Tecniche di Nostradamus

giovedì 27 dicembre 2012

Alla ricerca della verità: i Vangeli sinottici


Tutti abbiamo probabilmente sentito parlare di Vangeli canonici e Vangeli apocrifi. Se facessi un sondaggio sul significato di questa differenza, sono sicuro che, a parere della maggioranza, i primi verrebbero etichettati come originali e i secondi come falsi. Niente di più sbagliato!

Anzitutto non esistono Vangeli originali. Esistono solo trascrizioni di trascrizioni, senza che sia possibile sapere quando sono state scritte le prime copie. Non si conosce neanche il nome degli autori. Per i Vangeli canonici si citano, solitamente, i quattro evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni, spacciando Matteo e Giovanni per gli apostoli con lo stesso nome.

I primi tre non furono neanche testimoni oculari degli eventi. Soprassediamo alle ragioni che portano a queste conclusioni; basta dire che i loro Vangeli vengono chiamati “sinottici” perché, se si mettono a confronto i vari brani, vi si trovano notevoli somiglianze.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questo parallelismo non depone a favore dell’autenticità delle narrazioni; al contrario, si pensa che i tre si siano ispirati separatamente a una fonte comune, che viene chiamata “fonte Q”. Perciò, non siamo in presenza di tre testimonianze che si confermano a vicenda, come si tende a farci credere, ma siamo in presenza di tre persone che non sono state testimoni oculari e che riportano dei fatti scritti da altri. Se portassimo in tribunale le loro testimonianze, queste verrebbero rigettate senza esitazioni.
Più attendibile è il Vangelo di Giovanni che, per la ricchezza dei dettagli, la profonda conoscenza di luoghi e costumi dell’epoca di Cristo e per il coinvolgimento emotivo che trasmette, sembra essere stato scritto da un testimone oculare degli eventi.

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