Tecniche di Nostradamus

martedì 18 dicembre 2012

I mattoni della vita


Il Sepher Yetzirah, probabilmente il più importante riferimento della cabala ebraica, è un testo speculativo sulla creazione del mondo da parte di Dio.
Ci interessa qui solo per un passaggio che riguarda da vicino l’argomento che stiamo trattando:

[Il Signore] legò le ventidue lettere della Torah sulla sua lingua [la lingua di Abramo] e gli rivelò il suo segreto.

Tutti conosciamo l’esistenza del DNA, che contiene il “codice della vita”; esso si organizza in unità strutturali chiamate cromosomi. Il numero cromosomico dell’uomo è costituito da 23 coppie per cellula, di cui 22 coppie di base (autosomi) e una speciale (eterosoma) preposta alla procreazione.

Io non sono uno specialista in materia, ma posso ritenere che, se Dio creò Eva da una costola di Adamo (sembra proprio un intervento chirurgico), al momento della creazione lo stesso Adamo avesse solo i 22 autosomi; successivamente, durante l’intervento per la creazione di Eva, avrebbe ricevuto la coppia XY di cromosomi sessuali (eterosoma), per potersi riprodurre per vie naturali.

Cerchiamo di mettere insieme i pezzi:

Dio rivela ad Abramo il suo segreto, dice il Sepher Yetzirah. Quale segreto gli può avere rivelato?

Visto che l’informazione è contenuta nel “Libro della formazione/creazione”, la deduzione ovvia, a prescindere dai cromosomi, è che il segreto riguardi la creazione e, in particolare, la “formazione” dell’uomo.
Convincente o meno che sia poi la questione dei 22 cromosomi, resta il fatto che il segreto è legato alle 22 lettere della Torah:

legò le ventidue lettere della Torah sulla sua lingua e gli rivelò il suo segreto.

Teniamo presente che, in altra parte del Sepher Yetzirah, è detto esplicitamente che Dio creò l’umanità con queste 22 lettere, che vengono confermate come “i mattoni” della vita opportunamente disposti.
 
Ventidue lettere fondamentali: [Yahveh] le incise, le plasmò, le combinò, le soppesò, le permutò e formò con esse ogni essere vivente e ogni anima ancora increata.

Mettendo insieme i due brani del Sepher Yetzirah che legano le 22 lettere dell’alfabeto alla nascita della vita e  considerato il contesto nel quale essi si trovano (Libro della creazione), non restano dubbi sulla natura del segreto rivelato ad Abramo. Come se questo non bastasse, Dio passa ai fatti.
Per convincere Abramo di ciò che gli dice, cioè che Egli è in grado di generare la vita, permette a Sara di concepire un figlio, nonostante l’avanzata età di entrambi gli sposi.
Saremmo portati a dare per scontato che Dio sia ritenuto in grado di compiere qualsiasi cosa e che, quindi, non debba convincere nessuno. Evidentemente non è così se Sara, come abbiamo visto in un altro brano, ride della promessa. Anche Abramo, che ha di fronte a sé un “uomo” in carne e ossa che mangia e beve, deve avere qualche perplessità: lo chiama “Signore”, gli si prostra davanti, lo accoglie con ogni onore, ma non è convinto della sua onnipotenza.

Questo “Signore”, oltre ad alimentarsi come un qualsiasi essere umano, manifesta altre debolezze: ha bisogno che Abramo sconfigga per suo conto i re di Sodoma e Gomorra, e i suoi “angeli” rischiano di essere linciati dalla popolazione di Sodoma tanto che, pur disponendo di armi speciali accecanti, sono costretti a barricarsi in casa (Abramo come non lo avete mai visto).
Ecco perché, per “consolidare” la fedeltà di un servo del quale ha bisogno, decide di mostrare la sua potenza, “visitando Sara e compiendo quanto aveva promesso” (Gen. 21, 1-2).
La verosimiglianza di un rapporto di “fedeltà titubante” è indirettamente confermata dalla necessità di verificare, più avanti nel tempo, la sua sussistenza: il Signore lo fa chiedendo ad Abramo di sacrificare Isacco, proprio quel figlio che gli aveva dato quando ormai non esisteva più alcuna speranza biologica.
Queste osservazioni non devono scandalizzare; al contrario, esse tendono a sottrarre a un mito riduttivo la “figura” del vero Dio, che non ha certo bisogno di questi crudeli espedienti per conoscere il cuore delle sue creature e l’esito delle loro scelte.

Comunque, nel dargli un figlio, il Signore spiega ad Abramo il suo segreto: il segreto della creazione dell’Adamo dell’Eden e, più in generale, il segreto della creazione della vita umana “in laboratorio”, come diremmo oggi.

Impossibile sapere con quali termini accessibili alla cultura di Abramo, che comunque non era un ignorante (abbiamo visto che era grande astrologo e inventore delle lettere caldaiche), il Signore gli abbia dato le sue spiegazioni sulle tecniche genetiche e sull’inseminazione artificiale.

Per esplicita ammissione del Sepher Yetzirah, gli parla sicuramente dei 22 “mattoni della vita” (le 22 lettere opportunamente combinate).
Vedremo che gli parlerà anche del sangue come elemento fondamentale della vita umana e, infine, dello “spirito vivente” che anima il sangue.

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