Ho avanzato l’ipotesi che, nel corso della storia, sia
intervenuto un qualche tipo di manipolazione genetica che ha fatto fare un
balzo evolutivo alla razza umana.
La possibilità di questo intervento sembra trovare
fondamento sia nell’Enuma Elish che nella successiva narrazione biblica.
Esistono altri miti che raccontano la stessa cosa.
Ricordiamo ad esempio il mito di Prometeo che, su incarico di Zeus, modella
l‘uomo dal fango e lo anima con lo spirito divino. Anche in questo mito, come
nella seconda narrazione biblica, gli uomini vivono per un po’ di tempo assieme
agli dei in un mondo di delizie.
L’ipotesi di un intervento genetico è in qualche modo
“necessaria” per sostituire l’anello mancante di Darwin, colmando così il vuoto
evolutivo e conciliando due modalità incompatibili di nascita dell’umanità:
quella evoluzionista dello sviluppo progressivo e quella creazionista dell’uomo
nella sua forma completa.
E’ ovvio che l’ipotesi della manipolazione genetica
risolverebbe sì il mistero della comparsa dell’uomo intelligente, ma lascerebbe
irrisolto il problema dell’apparizione della vita intelligente nel cosmo e,
quindi, dell’origine del “manipolatore genetico”. Ma questo è un problema che
non è teoricamente irrisolvibile e, anzi, può essere affrontato su diversi
fronti, paradossalmente con maggiore facilità rispetto al problema della vita
sulla terra. Fisica, biologia e cosmologia sono molto attive su questo fronte.
Ricordo che lo spunto per questa indagine su Adamo non è
sorto arbitrariamente, ma mi è stato fornito da Nostradamus, che si cimenta a
fondo con il problema del DNA e della creazione. Non posso riproporre qui tutte
le analisi che ho affrontato nel libro “La Cabala, i Templari, il Graal”; posso
solo proporre la sintesi di un Nostradamus di origine ebraica, che conosceva il
segreto che i cabalisti ebraici si tramandavano da millenni.
Come tutti sanno, Nostradamus è il soprannome che Michel
de Nostredame si è assegnato. Molti ritengono che, con il soprannome adottato,
il veggente abbia voluto sottolineare la volontà di trasmettere i suoi segreti:
“diamo le nostre cose”, dal latino “nostra damus”. A voler dare credito a
questa spiegazione, non si capisce bene quali “cose” il veggente abbia voluto
trasmettere, vista l’incomprensione che circonda la sua eredità. Nessuno ha mai
rilevato, invece, che il nome stesso fa direttamente riferimento ad Adamo, o
Adamus in latino (lingua scelta da Michel per cifrare i suoi scritti), per
indicare l’origine del suo segreto. Perciò, non più “nostra damus”, bensì
“NostrADAMUS”.
Uno dei testi cabalistici di base, preso a ispirazione da
Nostradamus per la stesura delle sue Centurie, è il “Sepher Yetzirah”: Libro
della formazione o Libro della creazione. Ovviamente, per quanto riguarda
l’uomo, ci vanno bene entrambi i significati; anzi, la traduzione come “Libro
della formazione” è preferibile, se vogliamo riferirla alla “formazione”
dell’Adamo della seconda creazione bibilica.
Vedremo che il Sepher Yetzirah spiega il legame che
unisce Adamo ad Abramo (il capostipite della
genealogia), confermando così l'analogo legame di Matteo tramite il numero 45.
Tutta una serie di anelli, intrecciati a catena, permette
di ricostruire organicamente una storia che corre nei millenni senza che
nessuno sia mai riuscito a coglierla nel suo insieme. Se ciascun anello,
singolarmente preso, può sembrare il prodotto della fantasia, la ricostruzione di un mosaico con una immagine
completa fornisce “verosimiglianza” alla storia. Che questa sia “anche” vera è
tutt’altra questione, ma è certamente quella che ci viene raccontata e che io
sto portando alla luce.
Anche la cinematografia sembra essersene accorta, con il
recente film “Prometheus” o con le serie di “Matrix” di qualche anno fa.
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