Tecniche di Nostradamus

sabato 8 settembre 2018

Chi era Nostradamus?

La sua biografia,  più o meno approfondita, può essere letta in qualsiasi libro. Cerchiamo qui di capire ciò di cui si sa poco. Fondamentale sapere che discendeva da famiglia ebraica, costretta a convertirsi al cattolicesimo. Era il pronipote di Jean de Saint-Remy da parte di madre. Questo signore era il medico personale di Renato d’Angiò, che sosteneva di essere in possesso della coppa dell’ultima cena ed aveva legami con i Cavalieri Templari.
Scusate, non è che voglia rimestare sempre le solite leggende; sto solo citando dei fatti storicamente accertati. E, poiché questi fatti ci apriranno alcune porte, non posso assolutamente ignorarli.

Il bisnonno Jean ha trasmesso al nipote, un geniaccio, parte delle sue conoscenze. Gli ha parlato della coppa, gli ha lasciato il prezioso “equatorium”, cioè quell’astrolabio speciale (un vero e proprio computer) costruito da Guglielmo di Carpentras per Renato d’Angiò e adesso custodito nel Museum of History of Scienze di Oxford; gli ha insegnato i principi dell’astrologia; gli ha spiegato i rudimenti della Cabala; l’ha iniziato alle tecniche di cifratura delle quali si gloriavano gli intellettuali dell’epoca (Tritemio, Dee, Lavinde, Alberti, ecc.); l’ha acculturato sulle dinastie dei regnanti dell’epoca e sulle loro politiche verso gli ebrei.

Renato d’Angiò può essere considerato uno dei capostipiti di quel movimento artistico e culturale che va sotto il nome di “Rinascimento”. Era unito in termini di parentela con le casate dei Guisa e dei Lorena, anche loro in qualche maniera legati ai Templari. Nostradamus ha ereditato dal nonno le simpatie per Renato e per i Guisa ed i Lorena; ereditò anche l’odio per i Valois, dal momento che Luigi XII di Valois-Orleans, secondo predecessore di Enrico II di Valois-Angouleme (il monarca universale di Nostradamus), aveva attuato una ferma politica di espulsione degli ebrei non convertiti al cattolicesimo.

I Valois erano odiati da tutti. Erano soprattutto odiati dai Guisa e dai Lorena, che li consideravano usurpatori e si ritenevano essi stessi legittimi eredi al trono di Francia. Ed erano odiati dai Templari superstiti, i cui predecessori erano stati sterminati da Filippo il Bello, membro della dinastia dei Capetingi dai quali discendeva anche Enrico II.

La questione è confusa. Nostradamus, probabilmente al servizio dei Lorena, soggiorna per qualche tempo nell’abbazia di Orval per prepararsi a chissà quale impresa e per studiare chissà cosa. Dai Guisa viene inviata a corte Diane de Poitiers che, per spiare il re, ne diventa l’amante. Nostradamus, secondo Gerard de Sède ed il trio Baigent/Leigh/Lincoln, va ad ingraziarsi Caterina de’ Medici, consorte di Enrico II; in realtà è anche lui un infiltrato. La cosa è plausibile perché Nostradamus non esita a ridicolizzare Enrico II e ad augurargli la morte. Nell’epistola a lui indirizzata lo chiama “invittissimo, potentissimo, cristianissimo e vittoriosissimo” ed anche “primo monarca dell’universo”, scimmiottando una profezia dell’epoca che prevedeva l’avvento di un glorioso e “cristianissimo” Grande Monarca. Attributi caricaturali per un uomo storicamente insignificante, per giunta tributati alcuni anni dopo la sua morte.
Anche la quartina I, 4 parla di lui, preannunciandone la morte. Non è una profezia. E’ una minaccia; è il decreto di condanna disposto dai suoi nemici: Templari, Guisa e Lorena. Il re morirà effettivamente nel corso di un torneo. E’ stato un incidente o si è trattato di un deliberato omicidio? La storia propende per l’incidente, ma sta di fatto che l’uccisore è stato costretto a fuggire per non incorrere nella vendetta di Caterina de’ Medici. Forse è stato considerato un assassino? E perché mai, se si è trattato di un leale scontro cavalleresco, solo per caso finito tragicamente?

Nell’universo sarà fatto un monarca,
Che in pace ed in vita non sarà a lungo,
Allorché la barca del pescatore si perderà,
Sarà retta nel più grande detrimento.

Gli ultimi due versi si riferiscono al Papa Paolo IV, molto odiato dal popolo che, alla sua morte, ne decapitò la statua. Nostradamus manifesta la sua avversione anche per lui: fu un papa che perseguitò gli ebrei e strinse un’alleanza militare con l’odiato Enrico II. I due personaggi sono accomunati nel disprezzo.

A questa quartina si arriva grazie ad alcune indicazioni codificate nell’epistola a Enrico II, e su questo non ci sono dubbi. Però approfitto per dire una cosa adesso, una volta per tutte, con riferimento anche alle quartine delle quali parleremo andando avanti. Un errore di lettura, con i conseguenti ripensamenti, non può mai essere escluso. Quali che siano i collegamenti, gli indizi, le chiavi, è ovvio che qualsiasi lettura andrebbe inserita nel contesto delle quartine che precedono e che seguono. Purtroppo questo non si potrà fare se, prima, non sarà stato possibile riordinare tutto. Il che non significa che, fino ad allora, debba essere escluso ogni tentativo di interpretazione. Solo che questo non potrà avvenire arbitrariamente, secondo l’estro personale; una chiave di lettura, almeno di quelle che ho chiamato di “contenuto”, ci dovrà pur essere. Solo a queste condizioni potremo parlare di “codice Nostradamus”.
Nel caso specifico, la chiave primaria è fornita dalle “3 centurie che completano il migliaio” descritte nel libro “Il vero codice di Nostradamus”. Chi non l’ha letto non si preoccupi; penso che gli basteranno i nomi dei protagonisti.


…a longueme… = anagramma di “Angouleme” (Henry II Valois-Angouleme)

…ra regie en p…   = anagramma di “Gean Pierre” (Gian Pietro Carafa = Paolo IV)


4 commenti:

  1. Beh... Devo ammettere, sono rimasti di sasso. Le devo un euro.

    Quindi se mi è permesso, in questi ultimi tempi ha "abbassato gli orizzonti" nel cercare risposta ai quesiti posti alla fine dell'articolo precedente?

    Poi se non le dispiace vorrei un suo parere. Non crede che molti dei significati secondari che si possano trarre dall'interpretazione delle quartine siano messe a bella posta per sviare i "critici inetti" e sopratutto,contro i profani?
    E che comunque alcuni di questi siano anche messi, diciamo, per convenienza?
    Se leggendo la Divina Commedia le si attribuisce solamente e meramente un valore di critica della società, perdendo completamente di vista il fattore essenziale, credo si ricada nella categoria dei su menzionati citati nella Legis Cantio, non trova?
    I sensi per interpretare la Divina Commedia sono quattro, su stessa ammissione di Dante, cosi anche la condanna a Bonifacio VIII per esempio può essere letta in altrettanti modi, tutti egualmente validi, a misura di chi legge. Sicuramente non tutti possono vedere in ciò motivi più nascosti. Anche lei ne ha scritto se ricordo bene, fu Bonifacio VIII ad ordinare la distruzione dell'ordine del Tempio e Filippo il Bello ad attuarla per rientrare nelle grazie del primo. Questo era solo per fare una semplice ragionamento, non casuale.
    Per concludere non crede che anche per interpretare il messaggio di Nostradamus si debba seguire il monito di Dante?

    “O voi ch’avete li ‘ntelletti sani, mirate la dottrina che s’asconde sotto ‘l velame de li versi strani”

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    1. Non mi è ben chiaro di cosa intende per “abbassare gli orizzonti”. Se intende i miei obiettivi, allora si sbaglia; nel senso che lo scopo dei miei studi è sempre stato quello di decifrare TOTALMENTE il codice; finora ci sono riuscito solo in parte. Se, invece, intende riferirsi ai contenuti delle Centurie, allora ha ragione. Ma bisogna dire che quelle sono solo delle aspettative, che si aggiustano continuamente sulla base di ciò che man mano viene fuori. Su questo fronte, la parola finale è ancora lontana dall’essere scritta. Se alla fine verrà fuori una barzelletta oppure il più grande segreto di tutti i tempi, dal mio punto di vista di ricercatore sarà la stessa cosa. Come uomo, potrò provare qualche emozione in più o in meno.


      Sull’altro punto, quello dei significati secondari di Nostradamus non ho mai avuto dubbi. Alla gente veniva dato ciò che la gente dell’epoca (ed anche di oggi) si aspettava: le profezie.
      Il raffronto con il metodo di Dante è corretto, ma solo sul piano del metodo. A mio parere, Dante descrive un viaggio iniziatico (se ha voglia, scarichi il mio opuscolo sul Graal; ve ne sono diversi accenni); Non ho invece ragione di pensare che Nostradamus trasmetta una qualche dottrina; lo vedo più come uno storico degli eventi, probabilmente tenutario di un segreto. Il codice di Dante sta soprattutto nelle allegorie; è quindi un codice “elastico”, soggetto ad interpretazione. Il codice di Nostradamus sta soprattutto nelle tecniche cabalistiche ed in quelle della cifratura classica; come tale è un codice “rigido”, soggetto solo ad un’azione di “messa in chiaro”. Su questo fronte, con questa serie di post, mi riprometto di essere più esplicito e più metodico di quanto non lo sia stato in passtao.
      Se le piace il Dante “iniziato”, mi permetto suggerirle il libro di Maria Soresina “Il catarismo nella Commedia di Dante”. Non è tutto oro colato, ma propone delle novità che non si possono respingere con facilità. Vale proprio la pena di leggerlo. Della stessa autrice può scaricare dei video interessantissimi dalla rete.

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  2. Mi scuso per aver scritto in modo fraintendibile, lungi da me voler offendere o emettere giudizi sul suo operato, la mia era una semplice constatazione riguardo, appunto, ai contenuti delle centurie. E non posso essere che lieto sentendo il suo punto di vista "aperto" sulla questione.

    Anche per quanto dice su Dante mi trova d'accordo benché se mi permette, non vedo perché Nostradamus non possa o voglia comunicare qualcosa, attraverso le sue centurie, di "Dottrinale" anche se solo ad uso e consumo di una persona. Credevo fosse questo anche il suo parere a riguardo.

    Chiariamoci, io con la parola Dottrina intendo anche informazioni vertenti sui cicli cosmici, sulla cosmogonia e quant'altro, non per forza sulla ontologia o sulla metafisica. E se davvero il destinatario di Nostradamus è il "Monarca Universale" credo che un messaggio suo non possa che vertere su questi aspetti.

    Non posso che concludere dicendo che aspetto con ansia i suoi prossimi articoli, sopratutto se sarà più esplicito come promette.

    P.s Su Dante "iniziato" colgo il suo consiglio e cercherò di dare un'occhiata approfondita a ciò che ha da dire a riguardo la Soresina

    Le auguro una buona giornata

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  3. Offeso di che? Qualsiasi confronto di idee non può che arricchire. Ho capito meglio, adesso, il senso del contenuto dottrinale che prende in considerazione. Dicendo che non ho ragione di ritenere verosimile questo punto di vista, è solo perché finora non ho trovato alcun elemento che me lo faccia condividere. E' ovvio che non posso neanche escluderlo definitivamente. Tra l'altro io sono fortemente condizionato dal "prevalentissimo" interesse per il codice piuttosto che per i contenuti.
    Anche la promessa di chiarezza dei prossimi articoli è riferita ai criteri di decodifica che ho scoperto finora. Temo che fin quando tutto non sarà stato "tradotto", ammesso che un giorno qualcuno ci riesca, i dibattiti interpretativi resteranno aperti. Buona domenica (di ciò che resta).

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