Il Sepher Yetzirah,
probabilmente il più importante riferimento della cabala ebraica, è un testo
speculativo sulla creazione del mondo da parte di Dio.
Ci interessa qui solo per un
passaggio che riguarda da vicino l’argomento che stiamo trattando:
[Il Signore] legò le
ventidue lettere della Torah sulla sua lingua [la lingua di Abramo] e
gli rivelò il suo segreto.
Tutti conosciamo l’esistenza del DNA, che contiene il
“codice della vita”; esso si organizza in unità strutturali chiamate cromosomi.
Il numero cromosomico dell’uomo è costituito da 23 coppie per cellula, di cui
22 coppie di base (autosomi) e una speciale (eterosoma) preposta alla
procreazione.
Io non sono uno specialista in materia, ma posso ritenere
che, se Dio creò Eva da una costola di Adamo (sembra proprio un intervento
chirurgico), al momento della creazione lo stesso Adamo avesse solo i 22
autosomi; successivamente, durante l’intervento per la creazione di Eva,
avrebbe ricevuto la coppia XY di cromosomi sessuali (eterosoma), per potersi
riprodurre per vie naturali.
Cerchiamo di mettere insieme i pezzi:
Dio rivela ad Abramo il suo segreto, dice il Sepher
Yetzirah. Quale segreto gli può avere rivelato?
Visto che l’informazione è contenuta nel “Libro della
formazione/creazione”, la deduzione ovvia, a prescindere dai cromosomi, è che
il segreto riguardi la creazione e, in particolare, la “formazione” dell’uomo.
Convincente o meno che sia poi la questione dei 22
cromosomi, resta il fatto che il segreto è legato alle 22 lettere della Torah:
legò le ventidue lettere
della Torah sulla sua lingua e gli rivelò il suo segreto.
Teniamo presente che, in altra parte del Sepher Yetzirah, è
detto esplicitamente che Dio creò l’umanità con queste 22 lettere, che vengono
confermate come “i mattoni” della vita opportunamente disposti.
Ventidue
lettere fondamentali: [Yahveh] le incise, le plasmò, le combinò, le soppesò, le permutò e formò con esse ogni
essere vivente e ogni anima ancora increata.
Mettendo insieme i due brani del Sepher
Yetzirah che legano le 22 lettere dell’alfabeto alla nascita della vita e considerato il contesto nel quale essi si
trovano (Libro della creazione), non restano dubbi sulla natura del segreto
rivelato ad Abramo. Come se questo non bastasse, Dio passa ai fatti.
Per convincere Abramo di ciò che gli dice, cioè che Egli è in grado di
generare la vita, permette a Sara di concepire un figlio, nonostante l’avanzata
età di entrambi gli sposi.
Saremmo portati a dare per scontato che Dio sia ritenuto in grado di
compiere qualsiasi cosa e che, quindi, non debba convincere nessuno.
Evidentemente non è così se Sara, come abbiamo visto in un altro brano, ride
della promessa. Anche Abramo, che ha di fronte a sé un “uomo” in carne e ossa che
mangia e beve, deve avere qualche perplessità: lo chiama “Signore”, gli si
prostra davanti, lo accoglie con ogni onore, ma non è convinto della sua
onnipotenza.
Questo “Signore”, oltre ad alimentarsi come un qualsiasi essere umano,
manifesta altre debolezze: ha bisogno che Abramo sconfigga per suo conto i re
di Sodoma e Gomorra, e i suoi “angeli” rischiano di essere linciati dalla
popolazione di Sodoma tanto che, pur disponendo di armi speciali accecanti,
sono costretti a barricarsi in casa (Abramo come non lo avete mai visto).
Ecco perché, per “consolidare” la fedeltà di un servo del quale ha
bisogno, decide di mostrare la sua potenza, “visitando Sara e compiendo quanto
aveva promesso” (Gen. 21, 1-2).
La verosimiglianza di un rapporto di “fedeltà titubante” è
indirettamente confermata dalla necessità di verificare, più avanti nel tempo,
la sua sussistenza: il Signore lo fa chiedendo ad Abramo di sacrificare Isacco,
proprio quel figlio che gli aveva dato quando ormai non esisteva più alcuna
speranza biologica.
Queste osservazioni non devono scandalizzare; al contrario, esse
tendono a sottrarre a un mito riduttivo la “figura” del vero Dio, che non ha
certo bisogno di questi crudeli espedienti per conoscere il cuore delle sue
creature e l’esito delle loro scelte.
Comunque, nel dargli un figlio, il Signore spiega ad Abramo il suo
segreto: il segreto della creazione dell’Adamo dell’Eden e, più in generale, il
segreto della creazione della vita umana “in laboratorio”, come diremmo oggi.
Impossibile sapere con quali termini accessibili alla cultura di
Abramo, che comunque non era un ignorante (abbiamo visto che era grande
astrologo e inventore delle lettere caldaiche), il Signore gli abbia dato le
sue spiegazioni sulle tecniche genetiche e sull’inseminazione artificiale.
Per esplicita ammissione del Sepher Yetzirah, gli parla sicuramente dei
22 “mattoni della vita” (le 22 lettere opportunamente combinate).
Vedremo che gli parlerà anche del sangue come elemento fondamentale
della vita umana e, infine, dello “spirito vivente” che anima il sangue.
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