Tecniche di Nostradamus

giovedì 6 dicembre 2012

Quadro d'insieme


Cerchiamo di riepilogare le inesattezze della genealogia, costruite in una maniera tale da non poter essere assolutamente frutto di confusione. Abbiamo già esaminato singolarmente i vari pezzi, ma solo la visione d’insieme ci permetterà di fare il salto verso le conclusioni. Abbiamo suonato le singole note, adesso dobbiamo comporre la melodia.

Matteo suddivide la genealogia in tre gruppi di 14, ma il terzo gruppo ne contiene solo 13.
Fino a Zorobabele, il termine di confronto è costituito dalle Cronache I, che comprendono 34 nomi contro i 30 di Matteo.
Gli 11 nomi successivi vanno accettati così come sono, non esistendo termini di raffronto.
Matteo dà in tutto 41 nomi (dichiarandone però 14 x 3 = 42) anziché 45; a questo risultato si arriverebbe con l’aggiunta dei 4 nomi presenti nelle Cronache e assenti in Matteo.

La ripetizione del numero 14 sollecita una particolare attenzione su Abramo, per contrasto con Davide. Senza questa insistenza, la supremazia del capostipite della genealogia sarebbe passata inosservata.
Inspiegabile sembra invece la riduzione a 41 dei nomi presi in considerazione. Fatta la scelta di presentare 3 gruppi di 14 nomi ciascuno, perché elencarne uno in meno?
Qualcuno potrebbe sostenere che si tratta di una dimenticanza nella trascrizione del Vangelo. Non tutti sanno, probabilmente, che i quattro Vangeli “originali” non esistono; si hanno solo delle copie di copie di copie, le più antiche delle quali vengono fatte risalire al Codex Vaticanus del IV secolo d.C. Esistono anche piccoli frammenti di papiri più antichi, con brevi brani dell’uno o dell’altro Vangelo, ma sempre di copie si tratta. Le continue trascrizioni potrebbero aver generato l’omissione.
Tuttavia, nonostante la possibilità pratica della dimenticanza, credo che l’omissione sia volontaria. Se infatti, nel posto vuoto lasciato fra Giosia e Geconia, Matteo avesse inserito “Joachim”, avremmo avuto un primo gruppo di 14 nomi, un secondo di 15 e un terzo di 13. Si sarebbe allora pensato che, proprio per un errore di trascrizione, un nominativo in più era finito nel gruppo centrale invece che in quello finale e l’enigma (almeno sotto l’aspetto numerico-cabalistico) sarebbe rimasto limitato al significato cabalistico del numero 14. Matteo, invece, voleva che l’enigma fosse più ampio, e per questo ha volutamente saltato un nome (Joachim), che si aggiunge ai vecchi 3, mancanti tra Joram e Ozia.

Cerco di spiegarmi meglio, nel caso abbia fatto confusione.
Matteo pensava che, in presenza del quarantaduesimo nome, il ricercatore avrebbe ristretto l’enigma alla ripetizione del 14, giustificando l’assenza degli altri 3 nomi delle Cronache con l’esigenza di rispettare il prodotto della moltiplicazione 14 x 3.
Invece, l’assenza di una ulteriore unità, 41 anziché 42, mette in luce un nuovo enigma: perché Matteo annuncia 42 nomi (invece di 45) e ne elenca solo 41, portando a 4 il numero dei nomi mancanti? Probabilmente è un invito a ripristinarli tutti. Se l’obiettivo fossero stati i 42 nomi, li avrebbe indicati lui stesso. Perciò, o si ricostruisce l’intera genealogia o non la si ricostruisce. Non resta che provare, portando il conteggio a 45: a questo punto, la soluzione appare evidente, come un mosaico che si ricompone, anche se vi chiedo di aspettare il prossimo post.

Ricordo che al problema numerologico si affiancano l’incongruenza di una genealogia che passa per Giuseppe, che è solo padre putativo di Gesù, e la stonatura di un albero che parte da Abramo anziché da Davide, come sarebbe più logico.

Mi sono dilungato un bel po’ per far capire che, mettendo insieme i vari aspetti, tutto sembra architettato di proposito per creare un enigma a due facce: una riconduzione alla figura di Abramo e una segnalazione cabalistica del numero 45!
Ricordo che io sto facendo un percorso inverso, dalla soluzione ai dati del problema e non viceversa, conoscendo già dalle quartine di Nostradamus il risultato al quel devo arrivare. Facilitato da questa conoscenza, la riconduzione ad Abramo sarebbe già sufficiente a risolvere l’enigma; l’utilizzo del 45 la facilita e la conferma.
Impossibile dire se Matteo abbia gettato uno sguardo anche sulla cabala occidentale, basata sulle lettere dell’alfabeto latino invece che su quelle ebraiche. In ogni caso, che si tratti di una scelta consapevole o di una fortunatissima coincidenza, il numero 42 (14 x 3) riveste un ruolo straordinario per Nostradamus, permettendogli di replicare l’enigma di Matteo in chiave latino/europea e di impostarvi sopra perfino la struttura organizzativa delle sue Centurie, come ben sanno i lettori dei miei libri.


Nessun commento:

Posta un commento