come il primo verso faccia riferimento “all’onda”
e al “verbo divino”, che ritroviamo anche nella seconda quartina delle Centurie,
laddove Nostradamus descrive il suo “metodo di veggenza”.
Dice il terzo verso:
Contro gli unti trecento di
Trebisonda
Gli unti sono i consacrati: le 942 lettere. Contro di essi vi sono 300 (avversari)… e che si fa degli
avversari? Si eliminano.
Come fare? Lo dice il quarto verso, stupenda sintesi di un
processo che viene spiegato dettagliatamente nelle epistole. Fatto ciò che
bisogna fare, orrore (meraviglia), “si crederà”.
Anche se non sapessimo come proseguire, il semplice fatto che
il corretto numero delle lettere corrisponde a quello delle quartine dimostra
deduttivamente che la tecnica di decifrazione si fonda su una relazione
biunivoca tra i due insiemi (a ogni elemento dell’uno corrisponde un elemento
dell’altro). E’ quindi applicabile il concetto di base dell’esempio proposto,
che poneva 11 quartine in relazione con le 11 lettere del mio nome e cognome.
Questo ovviamente non basta, in quanto dobbiamo ancora
scoprire la funzione della chiave (“Caesar Nostradamus Chiren”) e il tipo di
cifrario adottato (la “causa prima”).
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